scritto da Paolo Landi - 30 Gennaio 2022 10:26

L’ANGOLO DELL’ANIMA Differenza tra autostima e falso sé grandioso

L'ANGOLO DELL'ANIMA Differenza tra autostima e falso sé grandioso

L’immagine che abbiamo di noi stessi si forma nei primissimi anni di vita, a contatto con le figure primarie di riferimento, in particolare i genitori.

E, proprio in questa delicatissima fase si aprono quelle ferite che condizioneranno la formazione dell’individuo e, soprattutto, della sua autostima.

Il pediatra e psicoanalista Winnicot sostiene che il bambino forma l’immagine di sé specchiandosi negli occhi dei propri genitori, in particolare della madre.

L’individuo che riceve dal proprio genitore una immagine svalutata, si forma una personalità segnata da profonde ferite narcisistiche.

Il narcisista, infatti, è stato un bambino che non si è sentito “visto” e riconosciuto all’interno di una relazione intima ed in particolare, che non ha potuto fare l’esperienza di riconoscere i propri limiti attraverso lo sguardo dei genitori e sentirsi, nonostante questo, accettato e amato nella propria reale natura. Per cui, il narcisista non conosce se stesso e vive sempre dietro la maschera di un falso sé grandioso e illusorio, dipendente dai successi e dall’approvazione degli altri.

Inoltre, nel disconoscere le fragilità che gli sono proprie, rischia di non essere consapevole delle proprie debolezze, ma neanche delle proprie reali potenzialità.

Da adulto tutto ciò si riflette nella mancanza di un adeguato livello di autostima.

Quando avviene un rispecchiamento distorto in cui ci viene rimandata un’immagine svalutata di noi stessi, è come se ci guardassimo in uno specchio deformante. Accade dunque di trovarsi di fronte ad un falso sé, che si modella non sulla base dell’affetto e dell’attenzione altrui, ma fondando il proprio senso dell’identità sull’accondiscendenza verso le richieste degli altri.

Falso sé di compensazione, grandioso, da non confondere con grandezza e autostima sani! L’atteggiamento tipico che ne consegue è quello iper-efficientista, con la tendenza ad incanalare tutte le energie nello sforzo di inseguire un ideale di sé irraggiungibile.

Tutto questo in antitesi con il reale concetto di autostima. Quest’ultima invece propriamente intesa come un processo cognitivo di valutazione di sé stessi.

La valutazione positiva di noi stessi dipende prima di tutto dalla consapevolezza di poter piacere agli altri e di essere a propria volta in grado di amare. Ancora poi fondamentale nella costruzione dell’autostima è il senso di autoefficacia, cioè la fiducia nelle proprie capacità.

L’autoefficacia nasce dalla percezione di poter esercitare una certa dose di autocontrollo e di controllo verso l’esterno per poter ottenere risultati positivi e realizzare i propri propositi.

Una buona autostima nasce proprio dalla riunione delle dimensioni suddette e lo stato narcisistico conduce proprio allo sviluppo di una scarsa autoefficacia.

Fondamentale dunque un lavoro psicologico su se stessi al fine di abbandonare l’impalcatura che spinge difensivamente a compiere scelte sbagliate, falsamente costruita agli occhi di sé e del mondo.

Può trattarsi di un percorso lungo e faticoso, ma favorisce la nascita di una vera autostima e fiducia in se stessi.

Direttore La città della luna- cooperativa sociale. Psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale dr.paololandi@gmail.com www.paololandipsicologo.it 3939366150

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