C’è poco da stare allegri quando si apprende che nel nuovo Codice degli appalti su 220 articoli si contano ben 181 errori. A certificarlo è stata la Gazzetta Ufficiale, che ha pubblicato un avviso di rettifica per sistemare punti, virgole, errori grammaticali, sviste e così via. Una vergogna. Compiuta da dirigenti pagati profumatamente e con tanto di curriculum, fatto di lauree, master, corsi… Funzionari non di qualche piccolo e sperduto comune dello Stivale, sia chiaro, ma del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio dei ministri. “Non c’è al mondo piastrellista che possa posare 181 piastrelle sbagliate su 220, cuoco che possa carbonizzare 181 bistecche su 220, bomber che possa sbagliare 181 rigori su 220… Sarebbero tutti buttati fuori. Tutti”. Lo scrive in un bellissimo articolo Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. C’è poco da aggiungere. Ormai affoghiamo nell’ignoranza. In Parlamento, nei ministeri, nei pubblici uffici, in televisione, nei giornali, spesso persino nelle scuole e nelle università. Eppure di gente che vale, giovane e meno giovane, nel nostro Paese ce n’è, e pure tanta. Se si applicasse, soprattutto nel pubblico, un po’ di meritocrazia, qualcosa in meglio cambierebbe di sicuro. (foto Giovanni Armenante)