Il tempo trascorso, scandito purtroppo dal malefico virus artefice di una pandemia globale, ha ispirato più di uno scrittore a riportare fatti, misfatti e cronaca di un anno -il 2020- che lo stesso Piero Angela ha definito “Annus Horribilis”, che ha mietuto vittime e si fa fatica a far passare il concetto basilare, un postulato, che il mondo non è più lo stesso e domani non lo sarà.
Questa pandemia ha messo in evidenza, in maniera clamorosa, la fragilità di tutti i sistemi. In crisi, paurosamente, sta andando tutto. La quotidianità occidentale, fatta di relazioni fra persone, fondata sul consumo, è in crisi, e soprattutto non c’è ad oggi, nonostante il vaccino, la luce che da un tunnel si deve poter vedere.
Sono questi i presupposti su cui Filippetti, editorialista del quotidiano “la Repubblica” nonché autore di libri e pamphlet come questo, col suo solito piglio critico ma lucido, ha intessuto la trama di quest’ennesimo suo libro, cronologico in modo settimanale nel range marzo-giugno, di quegli “errori, malintesi, ritardi” che l’autore fa menzione nelle istruzioni alla lettura. Eppure catastrofi come il coronavirus sono prevedibili.
È questo il giudizio che molte autorità, politiche e scientifiche, hanno condiviso in passato tramite studi e ricerche. Quindi perché non ci siamo preparati al Covid-19? La risposta del singolo individuo può derivare dal cosiddetto panico negativo. Ovvero l’inazione che ci ha spinto a non spaventarci finché il fenomeno non è diventato inarrestabile, colpendo dal nostro vicino di casa al cittadino a migliaia di chilometri.
Tutto questo commentato in 19 testi scanditi proprio da quelle 19 settimane cruciali, in cui il virus aveva toccato il suo picco di contagiosità, provocando vittime e già inoculando nelle menti degli italiani un’inattesa metamorfosi esistenziale fatta di comportamenti, azioni e pensieri, che ha generato altresì un nuovo ‘linguaggio’ che Filippetti riporta oculatamente nelle conclusioni.
Dunque un testo che riporta cosa sia potuto accadere con il Covid-19. Anche se sapevamo che milioni di persone avrebbero preso questa malattia, il nostro istinto, contro ogni logica, ci ha spinto a pensare che non saremmo state fra quelle. In Italia questo si è tradotto con: ‘quello che succede in Cina è molto lontano, non può effettivamente accadere qui’. Un errore comune che può essere definita solo miopia esponenziale.
La postfazione, affidata a Natale Rossi, co-presidente della Federazione Italiana Scrittori, si uniforma ad un certo pessimismo critico dell’autore, quando indica che il vero fallimento è quello dei nostri leader. Anche se alcuni di noi avessero preso coscienza di quello che stava per accadere, cosa avrebbero potuto fare realmente? Mentre i politici hanno accesso ai migliori consigli, potrebbero non sentirsi obbligati a prendere sul serio gli esperti. Le persone potenti, dopo tutto, si sentono al riparo da molte preoccupazioni quotidiane.
Antonio Filippetti
Almanacco del tempo del Coronavirus
Istituto Culturale del Mezzogiorno Editore, Napoli 2020
pagg. 80 – €. 12,00