Nell’ambito di un rinnovamento grafico ed editoriale del nostro giornale in questa nuova stagione calcistica seguiremo la Salernitana con un distacco dalla cronaca che speriamo si possa tramutare anche in un maggiore equilibrio nel valutare le prestazioni della squadra. Provando con onestà, umiltà e spirito critico – cercando sempre di stare dalla parte del tifoso, quello vero, innamorato del calcio e dei granata ma realista – a riportare quanto visto dentro e fuori il campo di gioco.
Salerno. Esordio nel principe degli stadi per la rinnovata Salernitana di Bollini nel posticipo della seconda di campionato. Oltre undicimila presenti hanno scaldato l’atmosfera e scandito il ritmo di una gara spumeggiante con tante cose belle ma soprattutto un nugolo di errori da una parte e soprattutto dall’altra. I Granata hanno cominciato alla grande mettendo in mostra le doti di uno Sprocati protagonista assoluto all’alba del match; la Salernitana, con un predominio territoriale e di gioco netto, non è riuscita però a trasformare le occasioni potenziali in goal. E così il goal di Tremolada ha “aperto” la gara dando vita ad una girandola di emozioni che ha visto protagonisti gli attacchi in positivo e le difese in negativo. Bocalon ha deliziato i tifosi con una doppietta da attaccante completo, goal da rapace di area il primo, conclusione di gran classe la seconda. Purtroppo la difesa, invero per nulla protetta da un centrocampo troppo distratto e largo, nel quale si è destreggiato positivamente il solo Ricci, ha vanificato gli sforzi degli avanti e la Salernitana è stata sempre costretta ad inseguire; una squadra ispirata a Penelope di virgiliana memoria: ha tessuto e sfilato la tela. Alla fine il pareggio pirotecnico, come si dice in questi casi, con locuzioni abusate, è apparso giusto per l’entusiasmo e la voglia dei Granata più che per la capacità di lettura della gara e di organizzazione di gioco. Ha ragione Pochesci, tecnico delle fere, a rivendicare la buona prestazione dei suoi uomini e a sottolineare quel pizzico di fortuna che ha premiato la Salernitana con il rigore del pareggio tanto giusto quanto casuale. Bollini di contro rivendica lo spirito messo in campo dai suoi e la ricerca continua del possesso e dell’aggressione alta dell’avversario. Anche in sala stampa è finita senza vincitori né vinti.
Da sottolineare la perfetta prestazione dell’arbitro, il signor Ros di Pordenone, che non ha sbagliato una chiamata. Lo spettacolo cui gli astanti hanno assistito dagli spalti e i telespettatori dal divano è stato anche merito della direzione di gara che ha lasciato giocare il giusto.
Intanto il mercato granata ha portato qualche novità: arrivati Rodriguez, Kiyine e Di Roberto a cui nelle ultime ore si è aggiunto il centrocampista svincolato Rizzo.
Sabato la gara sul campo di un Carpi profondamente rivoluzionato comincerà e dare una dimensione più realistica del cammino che la Salernitana potrà fare. Carpi nelle ultime stagioni – e anche nel turno recente di TIM Cup – ha sempre rappresentato una sorta di tabù, uscirne indenni o addirittura vittoriosi sarebbe un’iniezione di fiducia molto significativa per un ambiente ancora abbastanza timido e meno coinvolto del solito mentre è evidente alla luce delle iniziative comuni (non ultima una cena a Maiori) quanto il gruppo sia già cementato in maniera significativa.