“Se il referendum dovesse andare male non continueremmo il nostro progetto politico”. “Il nostro piano B è che verranno altri e noi andremo via”. E’ quanto ha dichiarato ieri il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. E’ comprensibile e anche corretto che si dimetta da ministro in caso di vittoria del no, visto che è stata tra le protagoniste assolute della riforma costituzionale. Se però la Boschi intende dire, come sembra anche Renzi, che smetterà di fare politica, allora sbaglia di grosso. Anche perché, forse non volendo, in questo modo entrambi trasformano il referendum sulla riforma costituzionale in un plebiscito sul loro operato. Ed è quello che sembra stia succedendo. E che è anche il modo migliore per far trionfare il no pur facendo la campagna per il sì. (foto Giovanni Armenante)
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Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.
23.05.2016 – By Nino Maiorino – Caro Pasquale, non capisco il tuo punto di vista: per me è chiaro che il prossimo referendum di ottobre è “anche” un plebiscito sull’operato del Governo, il quale ha molto puntato sulle riforme che portano a tale referendum, ed è conseguenziale che, se dovessero prevalere i NO, il Governo vada a casa, come si è impegnato a fare ed è giusto che lo faccia. Non capisco perché tu sia convinto che la linea di condotta di Renzi e Boschi porti a far vincere il NO.
A parte va fatta la considerazione che la vittoria del NO e le conseguenti dimissioni del Governo Renzi aprirebbero per l’Italia un periodo molto buio e triste in quanto farebbe perdere al nostro Paese quel minimo di fiducia che Renzi poi, Napolitano prima, sono riusciti a riconquistare in Europa: e mi auguro che gli italiani riflettano e votino di conseguenza,
Il motivo è semplice: i no alla riforma costituzionale si sommeranno ai no a Renzi. E il risultato referendario verrebbe in ogni caso travisato. Insomma, dove sta scritto, se non si vota sul merito della riforma bensì sull’operato di Renzi, che uno debba votare sì per tenersi Renzi, oppure no alla riforma per mandarlo a casa?