L’ANGOLO DELL’ANIMA Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) nell’età evolutiva
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni che creano un forte disagio nelle diverse aree di vita del soggetto.
Le ossessioni sono pensieri o immagini che ritornano nella mente della persona in maniera ricorrente e persistente e che vengono giudicati come incontrollabili, ingiustificati e irrazionali. Spesso sono associate ad ansia, paura e disagio. Le ossessioni più comuni tra bambini e adolescenti sono composte da pensieri sulla contaminazione, immagini violente e preoccupazioni sul proprio corpo.
Altri tipi di ossessione possono riguardare la religione, numeri speciali, parole o colori. Durante l’età evolutiva c’è una forte tendenza a reprimere, resistere o ignorare le ossessioni, mentre in età adulta le strategie per controllarle diventano più complesse. Ad esempio, pensieri ossessivi possono essere del tipo: “Potrei infettarmi se tocco la maniglia del bagno”, “Se non controllo che tutte le luci siano spente, succederà qualcosa di negativo”, ecc.
Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o attività mentali utilizzati per diminuire l’ansia, l’angoscia dalle ossessioni. Non sono intrinsecamente dirette a uno scopo o ad una gratificazione e, così come le ossessioni, possono avere una funzione adattiva. Tuttavia, quando le compulsioni sono eccessive e rigide, vengono considerate patologiche.
Quelle più diffuse in età evolutiva includono il lavarsi, pulire, controllare, toccare o altri rituali mentali (contare, ripetere parole o frasi…). È importante notare che anche quando le compulsioni sembrano essere impiegate per neutralizzare le ossessioni, non sempre sono legate in maniera razionale (ad es., ordinare dei giocattoli per controllare un’ossessione per i germi).
Studi diversi hanno individuato il DOC anche in bambini di 2 anni di età,con un’età media di insorgenza tra gli 8 e gli 11 anni. I maschi hanno un’età di insorgenza (prima della pubertà) più precoce rispetto alle femmine. Tuttavia, in generale, entro la fine dell’adolescenza, i tassi di prevalenza tra maschi e femmine sono simili.
Lo sviluppo del DOC e dei suoi meccanismi cognitivi non sono ancora stati compresi del tutto. È stato ipotizzato che i bambini e gli adolescenti possono svilupparlo quando si preoccupano eccessivamente per individui o situazioni quotidiane. I cognitivisti pensano che si attivi una sorta di fusione tra pensiero e azione, ovvero una diminuzione della capacità di distinguere la realtà e i comportamenti dai pensieri.
Questo bias cognitivo provoca un forte senso di responsabilità e porta alla creazione delle ossessioni e di comportamenti compulsivi. Per esempio, un bambino può essere ossessionato dal pensiero che accadrà qualcosa di brutto al genitore se non mette in atto una determinata azione e, per questo, prova un forte senso di responsabilità nei suoi confronti.
Questo stile di elaborazione cognitiva dà origine a sentimenti di impotenza che aumentano la ruminazione e le auto-accuse. Inoltre, il tentativo di sopprimere le ossessioni apporta un leggero sollievo, ma in realtà la soppressione dell’ossessione serve solo a perpetuare e a mantenere la sintomatologia DOC.
Un altro fattore importante nello sviluppo del DOC durante l’età evolutiva riguarda l’ambiente familiare. Un’ipotesi è che gli ambienti familiari caratterizzati da elevati livelli di stress e ansia aumentano il rischio di disturbo ossessivo compulsivo perché sembra aumentare la probabilità che i bambini e gli adolescenti percepiscano il mondo come intrinsecamente pericoloso e come luogo in cui la prudenza deve costantemente essere esercitata.
Inoltre, l’iperprotezione dei genitori e le critiche per i fallimenti per non aver preso adeguate precauzioni contro il pericolo sono influenti.
Numerosi altri fattori relativi all’ambiente familiare possono influire sul DOC: ad es., la mancanza di calore emotivo e di controllo sugli eventi esterni, le interazioni genitore-figlio caratterizzate da un coping evitante e da interpretazioni comportamentali fondate sulla minaccia.In più, sono importanti anche gli atteggiamenti e gli stili di pensiero che si sviluppano durante gli anni dell’adolescenza.
Uno degli interventi che si può utilizzare, sia con adulti che con bambini/adolescenti, è l’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP), una tecnica cognitivo-comportamentale che può aiutare a ridurre la sintomatologia.
L’ERP consiste in un’esposizione graduale e prolungata a stimoli o situazioni temute e in una astinenza dal comportamento compulsivo. Sebbene l’inibizione della risposta inizialmente aumenti l’ansia, in assenza della compulsione, l’estinzione della paura è rafforzata. In generale, viene introdotta una gerarchia graduata di stimoli paurosi, che consente al bambino o all’adolescente di aumentare la propria abilità nella gestione delle ossessioni.
Un altro intervento comportamentale è il training sulla gestione dell’ansia (AMT) che prevede l’insegnamento di diverse tecniche di respirazione e di rilassamento. Durante questo tipo di interventi comportamentali i bambini e gli adolescenti sono aiutati a cambiare le loro convinzioni imprecise su stimoli temuti e, allo stesso tempo, ricevono suggerimenti comportamentali diretti per ridurre comportamenti compulsivi. L’obiettivo specifico è quello di insegnare a bambini e adolescenti a identificare, accettare e correggere le loro convinzioni disfunzionali su ciò che li ossessiona. Infatti, gli studi dimostrano buoni risultati e un mantenimento dei benefici del trattamento.
Nell’ambiente familiare, il DOC può avere un profondo impatto negativo sulla vita degli altri membri della famiglia perché i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo sono onnicomprensivi e le compulsioni possono coinvolgere tutti. Infatti, il termine “family accommodation” è spesso usato per riferirsi a risposte familiari che sono direttamente (ad es., partecipazione o assistenza nei rituali) o indirettamente (ad es., modifica dello stile di vita della famiglia in base ai sintomi) parte della sintomatologia.
Per questo motivo, le famiglie dovrebbero essere coinvolte interventi psicosociali quando possibile, anche perché l’intervento sulla famiglia da solo può essere sufficiente per ridurre dei comportamenti compulsivi.
In conclusione, si può dire che il DOC è comune durante l’infanzia e l’adolescenza e che molte teorie hanno cercato di delineare le varie dimensioni implicate nella genesi e nella cura di questo tipo di sofferenza.
La maggior parte dei clinici concorda sul fatto che è importante agire attivamente sul coinvolgimento della famiglia, oltre che sull’influenza dei fattori biopsicosociali.
Riferimenti bibliografici e sitografici
Buonanno, C., Perdighe, C., & Mancini, F. (2009). La psicoterapia del disturbo ossessivo compulsivo in età evolutiva. Giornale Italiano di Neuropsichiatria Infantile, 23(3), 290-308.
Mancini, F., & Buonanno, C. (2010). Il disturbo ossessivo-compulsivo in età evolutiva: un protocollo di esposizione e prevenzione della risposta (EPR) adattato a bambini ed adolescenti. Il disturbo ossessivo-compulsivo in età evolutiva, 1000-1009.
Krebs G, Heyman I. (2015). Obsessive-compulsive disorder in children and adolescents. Arch Dis Child. 2015 May;100(5):495-9. doi: 10.1136/archdischild-2014-306934.
https://www.terzocentro.it/disturbi-infanzia-adolescenza/disturbo-ossessivo-compulsivo-adolescenza/