Peso, Alimentazione, Corpo, Emozioni (PACE)
Senza cibo la vita non è possibile, senza emozioni la vita non avrebbe senso. Che cosa da “sapore” alla nostra esistenza, se non le emozioni che ci permettono di scegliere in base a ciò che davvero conta per noi?
“Le emozioni non sono che l’esperienza cosciente di un vasto insieme di reazioni fisiologiche che sorvegliano e adattano in continuazione l’attività dei sistemi biologici del corpo agli imperativi dell’ambiente interno e di quello esterno”.
Questa splendida definizione di D. Servan-Schreiber [4] ci dice che il cervello emotivo è più intimo con il corpo che con il cervello cognitivo e di conseguenza spesso è più agevole accedere alle emozioni attraverso il corpo che con la parola. Quindi tramite il corpo, sostiene Schreiber, è più facile influenzare il cervello emotivo e stimolare i ritmi fisiologici come i movimenti degli occhi associati ai sogni, la frequenza cardiaca, il ciclo del sonno utilizzando anche l’esercizio fisico e un’alimentazione sana e controllata nei ritmi. Anche le relazioni affettive e i rapporti interpersonali con le persone che ci circondano sono caratterizzate da una forte componente fisica, quello che viene definito “”vissuto corporeo”.
Queste vie di accesso al cervello emotivo spesso sono più dirette ed efficaci rispetto alle vie che passano per il linguaggio e l’elaborazione del pensiero. Esse sono espresse con il corpo, le parole, le azioni e servono a comunicare con gli altri , con se stessi o preparano all’azione e la nostra risposta ad un evento può essere di tipo emotivo o ragionata. Nel primo caso il comportamento e i pensieri sono controllati dallo stato emotivo e non dalla logica, nel secondo caso la persona pensa razionalmente e logicamente, decentra e distanzia i propri comportamenti dalle emozioni, pianifica il comportamento, focalizza l’attenzione ed usa solo il linguaggio e le parole per capire la realtà. Riconosce, cioè, quello che sente e prova, e distanzia il comportamento dai pensieri e dalle emozioni.
La migliore definizione dell’equilibrio fra emozione e ragione è quella di “intelligenza emotiva” un concetto introdotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Yale e del New Hampshire [5] e resa famosa da un libro da D. Goleman, un giornalista scientifico del New York Times [6].
All’inizio del XX secolo A. Binet, uno psicologo francese, ha sviluppato il concetto di “quoziente intellettivo” (QI) per misurare l’intelligenza, cioè l’insieme della capacità mentali che permettono di predire il successo di un individuo. Ma il legame tra il valore del QI e riuscita di una individuo si è dimostrato essere molto labile. Infatti, diversi studi recenti attribuiscono al QI solo il 20% del successo di un individuo mentre l’80% dipenderebbe da altri fattori più importanti dell’intelligenza astratta e logica.
Fra questi ”l’intelligenza emotiva”, assolutamente indipendente dal QI, sembra spiegare più di tutte le altre il successo nella vita. E’ possibile misurare l’Intelligenza emotiva? Gli esperti dell’università di Yale e del New Hampshire ed i risultati di molti studi autorevoli, confermati anche nella mia esperienza clinica, hanno dimostrato che nella maggior parte delle persone in cui è presente un sovrappeso di vario grado ed episodi di alimentazione emotiva, è presente un problema di bassa tolleranza alle emozioni.
Sono persone cioè che hanno qualche difficoltà a riconoscere e gestire in modo adeguato alcuni stati emotivi sia negativi (rabbia, ansia, basso tono dell’umore) ma anche positivi (eccitamento e gioia).
Chi soffre di questo problema adotta dei comportamenti disfunzionali di modulazione dell’umore con il risultato di ridurre la consapevolezza del proprio stato emotivo e dei pensieri ad esso associati in definitiva stordirsi con il cibo. Mettersi a dieta successivamente per ridurre gli effetti negativi delle abbuffate sul peso e sul tono dell’umore, può accentuare ulteriormente questa difficoltà a riconoscere e regolare le proprie emozioni. (3 – continua)
Bibliografia essenziale
- Beck H “20 anni a La Pergola tra emozioni e gusto” Online News. Marzo 23 , 2014
- Gardner, Meryl P, Wansink B, Junyong K, Se-Bum Park “Better Moods for Better Eating?: How Mood Influences Food Choice,” Journal of Consumer Psychology, 2014
- Candace Pert “Molecole & Scelta” in Shift: alle frontiere della consapevolezza. 4, September-November, pp. 20-24, 2004
- Servan-Schreiber D“Guérir”. Edition Robert Laffont, Paris, 2003
- Mayer JD & al. “Model of emotionals intelligence” in Handbook of Intelligence, a cura di Steinberg, R.J., Cambridge University Press, Cambridge, 2000
- Goleman D “L’intelligence émotionnelle” Edition Robert Laffont, Paris, 1997
- Abramson E “Emotional Eating”. Jossey-Bass Inc.,U.S. 1998
- Lombardo C “Esperienza e regolazione delle emozioni nei disturbi dell’alimentazione” in “Il cibo delle dee. Il contributo del Pellicano Onlus per la cura dei disturbi alimentari” pp.57-66, Edizioni Aguaplano, 2014
- Gross JJ, Thompson RA “Emotional Regulation: Conceptual Faundations” In J.J. Gross (Ed.) Handbook of Emotional Regulation Guilford Press, New York, pp. 3-24. 2007
- Christensen H., Griffiths K., “The Mood Gym: Overcoming Depression”. Ed. Ebury Press. 2011