Il libro di Giuseppe Marchetti Tricamo, Domani è un giorno nuovo (Ibiskos-Ulivieri, 2020), inizia con un’ouverture, apertura (come l’autore lo definisce), termine utilizzato per indicare un brano che si esegue a sipario chiuso, prima dell’inizio di opera.
Il libro raccoglie gli scritti inviati, da molti autori italiani fra i cui il nostro collaboratore e amico Gildo De Stefano, nel periodo del lockdown (marzo – maggio). Nel raccoglierli non c’è un argomento che fa da filo conduttore, ma piuttosto uno stato d’animo che io definirei d’incanto.Come nella favola, la Bella Addormentata si risveglia dal suo sonno mortale, così in questo libro, lo spirito poeticosi sveglia e comincia a sentire le mura che parlano eraccontano degli uomini che ci vivono: il ricordo della guerra, di una canzone, di una paura. Poi tante sensazioni, soprattutto SILENZIO, un silenzio inquietante.
Chi non ha pensato al silenzio nei mesi del lockdown?
Ricordo una domenica mattina – io abito in centro e abitualmente l’unico suono percepito, è quello del traffico -, a mezzogiorno ho sentito il rintocco delle campane arrivare limpido, chiaro come non era mai successo. Ecco, ci siamo ho pensato, è stato lui a fermare tutto in questo incantesimo:un silenzio inquietante– quante volte l’abbiamo sentito ripetere. A sipario chiuso, è Lei che ritorna padrona: la nostra Natura, mostrandoci i limiti che abbiamo ricoperto con il senso di onnipotenza della teknè. L’uomo può raggiungere grandi obiettivi, e finire come “Pompei in pochi minuti … sotto una pioggia di cenere …” (cit. p. 55).
Dopo il risveglio del nostro spirito, abbiamo la percezione della fortuna di un lungo periodo pace e prosperità in cui abbiamo potuto coltivare l’illusione di aver superato i rischi di distruzione della specie. Ora ci tocca fare i conti con il pensiero di quanto la nostra vita sia un puntino infinitesimale all’interno del gigantesco disegno dell’Universo.
Nell’ouverture ritroviamo la dimensione “reale” dell’uomo che vive il suo rimpicciolimento, ma anche la fretta diritornare ai giorni in cui nessuno si faceva domande e tutto andava bene.
“Qui c’è un silenzio irreale e spaventoso, un senso di smarrimento e inquietudine, un’atmosfera densa di assenze che così tanto ci turba. Ma dove sono finiti tutti?” (cit. p. 8 – Domani è un giorno nuovo ed. Ibiskos-Ulivieri, 2020).
Ogni autore cerca di sentire a modo suo l’Umanità che lo circonda, il branco a cui si unisce per sentirsi meno in pericolo dalla “guerra” e dalla “malattia” che è entrata nella sua vita. Nel vuoto,rimane il silenzio che ha lasciato la comunità, il valore del “noi”, tante volte sottoposto al dominio dell’ “io”. Ora l’assenza della comunità si è portata via tanti aspetti che erano per “noi” comperati e percepiti come intoccabili. Anche il male, in branco, ha più forza ma non spezza la speranza di Maria: “Tranquilli compagni, ma bisogna che Nicolino veda, capisca, e ricordi perché lui è il domani” (cit. p 35 ).
La speranza è l’altro tema che verrà sviluppato ampiamente: “l’albero che ritorna a germogliare”, perché non tutto è perduto. Anzi dipende ancora da noi, dalla nostra capacità di rimanere insieme e riportare senso e umanità oltre i morti, oltre il dolore e, soprattutto, oltre chi cerca di confonderci riempiendo il silenzio del “gracchiare di cornacchie e pappagallini” perché “ la solitudine arricchisce lo spirito, ringiovanisce l’animo? Bisognerebbe chiederlo ai tanti che l’hanno provata”. (cit. p. 245 racconto di Angelo Sferrazza)
“Il futuro che incontrerò/sarà qualcosa per cui ho lavorato tanto./Costruito in passato/sperato, sognato …” (cit. p. 240 poesia di Marzia Serpi). Ebbene abbiamo scoperto che l’uomo è vettore del bene e del male, non dobbiamo dimenticarlo. Concludo riportando una frase di Antoine de Saint Exupéry riportata nel libro: “Volersi bene non è guardarsi negli occhi, ma guardare insieme nella stessa direzione” (cit. p. 60 riflessioni di Antonio Cambi).
Giuseppe Marchetti Tricamo è uno storicoitaliano, studioso dell’identità nazionale italiana. È coautore dei libri Fratelli d’Italia. La vera storia dell’inno di Mameli (Mondadori, 2001), Il Tricolore degli italiani (Mondadori, 2002), Viva l’Italia. Viva la repubblica (Mondadori, 2003), L’Italia s’è desta (Cairo, 2011). Ha scritto anche Succedeva a Chicago in una fredda sera d’inverno (Zines/Agra, 2015). Docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza – Università di Roma. È stato dirigente Rai, dirigente di Rai Notte, direttore di Rai Eri e delle riviste Nuova Civiltà delle macchine e Nuova Rivista musicale italiana. Ha diretto per tredici anni, dalla fondazione al 2018 Leggere:tutti. Alla storia dell’editoria ha dedicato il libro La fabbrica delle emozioni (Franco Angeli, 2005).I sui libri più recenti sonoIl tempo dilatato. Riflessioni sul senso della lettura (Ibiskos-Ulivieri, 2018) e Domani è un giorno nuovo (Ibiskos-Ulivieri, 2020).