scritto da Rosa Montoro - 27 Aprile 2020 13:21

LIBRI & LIBRI La vita bugiarda degli adulti

In tutti questi anni di lettura, mi sono sempre chiesta se ci fossero argomenti più importanti di altri, storie più importanti di altre, parole più importanti di altre.

Domanda inutile, mi direte, leggere prende significato dall’interesse. Invece, mi sono convinta che niente più della lettura e scrittura è indotta, forgiata, formata dalla cultura e in particolare la cultura di genere. Qui per genere mi riferisco a quello che, in occidentale è identificato come maschile e femminile, che non ha niente a che fare con la rivendicazione tra i sessi, ma mi riferisco un’impronta letteraria di genere.

La mia attenzione a questo aspetto è legata alla mia lettura contemporanea, di due romanzi uno è M- Il figlio della guerra (Antonio Scurati- Bompiani 2019) e l’altro è LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI ( Elena Ferrante Edizione E/O, ottobre 2019).

Per prima cosa devo dirvi come distinguo questi due generi letterari: nella scrittura/lettura maschile il fuori guarda dentro, in altre parole il fuori (il mondo, la comunità) ambisce a interpretare e influenzare i sentimenti e le emozioni dei singoli; al contrario nella scrittura/lettura femminile il dentro guarda fuori, il flusso di coscienza è la forma massima di espressione, perché tutto è guardato attraverso l’emotività, i sentimenti e gli stati d’animo del singolo individuo.

Nella lettura/scrittura maschile c’è ancora una ricerca di potere della verità, della legge o norma, (Creonte) sia pure di una comunità, mentre la lettura/scrittura femminile si arrende al frammento, al dettaglio minimo, alla casa, alla legge dei sentimenti (Antigone condannata, perché ha voluto seppellire il fratello, viene murata viva. E ci sarebbe anche qui molto da dire, soprattutto per l’emergenza che stiamo vivendo oggi). Insomma, nel femminile c’è la cura dell’intimità e la scrittura di Elena Ferrante ne è un esempio, a mio parere, di massimo livello. A questo proposito, ritengo che il suo libro più, per così dire, “intimo” sia  I giorni dell’abbandono, Roma, E/O, 2002.

Ma veniamo a questo libro, LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI,perfettamente in linea con i quattro volumi cheraccontano la storia dell’amica geniale, soprattutto stilisticamente, confermano le scelte narrative di questa scrittrice: una narrazione femminile di scrittura/lettura in cuilo io narrante è protagonista, seguiamo il flusso di coscienza di una ragazzina in piena fase adolescenziale. Dunque il tema principale è la formazione di una visione del mondo, della ricerca di autonomia, che non va confusa con l’autosufficienza. L’autonomia è mentale, autonoma è una persona che anche da sola pensa e vive, sembra una precisazione strana, ma se ci riflettiamobene, non è sempre così. Ci sono donne e uomini che sono legati allo sguardo degli altri e dal quale dipende ogni loro scelta di pensiero, dipende il loro equilibrio.

Crescere significa scandagliare le proprie paure, le proprie insicurezze, le proprie bruttezze, come fa Giovanna la protagonista del libro di Elena Ferrante, che racconta la storia di una liceale della media borghesia napoletana, nel momento di passaggio verso l’età adulta. Giovannasi ritrova, in questa fase delicata della sua vita, sconvolta da avvenimenti familiari espressivi, ciò che la fa crescere è la costatazione di non poter contare più sugli adulti, che, occupati dalla loro vita, continuano a collocarla dove invade meno spazio e crea meno problemi.Ma crescere significa uscire da quello spazio e cercare la propria strada, per farlo deve attraversare il cerchio di fuoco: la solitudine.

Il libro ci racconta questo percorso e come tutti gli adolescenti Giovanna va e viene, finché non si decide a saltare al di là.Simbolo di questo percorso è un oggetto insignificante: un braccialetto, che, come un punto alla fine di ogni frase, conclude le domande e le risposte che questa ragazzina si dà.

In fine molto femminile è anche l’altro simbolo (insignificante), che Giovanna decide di espropriare del suo potere culturale: la verginità. Oggi sembra un passato  remoto, il tempo in cui (negli anni sessanta e ancora negli anni settanta, dipende dall’ambiente culturale) essere vergine e arrivare vergine al matrimonio era fondamentale, per essere collocate tra le madonne e non tra le puttane. Dobbiamo a queste donne e alla solitudine delle loro scelte, l’espropriazione simbolica che lentamente (non dico a caso lentamente) ha liberato il corpo femminile.

Chiudo ricordando a tutte noi che la libertà ha come sua contropartita la responsabilità delle scelte. Quindi chi questa responsabilità di scelta l’ha presa, e non si è mai barricata dietro un uomo quando le faceva comodo, ha ragione ad arrabbiarsi se e quando non viene trattata alla pari nelle opere e nelle azioni della sua vita.

Buona lettura.

Elena Ferrante, (Napoli, 5 aprile 1943), è uno pseudonimo, per quanto tale ipotesi non sia accreditata dalla scrittrice. Nata e cresciuta a Napoli, ha effettuato studi classici. Fra i suoi autori preferiti cita Elsa Morante. Dal suo primo romanzo, L’amore molesto, edizione E/O, 1992,

Nel 2006 viene pubblicato il romanzo La figlia oscura, E/O,da cui nel 2007 la scrittrice ha tratto spunto per il racconto per bambini La spiaggia di notte. Nel 2011 è stato pubblicato il primo volume della serie L’amica geniale,E/O, seguito nel 2012 dal secondo volume, Storia del nuovo cognome,E/O, nel 2013 dal terzo, Storia di chi fuggee di chi resta, E/O, e nel 2014 dal quarto e conclusivo Storia della bambina perduta, E/O.

 

Rosa Montoro è nata a Sarno e vive a Cava de’ Tirreni, laureata in Sociologia lavora in un ente pubblico, è sposata e ha due figlie. Ha ricevuto vari premi per la poesia, nel 2017 ha pubblicato "La voce di mia madre", una raccolta di poesie inserita nel catalogo online “Il mio libro” – Gruppo editoriale Espresso. Per la narrativa è stata premiata nel 1997 per il racconto "Il cielo di Luigino" pubblicato nel testo collettaneo “Nuovi narratori campani” dell’editore Guida di Napoli. Lo stesso editore ha pubblicato nel 2000 il romanzo breve "Il silenzio della terra" premiato nel 2001 al Concorso Europeo di narrativa “Storie di Donne” FENAL circoli europei liberi, secondo premio. Infine, "Il Circolo degli illusi", edito da Oedipus - 2018.

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