scritto da Andrea Polichetti - 30 Giugno 2024 08:31

Europei, catastrofe Italia: eliminata agli ottavi di finale dalla Svizzera

Prestazione pessima degli Azzurri che cadono a Berlino a seguito di una prestazione indecorosa: storia di una catastrofe annunciata

L’Italia di Spalletti perde contro la Svizzera e dice addio ad Euro 2024. Dominio in lungo e in largo della Nazionale svizzera che, dopo aver trovato il meritato vantaggio con Freuler nel primo tempo, controlla poi la gara senza problemi, trovando addirittura il doppio vantaggio al 46’, appena pochi secondi dopo il ritorno in campo per il secondo tempo.

Una catastrofe annunciata, tutte le nazionali incontrate hanno avuto in mano il pallino del gioco surclassando sotto tutti i punti di vista l’Italia. Anche la modesta Albania aveva trovato il vantaggio dopo appena 20 secondi. Nulla di più semplice contro degli avversari che approcciano male ad ogni gara, non mostrando orgoglio e determinazioni tali da poter impensierire gli avversari, a differenza di quanto visto ad Euro 2020.

È il fallimento di Luciano Spalletti, reclutato dalla Federazione per dare alla Nazionale italiana l’animus pugnandi e il gioco sfavillante visti a Napoli. Il gol allo scadere di Zaccagni contro la Croazia ha solo buttato fumo negli occhi alla nazione e allo stesso allenatore toscano, che sembra vivere in un’altra dimensione quando parla di buone prestazioni dell’Italia. La differenza fra il tifoso medio e l’intenditore di calcio sta nel saper scindere il risultato dalla prestazione. Se la Croazia avesse passato il turno non avremmo certamente assistito a faziosi sermoni né avremmo storto il naso. Tutti in cuor nostro sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato.

Il calcio è come la vita: si raccoglie ciò che si semina. Luciano Spalletti ha seminato malissimo, non riuscendo a valorizzare nessuno dei giocatori a disposizione. Sarebbe bastato creare una base solida, affidarsi ad un 11 titolare in maniere reiterata e, soprattutto, far giocare i propri ragazzi negli stessi ruoli ricoperti nei rispettivi club. Affrontare una partita da dentro o fuori con la difesa a 4, in presenza della quasi totalità della rosa abituata a giocare a 3, è incomprensibile e deleterio.Convocare Fagioli dopo il grave errore commesso, a scapito di altri ragazzi come Orsolini, Ricci e Bonaventura, che invece hanno disputato una stagione ad altissimo livello, è un ingiustificabile schiaffo alla meritocrazia.

Nel calcio si può perdere, ma ci sono modi e modi. Quest’Italia non ha onorato la nazione, apparendo svogliata e senza idee in ogni gara della rassegna e riuscendo nell’impresa in ogni gara di fare peggio rispetto alla precedente. Veder giocare l’Italia stata un’agonia, un’umiliazione ed un oltraggio verso tutti quelli che hanno vissuto la vera Italia, per Spalletti dimettersi è la scelta più doverosa dopo una catastrofe simile. Scaricare la colpa sui giocatori parlando di “possibilità limitate”, anziché assumersi le responsabilità dei numerosi errori commessi, non rende onore alla sua carriera. Sarebbe bastato chiedere scusa alla nazione come ha invece fatto capitan Donnarumma, evitando mere giustificazioni da perdente che hanno l’unico scopo di aggravare ulteriormente una situazione già drammatica.

L’Europeo vinto 3 anni fa ha tristemente illuso tutti, facendo sembrare florida una situazione scabrosa da anni. Il calcio italiano è in crisi, non pure è più talenti ed è teatro unicamente di numerosi stranieri. Sarebbe forse meglio tornare alla regola degli anni 90, imponendo un numero minimo di italiani in rosa per ogni squadra. Solo così si darà spazio ai numerosi giovani italiani in rampa di lancio e potremmo avere speranze di rivedere talenti di spessore, che ad oggi laititano in questa Nazionale.

Le colpe di Spalletti sono evidenti, ma va sottolineato come sia stato tradito dal gruppo al quale ha scelto di affidarsi. Il blocco Inter è sembrato il lontano parente di quello ammirato in Serie A la passata stagione, Scamacca non ha mai gestito egregiamente un pallone, mostrandosi intimorito e inconcludente. Il palo colpito contro la Svizzera è l’apoteosi della sua inadeguatezza. La punta titolare della Nazionale non può certamente annoverare un gol in diciannove presenze, e se il capocannoniere è Frattesi, autore anche lui di un pessimo Europeo, bisogna farsi due domande. Se Chiesa è stato il grande assente dell’Italia, lontano parente del giocatore straripante ed incontenibile capace di farci trionfare a Wembley, Di Lorenzo è riuscito nell’impresa di essere il peggiore in campo in ogni gara, incapace di marcare qualsiasi avversario gli si presentasse sulla fascia e, nonostante ciò, sempre titolare di questa Nazionale (come da sua stessa ammissione) unicamente per la gratitudine del ct, figlia dello scudetto di Napoli. Errare è umano, perseverare è diabolico.

Il centrocampo è risultato il reparto più debole, non riuscendo mai a creare nè a contenere le offensive avversarie. Pellegrini e Jorginho avrebbero dovuto essere i registi della squadra, fornendo qualità ed interdizione, ma non sono pervenuti. Oggi Granit Xhaka ha fatto ciò che voleva palla al piede, per non parlare della partite contro la Spagna e il primo tempo contro la Croazia, nelle quali sembrava di assistere ad allenamenti degli avversari. Solo un fenomenale Donnarumma e il prodigioso Calafiori hanno tenuto alta la bandiera italiana.

Qualità, ritmo e atteggiamento: sarebbe bastato poco per disputare un torneo migliore ed evitare una dolorosa eliminazione agli ottavi di finale da campioni in carica.  Servono cambiamenti radicali per ritrovare lo spirito di squadra che ha sempre contraddistinto la nostra Italia ma, soprattutto, per far sì che non si vada incontro alla terza clamorosa esclusione di fila dai campionati del mondo. Quest’Italia è troppo brutta per essere vera.

Studente di scienze della comunicazione, dopo la maturità classica si appassiona al giornalismo e scrive per diversi blog calcistici, riscuotendo un ottimo seguito sui propri profili social. Da sempre amante dello sport e del Milan, nel 2020 è il protagonista di “We the many”, andato in onda sui canali tematici rossoneri. Nel 2023 è redattore del sito web “Il covo di ogni milanista”. Dal 2024 collabora con la rivista Ulisse Online.

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