scritto da Carolina Milite - 18 Marzo 2025 11:06

LIBRI & LIBRI “Perché l’Italia è di destra” di Italo Bocchino

Il saggio di Italo Bocchino sarà presentato dopodomani, giovedì 20 marzo, alle ore 18, presso l'Holiday di Cava de' Tirreni dove con l'autore discuteranno Felice Naddeo del Corriere del Mezzogiorno e Pasquale Petrillo direttore di Ulisse on line

Nel libro “Perché l’Italia è di destra”, edito da Solferino, Italo Bocchino ha il coraggio di attuare una rottura facendo una sorta di operazione-verità e spiega perché gli Italiani nei momenti salienti della storia nazionale abbiano fatto scelte “di destra”, evidenziando come vi sia una sottile linea che unisce Alcide De Gasperi, passa da Silvio Berlusconi e arriva alla presidente Giorgia Meloni.

Nel 1948 l’alternativa era tra la Democrazia Cristiana “cattolica, atlantista e anticomunista”, quella cioè che l’autore definisce “la destra popolare di massa”, e il Fronte Popolare che univa il PCI e il PSI in una coalizione filo-sovietica, comunista e antiatlantista. Nel 1994 la discesa in campo di Berlusconi dà inizio alla Seconda Repubblica, rompendo il sistema e mandando “ai pazzi” la sinistra grazie anche all’alleanza con la destra finiana in metamorfosi verso Alleanza nazionale. Nel 2022 gli Italiani con il loro voto decretano la vittoria del centrodestra capeggiato da Giorgia Meloni. Per la prima volta in età repubblicana diventa presidente del Consiglio un esponente di destra e, per la prima volta in assoluto, è una donna.

In numerosi passaggi l’autore smonta i “miti” della sinistra italiana, tra fallimenti e menzogne, a cominciare dal tormentone dell’antifascismo e dall’accusa di fascismo alla destra. Bocchino esprime in maniera inequivocabile un giudizio di condanna, che accomuna tutta la destra, sul fascismo. Parla di “una condanna unanime e definitiva” del regime fascista, foriero di guerre, morti, violenze e sciagure. Rimarca come l’egemonia perdurante in Italia, prima comunista e poi di sinistra, abbia ammesso un diverso giudizio di responsabilità tra fasciasmo e comunismo, entrambi totalitarismi accomunati da uno spirito violento e assassino. All’accusa frequente di utilizzare termini di destra quali come sovranità, Patria, Nazione, onore, capo, meriti, disciplina, fedeltà, rintuzza agli oppositori che che “tutte queste parole si trovano nella Costituzione. Basta leggerla”.

La forza di questo libro è quella di permettere al lettore di ritrovarsi in tanti passaggi, che esso sia di destra o meno, e di sentirsi “meno solo” e ghettizzato quando esprime un pensiero o un concetto che non è di sinistra, ma di semplice buonsenso e logica. A tal proposito, ci rifacciamo alle pagine che raccontano di un momento importantissimo per la Repubblica italiana e che dovrebbe essere il fondamento dell’unione nazionale e, invece, esprime tutte le contraddizioni, divisioni e distorsioni storiche che caratterizzano l’imperante cultura di sinistra in Italia: il 25 aprile. Bocchino ben spiega come una Festa che dovrebbe essere di tutti sia diventata da decenni appannaggio della sinistra che allegramente dimentica come la Resistenza fu un movimento di popolo a cui aderirono tutti (monarchici, cattolici, comunisti, socialisti, liberali, repubblicani). Un’operazione di  marketing, si potrebbe quasi dire, in cui la sinistra si è appropriata di un brand, trasformando una festa nazionale in una festa di parte e, se non sei della stessa corrente politica, hai meno diritti di festeggiare la Liberazione. Questo è un dato indubbio e non contestabile.

Altro pregio è quello di spiegare al lettore fatti di stretta attualità senza l’artifizio della lente distorta dalla disinformazione. Ricordate l’episodio dello scandalo suscitato dal ministro Lollobrigida che avrebbe fatto fermare il treno Frecciarossa per scendere a Ciampino, provocando la  rabbia di  Pd, M5s e Renzi, per la fermata ad “personam”? Un accanimento mediatico, una macchina del fango artatamente costruita, sottacendo che il treno (in enorme ritardo) era bloccato a Ciampino  e Trenitalia aveva avvisato i passeggeri che, per ovviare al disservizio, avrebbero potuto scendere dal mezzo e recarsi a destinazione con mezzi propri. Il ministro accusato di aver fatto fermare un treno, si era limitato a scendere da un treno già fermo. Ma lo scandalo scoppiò ugualmente.

Questo e altri episodi vengono narrati nel libro con l’intento di fare un po’ di pulizia di tanti ragionamenti di parte e verità camuffate.

Ricapitolando, Bocchino fa un’opera di sintesi storico-politica inedita, attirandosi contro, inevitabilmente, la forte opposizione e il rancore di quanti sono dall’altra parte del guado. Ciò a riprova di quanto sia lontana la pacificazione storica in Italia e di quanto sia difficile fare una serena narrazione storica, sempre con onestà intellettuale, ma con prospettive che si discostano dalla ufficiale lettura di sinistra (e quindi di parte) della storia contemporanea e attuale italiana.

Una lettura che tutti dovrebbero fare. Per ritrovarsi e anche per contestare, ma con mente lucida e scevra da condizionamenti. Cosa assolutamente non facile.

 

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

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