LIBRI & LIBRI Angela Mogano pubblica “Una storia vera”, come la vita
“Una storia vera” è il racconto in prima persona fatto da Maria della storia della sua famiglia ed in particolare delle donne che l’hanno portata avanti, sua nonna materna Luisa e sua madre Ermelinda. Si tratta di una storia che attraversa il Novecento fino agli anni Settanta, in cui il vissuto personale si intreccia inevitabilmente con quello dell’Italia dell’epoca e del nostro Meridione.
Confesso che questo libro, giaceva – in buona compagnia ad essere onesti – nella mia libreria da qualche settimana senza essere stato ancora letto.
Poi è successo che sono stata alla presentazione e ho ascoltato le parole della scrittrice, Angela Mogano, parole sincere che fluivano dalle sue labbra e, prima ancora, dal suo cuore, a braccio, facendo dono a noi, pubblico presente, della spontaneità, merce assai rara nei tempi moderni dove tutto è artefatto, chirurgia estetica della comunicazione.
Le parole di Angela sono state appassionate ma al tempo stesso pacate, garbate, dolci. La sua è la tenerezza che si prova verso ciò che è caro, che ci appartiene perché “Una storia vera” è davvero la storia di sua mamma, di sua nonna e della sua bisnonna e dunque la storia delle sue ave che la scrittrice ha deciso di rendere pubblica e lasciare andare perché potesse appartenere a tutti coloro che la leggeranno.
Come mai questa decisione? La scrittrice chiarisce che l’ispirazione le è venuta quando, durante uno dei lockdown che abbiamo vissuto nel nostro recente passato, dopo aver ascoltato in televisione una adolescente che si lamentava per non potere né volere più rinunciare alla discoteca, sua madre amaramente le disse che rinunciare è ben altra cosa. Angela Mogano probabilmente conosceva già, se non tutte, parte almeno delle vicende cui sua madre si riferiva ma fu allora che comprese che queste avrebbero potuto avere interesse per tutti e non solo come eredità familiare ma che potessero rappresentare esempi universali, che forse valeva la pena fossero tramandate fuori dai confini familiari.
Con grande umiltà la scrittrice si è approcciata alla scrittura della sua opera prima in maniera meticolosa e dubbiosa, leggendo e rileggendo, documentandosi,limando, modificando, aggiungendo e anche interrogandosi sul valore di ciò che stava creando.
È con queste parole che mi sono convinta ad abbandonare le mie letture in corso per dedicarmi alla lettura di“Una storia vera”.In poche ore sono arrivata a pagina 90 imparando tanto ma soprattutto emozionandomi e piangendo anche sulla pagina di fronte alla potenza di una scrittura che, come giustamente l’ha definita chi l’ha partorita, è un’esperienza sensoriale che, attraverso i sensi, fora l’anima.
“Una storia vera” avrebbe potuto essere un diario o una biografia, è invece un romanzo.In questo modo, attraverso una finzione, non è più solo la storia di Maria e delle sue ave ma divent apatrimonio comune.
“Una storia vera” è un romanzo duro e tenero, aspro e dolce, tenace e debole, forte e fragile. Insomma è vita.
La persona citata nel libro Virginia detta Virginel a lattara era la mia cara madre