La Spezia. Indigesto il quarto turno di Tim Cup che in caso di successo avrebbe aperto le porte dell’Olimpico di Roma alla Salernitana per gli ottavi della coppa nazionale e garantito un personale derby a Lotito nonché un importante gruzzolo alla società. In verità sono altri e ben più gravi i problemi che attanagliano la tifoseria e le preoccupazioni dell’ambiente a Salerno dopo l’ennesima scialba prestazione chiusa con una sconfitta amara ed inevitabile.
La cronaca. Salernitana con la migliore formazione, al netto delle assenze obbligate, e 4-3-3 per gli uomini di Torrente. A partire forte è però l’undici di Mimmo Di Carlo: al 3’ Terracciano deve respingere un’insidiosa conclusione di Ciurria; un tiro di Catellani al 12’ sfiora il palo alla destra del portiere granata. Campanelli d’allarme che suonano inutilmente. Su lancio di Brezovec poco dopo, Calaiò, in sospetto fuorigioco, supera Terracciano con un colpo di tacco: meno di un quarto d’ora e siamo già 1-0. La Salernitana ci prova realmente la prima volta al 25’, ma Coda pur approfittando di un’incomprensione tra Postigo e Terzi, non riesce a superare Chichizola in uscita. La dura legge del calcio si materializza: goal mancato, goal subito. Lo Spezia trova il raddoppio a cavallo della mezz’ora con una bella azione personale di Postigo sugli sviluppi di palla da fermo. Il difensore spagnolo, che mette a sedere due avversari, piazza la sfera sotto la traversa, ma approfitta prima di una posizione di offside poi di un blocco falloso su Lanzaro, in disperato tentativo di recupero.
Nessun ulteriore sussulto e Granata al riposo sul doppio svantaggio. Nella ripresa da registrare solo l’amaro ritorno di Eusepi e l’espulsione di Calaiò. Lo Spezia amministra il risultato mentre la Salernitana prova a impensierire Chichizola, peraltro con scarsi risultati, solo con tiri da fermo di Gabionetta. Finisce 2–0, risultato che regala allo Spezia la prestigiosa sfida contro la Roma.
La Nota. La sensazione è che le certezze di inizio anno si siano pian piano sgretolate lasciando spazio solo a tanti dubbi e a tante incomprensioni tecniche e tattiche. La squadra appare spenta, svogliata, fisicamente impreparata, soprattutto nei suoi – presunti – uomini migliori. Non basta più appellarsi agli errori arbitrali, tanti e sempre a danno della Salernitana, né ai molteplici infortuni, quello che preoccupa è anche una mancata reazione nervosa ai torti subiti; sembra quasi che ci sia una malcelata rassegnazione ad un’ineluttabile infausto destino.
Intanto il tempo è tiranno e le prossime, a dir poco, insidiose trasferte di campionato di certo non favoriscono il cammino dei Granata. La speranza è che questo mese di dicembre possa lasciare meno danni possibili e permettere alla società di fare serenamente il punto nel mercato di riparazione di gennaio per rimediare agli errori commessi e provare a salvare la stagione.