Sono rimasta molto colpita da un libro consigliatomi da un grande lettore della mia famiglia: I poeti del sogno– piccola antologia – di Antonio Fiori (edizione InSCHIBBOLETH Roma 2020).
“Eccoli i dodici apostoli della poesia. Sono stati prescelti perché uniti da un sogno enigmatico, nel quale, con poche variazioni, sono interrogati senza comprendere la domanda o l’evento annunciato.” Leggiamo nella presentazione (p. 9, I poeti del sogno – piccola antologia – di Antonio Fiori ed. InSCHIBBOLETH Roma 2020).
Il sogno che unisce questi autori è di riuscire a conoscere e interpretare il linguaggio poetico, quello che “Gesù scisse sulla sabbia …” (cit. p. 9). Attraverso gli autori riportati si ripercorre la storia umana, una piccola antologia di “sognatori” portati ad esempio del desiderio di comprensione.
La rivelazione, però, non è scienza, è arte. Infatti, capiamo subito che, ad accomunare i vari autori, è un’unica domanda: cosa voleva dirmi? La poesia, come la preghiera è destinata a cercare la risposta, il senso e il contenuto è fatto di stupore e mistero, che non dimentica mai i limiti e il dolore in cui la conoscenza umana è immersa. Questa consapevolezza è in tutti gli autori citati nella piccola antologia, che legano in modo chiaro arte e mistero, il reale al mondo divino.
I personaggi-autori cercano il significato, ma non comprendono le parole, restano sconosciute, sgorgano da una fonte sotterranea, limpida, chiara, ma senza significato, perché il significato ha bisogno di un lettore, deve trovare la fonte nel lettore. Insomma la poesia è affidata agli occhi e al cuore di chi legge e si disseta bevendo ciò che la terra gli dono, raccoglie il significato profondo, le emozioni di quel che gli dice la poesia,che sgorga da un linguaggio che non sempre è parola.
“Siete voi, vestiti di cenci/affamati ma con occhi dolci/che non posso dimenticare …” recita Estella Ruiz Blanco (cit. p. 23) o ancora Jules Tassard Partire di notte, senza avvertire/ l’amico che dormenella locanda/ Questa è la strada che indica il destino/che tu non scegli ma seguirai sorridendo/ … (cit. p. 31).
La consapevolezza di questi poeti li porta a costatare che la poesia è destinata a vivere nel mezzo, tra ragione e sogno, tra vita e morte tra cielo e terra. È un mezzo “demoniaco”,“E conviene pensare cosí … che Iddio l’ha data a ciascuno di noi come demone… E per fermo là sospese Iddio il nostro capo o radice, e dirizzò tutto il corpo, di dove trasse l’anima suo principio.”(Platone Timeo XLIII).
Aldo Domenico Coviello, napoletano, abituato a vivere i bassifondi del cimitero delle Fontanelle sulla collina di Materdei, ci dice che l’amore possiamo sentirlo palpitare vicino alla morte: Eppure prima santa/dovresti diventare/se no chi mai potrà/chiamarti fino al padre/ Santina sei santissima/e Assunta diverrai/ e non lo dico io/ma gli Angeli, vedrai… (cit. p. 39).
E alla fine con stupore, servito con cura infinita (biografie perfette e citazioni), scopriamo che gli autori sono tutti inventati e che abbiamo sognato di trovare un significato alle poesie che abbiamo letto, ma ora c’è consigliato di rileggere sapendo la verità. Ma qual è la verità?
“… Al lettore è allora richiesto il piccolo sforzo di almeno due letture: la prima fingendo di non sapere, la seconda pensando ad un unico autore che, come un romanziere ha inventato i suoi personaggi …” (cit. p. 109).
Antonio Fiori È nato a Sassari nel 1955.Nel 2004 è tra i sette poeti vincitori per la sillogia inedita al Premio Montale Europa e nel 2019 il riconoscimento “per una vita in poesia” premio Lorenzo Montano. Ha pubblicato: Sotto mentite spoglie (Manni 2003) La quotidiana dose (Liectocolle 2006) Trattare la resa(Liectocolle 2009) In macerie(Delfino 2012) Nel verso ancora da scrivere (Manni 2018). Collabora con la rivista “Poesia”.