scritto da Christian De Iuliis - 16 Dicembre 2019 09:14

L’ARCHRITICO A cosa serve Checco Zalone

Spopola in rete il video della canzone “Immigrato”, trailer del nuovo film di Checco Zalone “Tolo tolo” (visibile al link: www.youtube.com/watch?v=SmH2ZZy0dUI ).

La location che Zalone sceglie per la seconda parte del suo videoclip ci offre l’occasione per parlare sia di cinema che di architettura.

Si tratta del complesso di case site a Roma in viale XXI Aprile nel quartiere Nomentano, chiamate “Case Federici” dal nome dell’impresa che le realizzò tra il 1932 e il 1937.

Il comico Luca Medici (vero nome di Zalone) conosce la storia del cinema e cita Ettore Scola, che in questo complesso di case “convenzionate” ambientò “Una giornata particolare” il film del 1977 dove Antonietta (Sofia Loren) e Gabriele (Marcello Mastroianni) si incontrano il 6 Maggio del 1938, giorno in cui Adolf Hitler visitò la capitale.

Scola tornò nello stesso quartiere nel 1996, per una delle sue ultime pellicole, “Romanzo di un giovane povero” con Alberto Sordi.

Le “Case Federici” opera dell’architetto romano Mario De Renzi sono “un insieme di edifici alti (442 appartamenti disposti su 26 blocchi sporti su due corti interne) orchestrati da cortili di netto sapore futurista per i semicilindri luminosi delle scale” (cit. B. Zevi).

Sono proprio i volumi dei vani scala in ferro e vetro con i balconi curvi e le logge ad alimentare la fantasia del regista campano che nella scena d’apertura de “Una giornata particolare” muove la macchina da presa risalendo da uno dei cortili fino ad entrare nella casa della Loren, realizzando così un indimenticabile piano sequenza, uno più belli della storia del nostro cinema (rivedilo al link: www.youtube.com/watch?v=eBTlIKcBcL4 ).

 Le “Case Federici” rappresentano un esempio virtuoso di case “a basso costo” dell’architettura razionalista; De Renzi si occupò di ogni aspetto della progettazione di questa “piccola città”: dalla tipologia degli alloggi, alla disposizione altimetrica dei volumi, fino alle destinazioni dei piani terra, dove realizzò, oltre a 70 negozi, un cinema da 1.600 posti con annessa sala da ballo (trasformato in un supermercato nel 1968).

Niente a che vedere con la pessima architettura economica e popolare della seconda metà del novecento.

Per ricordare Scola e De Renzi, serve Zalone.

Nasce, vive, vegeta in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto, nel 1984, in un tema di quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge Assessore al Nulla. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”. Avanguardia del XXI^ secolo che vanta già diversi tentativi di imitazione. All’attivo ha quattro mezze maratone corse e due libri pubblicati: “L’Architemario – volevo fare l’astronauta” (Overview editore – 2014) e “Vamos a la playa – Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens – 2016). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto. Dipende da dove si trova e da chi glielo chiede.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.