Le ferrovie ungheresi hanno trasportato i profughi arrivati nel sud del paese, donne e bambini, per lo più siriani e afgani, in vagoni chiusi. I migranti sarebbero stati costretti a viaggiare nei vagoni per le biciclette, isolati dal resto dei passeggeri. Il fatto ha provocato indignazione in Ungheria, dove, tra l’altro, è in costruzione un muro anti-profughi lungo il confine con la Serbia. Alcuni media ungheresi criticano il governo: i vagoni blindati ricordano in maniera sinistra quelli del 1944 e la deportazione di mezzo milioni di ebrei ungheresi. Ed è triste che questa Europa uscita dalla caduta del Muro di Berlino, nel silenzio dell’indifferenza consente la costruzione di nuovi muri, come il muro di Budapest, forse anche più odioso. Se questa è l’Europa, forse De Gasperi, Spinelli, Schuman, Adenauer, Monnet, insomma i padri fondatori, si rivoltano nelle loro tombe, anzi, faranno capriole e non certo di gioia. Questa di sicuro non è l’Europa che sognarono, quella dei popoli, della pace e della solidarietà. (foto Govanni Armenante)