L’ANGOLO DELL’ANIMA Disagio adolescenziale non più come emergenza socio-psico-sociale, ma come bisogno di attenzione e cura strutturata
Il disagio adolescenziale può manifestarsi con un ritiro sociale da parte dei giovani, oppure attraverso condotte autolesionistiche

L’adolescenza rappresenta un periodo critico dello sviluppo durante il quale avvengono sostanziali cambiamenti neurologici e biologici. Ma non solo. Durante questa tappa, gli adolescenti sono chiamati a far fronte a nuove sfide e compiti evolutivi. Pertanto, non è insolito l’insorgenza proprio durante l’adolescenza, di disagi, che possono manifestarsi in svariati modi. In particolare, il disagio adolescenziale può manifestarsi con un ritiro sociale da parte dei giovani, oppure attraverso condotte autolesionistiche.
Il fenomeno del ritiro sociale è una realtà molto ampia, che ha iniziato a coinvolgere sempre di più anche i preadolescenti. Per ritiro sociale intendiamo un abbandono volontario delle relazioni amicali, del percorso scolastico e in generale di tutti i contatti sociali, per rinchiudersi nella propria stanza e dedicarsi ad attività di video giochi, visione di film e lettura di fumetti o altro ancora, fino ad arrivare all’isolamento totale anche dalla famiglia. Le cause del ritiro sociale possono essere molteplici: senso di inadeguatezza rispetto a sé stessi e in rapporto agli altri, senso di disagio percepito rispetto al passaggio dalla fase infantile a quella adolescenziale. Il ritiro sociale è, in pratica, legato alla difficoltà di relazionarsi con gli altri e a sensazioni di malessere profondo.
L’autolesionismo, invece, riguarda il danneggiamento del proprio corpo attraverso lesioni autoinflitte dirette e intenzionali. È un fenomeno di cui ne soffrono prevalentemente adolescenti e giovani adulti con un’incidenza del 15/20 %. L’autolesionismo in adolescenza è spesso associato a problematiche quali depressione, stress, ansia o disturbi della condotta e abuso di sostanze, oltre a relazioni familiari disfunzionali, isolamento sociale e scarso rendimento scolastico. L’origine di condotte autolesionistiche è complessa. L’autolesionismo può essere letto come una strategia di coping e regolazione emotiva: di fronte al disagio intollerabile, l’adolescente si ferisce per ripristinare uno stato tollerabile. Una seconda funzione dell’autolesionismo è quella della punizione autoinflitta, ovvero sembra che alcuni adolescenti si danneggino per una sorta di autocriticismo personale. Infine, l’autolesionismo può essere letto come una forma di comunicazione del proprio disagio, un vero e proprio grido di aiuto attraverso il corpo.
Soprattutto per la delicatezza di questa fase di vita, il ruolo dei genitori risulta veramente fondamentale, in quanto fornisce un punto di riferimento e di sicurezza da non sottovalutare. I giovani necessitano di adulti, nei vari ambiti educativi, che siano responsabili di essere adulti nella pienezza e integrità del sentire e dell’essere. Tuttavia, spesso ci troviamo di fronte alla presenza di adulti poco significativi nei diversi ambiti della vita di un adolescente. Nell’approccio agli adolescenti, gli adulti dovrebbero riconoscerli come individui con dei propri bisogni e desideri, conferendo valore ad essi. Inoltre, è fondamentale che essi sappiano muoversi tra autorevolezza e indulgenza, in quanto è necessario saper imporre delle regole ma anche lasciare ai giovani il giusto spazio per crescere e separarsi. Gli adulti di riferimento dovrebbero mettere a disposizione degli adolescenti più strumenti e sostegno possibile per permettere loro di trovare la propria strada. Per esempio, potrebbe essere utile coinvolgerli maggiormente nelle attività quotidiane e ricreative, mettere da parte giudizi e preconcette e anche non far sentire loro la responsabilità economica.
Quello che risulta fondamentale è l’impegno di una comunità che costruisce reti socioeducative, al fine di anteporre l’interesse prevalente dei ragazzi, che promuove processi collaborativi per definire obiettivi e strategie e generare innovazione. I progetti, gli interventi, i servizi, le politiche per gli adolescenti diventano politiche educative di comunità per e con gli adolescenti, politiche che sono espressione di partecipazione e di impegno di tutti i cittadini. Ed è proprio tale convergenza di impegni che permette di generare nuovi rapporti sociali e nuove forme di prossimità reali e inedite.
Questo impegno reciproco ha un’importanza non tanto per il futuro, ma soprattutto per il presente. Questo perché è proprio nel presente che si costruisce il futuro dei giovani di oggi.
Bibliografia
- Romani, R. G. (2018). In ascolto dei nuovi adolescenti. Consultori familiari oggi, 26(1), 54-65.
- https://www.latteseditori.it/star-bene-a-scuola/il-ritiro-sociale-un-problema-da-affrontare
- https://www.stateofmind.it/autolesionismo/
- https://www.mentiacontatto.it/2019/05/30/ladolescenza-e-il-ruolo-fondamentale-delladulto/
- https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2689-incomprensione-tra-genitori-e-adolescenti-prospettiva-psico-sociale-e-possibilita-di-intervento.html#Caduta-dei-genitori
- Santamaria, Franco. Adolescenti in difficoltà. 2020.