L’ANGOLO DELL’ANIMA Il bambino e la separazione dei genitori: come gestirla?
Il punto di partenza per la gestione della separazione dei genitori è la conoscenza della storia del bambino e della famiglia perché i casi possono essere molti diversi in base all’età del bambino, ma soprattutto in funzione delle specificità della situazione familiare.La separazione può essere vissuta dal bambino come qualcosa che scopre all’improvviso o, all’estremo opposto, come la parte finale di una di una lunga serie di esperienze traumatiche, che rendono la decisione di separarsi un evento simile al risveglio di un incubo. Nella maggior parte dei casi, la situazione familiare si può collocare a metà tra questi due estremi, ma questo non elimina la necessità di lavorare per prevenire l’insorgere di problematiche emotive più serie.
Innanzitutto, il bambino tende a costruirsi le idee, spiegazioni e strategie per difendersi dalla sofferenza provocata dalla rottura emotiva dei genitori; per questo, dare delle spiegazioni al bambino dopo che ha già osservato tutte gli effetti negativi della separazione non è molto utile. Infatti, è necessario pensarci un po’ prima, anche se questo non vuol dire coinvolgere direttamente i figli nei litigi, nelle tensioni e nelle incertezze che precedono la separazione.
Il bambino ha il bisogno e il diritto di sapere le cose quando anche i genitori le hanno definite con chiarezza, non prima quando c’è ancora confusione ed indecisione. Una volta che i genitori hanno preso una decisione chiara, la cosa migliore da fare è affrontare con chiarezza la questione senza specificare al bambino particolari inutili o attribuzioni di colpe. Un momento e un luogo tranquillo, senza interruzioni o intrusioni di altre persone, possono agevolare questa complessa chiarificazione che andrebbe fatta da entrambi i genitori insieme.
Il discorso dei genitori può partire dai fatti che sono già evidenti al bambino, continuare spiegandogli che i litigi e le rotture della coppia possono capitare e che sono capitate anche a loro.
È importante evitare affermazioni troppo impegnative e personali (“Non ci amiamo più”), sostituite da un atteggiamento molto interattivo e schietto. Prevedere la reazione del bambino è difficile: potrà tacere, piangere o chiedere altre spiegazioni ma, in ogni caso i genitori farebbero bene ad accettare il suo silenzio, le sue lacrime e a trasmettergli, anche attraverso abbracci e carezze, che la scelta di separarsi non cambierà l’amore che provano per lui. È giusto rassicurarlo sul fatto che la separazione non dipende da lui, ma dai problemi che mamma e papà hanno tra loro due in modo tale da risparmiargli un forte senso di colpa. Accogliere il dolore e le diversi reazioni del figlio vuole dire, quindi, essere pronti a piangere con lui (se i genitori sentono il desiderio di piangere), essere sinceri (coraggio di rispondere “non lo so”) ed essere disponibili a parlare in qualsiasi altro momento se il bambino lo richiede.
Un altro punto che i genitori devono avere ben chiaro è il fatto che il figlio ha bisogno di equidistanza: è del tutto dannoso incolpare il partner cercando di far scegliere al bambino posizione netta e dalla parte di chi stare.
Questo creerebbe un sovrappiù di sofferenza di cui il bambino non ha bisogno. Infatti, ciò che più aiutarlo nella ricostruzione emotiva e cognitiva della propria idea di famiglia, di relazione e di amore è il continuare ad avere un uguale contatto emotivo con mamma e con papà, anche se le cose tra loro non sono più lo stesse.
La gestione migliore della separazione dei genitori si basa, dunque, su una rassicurazione realistica del bambino sul fatto che non è colpa sua, non cambierà il bene verso di lui e non peggiorerà il modo in cui si prendono cura di lui.
Dopo che le forti emozioni si saranno calmate, è compito dei genitori anche chiarire gli aspetti pratici della separazione: cosa succede dopo? Con chi vivrà il bambino? Quando e come il genitore che non è più in casa potrà vedere e sentire il bambino? Ancora una volta i genitori dovranno essere aperti, rassicuranti e sinceri, senza raccontare bugie o essere reticenti proprio su questi aspetti che, molto spesso, creano le maggiori difficoltà in quanto elementi concretiin cui i genitori proiettano, inconsapevolmente, i propri vissuti emotivi legati alla separazione (rivalsa, colpa, abbandono…).
Per questo motivo, riuscire a gestire con chiarezza e decisione gli aspetti emotivi e concreti della separazione vuol dire anche contenere maggiormente le angosce del bambino.
BIBILOGRAFIA
Celi, F. (2018), La psicoterapia in età evolutiva, Hogrefe Editore, Firenze.