Per chi dava spacciata la poesia ha sbagliato a fare i conti. Seppur entrati a pieno regime nel Terzo Millennio, in piena globalizzazione, la poesia cambia volto e strumenti rimanendo una forma di espressione intramontabile.
A tal proposito è stata interessante, recentemente a Napoli, il progetto Radio Poesia che si è proposta di ravvivare l’interesse per la poesia contemporanea mettendola su un “ponte digitale” attraverso l’ausilio di Radio Siani; ciò ha consentito di avvicinare il pubblico ai poeti tedeschi creando sinergie con i poeti italiani per un dialogo interculturale piùi incisivo tra Germania e Italia, avvalendosi di traduttori e traduttrici.
Nel contesto di un panorama poetico internazionale contemporaneo, dinamico, innovativo erano presenti: Rupi Kaur, poetessa, scrittrice e illustratrice canadese di origine indiana, che con la sua opera prima di poesia e prosa: “Milk and Honey”, tradotta in venticinque lingue, ha venduto 2,5 milioni di copie in tutto il mondo e ha trascorso più di un anno nella lista dei best seller del New York Times.
Rupi Kaur è considerata una dei più influenti ‘instapoets’ (giovani poeti che pubblicano versi su social media) e le sue tematiche vertono principalmente su problemi sociali e cambiamento; come pure l’ormai conosciutissimo Festival Internazionale di Poesia (FIP) di Medellin (Colombia) alla sua 29esima edizione, che si è tenuto a cavallo tra giugno e luglio scorso e che ha riunito saggisti, scrittori, filosofi poeti ed artisti di 40 nazioni Cina, India, Cile, Brasile Uruguay, Mongolia, Russia, Argentina, Francia, Egitto e tra queste l’Italia, rappresentata nell’edizione 2018 dalla poetessa e archeologa romana Flaminia Cruciani, che abbiamo intervistato telefonicamente per raccontarci delle emozioni ricevute in un contesto mediatico di tale portata.
La Cruciani ci ha parlato dell’energia che si respirava in quel magico luogo: “…un’energia antica, meravigliosa di un popolo che è rimasto ancorato profondamente alla propria energia spirituale profonda e allo spirito magico della madre terra.
È stata un’esperienza indicibile, si vivono emozioni così forti che rimangono impresse a fuoco dentro. II festival lo scorso anno era dedicato allo Sciamanesimo, e ho avuto la fortuna di conoscere sciamani proveniente da tutto il mondo. E un mondo, quello dello sciamanesimo, che io sento molto vicino, per un occidentale è un’esperienza scioccante, appare come una riserva naturale protetta in cui la poesia è assolutamente viva e prolifica; e poi dopo Medellin ho la certezza che è possibile continuare a sognare”.