In quest’éra di globalizzazione, integrazione e convivenza dei popoli il Premio Napoli presenterà “Mia cara madre”, un piccolo evento in sintonia con le ultime edizioni del Premio Tenco, nel cui ambito si è sviluppata l’idea della rielaborazione di “Lacreme Napulitane” da parte di Canio Loguercio che, con questo brano, anticipa l’uscita del nuovo album per la casa editrice SQUILIBRI, particolarmente impegnata nella rivisitazione e rilettura della canzone napoletana nonché, insieme al Club Tenco nella promozione della nuova canzone d’autore.
Canio Loguercio rivisita alla sua maniera un classico della tradizione napoletana, scavando tra le pieghe dei suoi versi per lasciarne affiorare il significato più recondito e di una conturbante attualità.
Il testo di Libero Bovio, musicato nel 1925 da Francesco Buongiovanni, si dilata ed espande quasi a voler ricercare una nuova vita e, da espressione ormai canoniche del dolore dell’emigrante di ieri, diventa il canto più appropriato per definire la lacerazione dei migranti di oggi: dalla sfera della memoria transita così nell’ambito della cronaca quotidiana rivivendo nelle parole che i migranti inviano ai propri cari in Sri Lanka, Ecuador, Costa D’Avorio o Senegal.
Migranti in carne ed ossa, persone vere ed autentiche, che affiancano il cantore della madre lingua delle passioni in questa sua nuova incursione nel corpo della canzone napoletana: M’Barka Ben Taleb, Badara Seck, Malick Fall, Jomahe Solìs Barzola, Chitra Niranjalie Aluthwatta, Pierre Preira e Issoufou Conde.
Un concerto di voci con arrangiamenti di Canio Loguercio e Rocco Petruzzi, che trascende ogni significato contingente per diventare espressione di un sentimento universale in cui la nostalgia lacerante del distacco dalla propria terra si converte in un inno di speranza nell’avvento di un nuovo mondo all’insegna della convivenza tra culture e tradizioni e della piena integrazione delle persone in un’umanità che si rinnova ritrovando se stessa e le proprie radici.
Con i contributi di M’Barka Ben Taleb, Badara Seck, Malick Fall, Jomahe Solìs Barzola, Chitra Niranjalie Aluthwatta, Pierre Preira e Issoufou Conde, la voce e il canto di Laura Cuomo, la tromba di Luca De Carlo e la dirompente vitalità della Banda Basaglia.
La clip, girata al Molo San Vincenzo e nel Chiostro di Donnaregina a Napoli, verrà proiettato in anteprima mondiale durante la serata conclusiva del Premio Napoli. Nell’opera, una sorta di “mini film poetico”, si sviluppa un percorso, non-narrativo e volutamente non melodrammatico, sul tema della nostalgia, in un alternarsi di ritratti di migranti di oggi con quelli di ieri.
I primi sono seguiti in un peregrinare assorto lungo il Molo San Vincenzo, spazio di grande suggestione architettonica, ancora interdetto al pubblico; mentre i secondi sono ritratti in un’immaginaria America degli inizi del secolo.
Quest’umanità, portatrice principalmente di ricchezza identitaria, assume anche i connotati del sacro, evitando il cliché del migrante “sporco o incolto”, e anche la narrazione dominante, non per questo meno vera, del migrante “vittima”.