scritto da Pasquale Petrillo - 23 Maggio 2017 08:56

La strage di Capaci

25 anni fa, il 23 maggio 1992, in Sicilia, poco lontano da Palermo, ci fu la strage di Capaci. Un attentato mafioso con cinquecento chili d’esplosivo sventrò l’autostrada uccidendo con il giudice Giovanni Falcone anche sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Il ricordo di quel giorno è indissolubilmente legato ai sentimenti di sgomento prima e di rabbia poi che provò l’intero Paese. Per l’impressionante dinamica dell’evento. Per la morte di tanti innocenti. Per la scomparsa di uomo che già allora, sia pure al centro di tante ingiuste polemiche e insinuazioni, veniva visto come una persona di prim’ordine e un magistrato eccezionale, che con altri suoi coraggiosi colleghi aveva come non mai assestato alla mafia colpi micidiali. Insomma, un eroe dei nostri tempi. Da quel giorno, e più ancora all’indomani della strage di poche settimane dopo a Palermo, che portò all’uccisione del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, ci fu una svolta netta, una presa di coscienza senza precedenti del Paese, e dei siciliani in particolare, nei riguardi del fenomeno mafioso. E’ certo che la mafia, come organizzazione malavitosa, non è affatto scomparsa, ma non è più quel mostro a nove teste, invincibile e impenetrabile, che permeava quasi indisturbata la società civile siciliana in tutti i suoi aspetti, a partire dalle istituzioni. (foto Giovanni Armenante)

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Una risposta a “La strage di Capaci”

  1. 23.05.2017 – By Nino Maiorino – Onore a Falcone, Borsellino, agli agenti trucidati, e a tutti i martiri della Mafia e del crimine organizzato. Si conservi di loro un ricordo perenne, si insegnino i loro esempi e i loro sacrifici nelle scuole, in maniera che i nostri figli, nipoti e pronipoti conoscano, della nostra storia recente, anche questo aspetto della nostra società, colpito pesantemente da quegli eroi, ma ancora non definitivamente sconfitto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.