CINEMA Torna nelle sale in versione restaurata il film italiano più visto: “Ultimo tango a Parigi”
Torna da oggi e per soli tre giorni nelle sale cinematografiche, in versione restaurata, il capolavoro di Bernardo Bertolucci “Ultimo tango a Parigi”, il film italiano più visto di tutti i tempi nel nostro Paese con 15milioni 623mila 771 spettatori. Il film restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematrografia ritorna al cinema con CSCP Distribution, sia nella versione originale con sottotitoli italiani – mai uscita prima in Italia – sia nella versione doppiata.
“Ultimo tango a Parigi” ha segnato un’intera generazione ed è oggi considerato un film cult. La pellicola costò al regista la privazione dei diritti politici per cinque anni per “offesa al comune senso del pudore”, mentre nel 1976 la corte di Cassazione obbligò la distruzione di tutti i negativi dell’opera.
Interpretato da Marlon Brando e dall’esordiente Maria Schneider, il film fu presentato in prima mondiale al festival di New York il 14 ottobre del 1972 e uscì in Italia nel dicembre di quello stesso anno. Fu candidato a due premi Oscar (Bertolucci come miglior regista, Brando come miglior attore – aveva vinto l’anno prima per Il Padrino) e vinse un Nastro d’Argento (per la miglior regia, a Bertolucci).
Nei primi anni ’70 imperversava ancora l’onda lunga del ’68 e il concetto di cambiamento culturale e sessuale, il concetto era di dover trasgredire in tutto e l’opera di Bertolucci incarnò in pieno questa esigenza, suscitando scalpore e reazioni indignate in tutto il Paese. La scena cult che ancora oggi tutti ricordano, la sequenza del burro, squarciò il velo dei clichè e restò per parecchio tempo la summa della fantasia erotica non rivelata che il cinema riuscì ad alimentare e mostrare creando una sorta di click mentale nel pubblico dell’epoca. A tanti anni di distanza quel sesso e quello scandalo sono stati talmente sorpassati da essere risibili. Ma allora tutto il mondo ne parlò. Marlon Brando aveva 48 anni, era nel pieno del suo appeal. Le donne impazzivano, i magazine stilarono classifiche dove l’attore dominava dall’alto tutti i sex symbol. Scattò una vera emulazione da parte dei quarantenni. I cappotti di cammello ebbero un’impennata di vendite. A Parigi venne aperto uno spazio che conteneva dei cartonati, immagini dell’attore a grandezza naturale, visitato dalle signore che si lasciavano andare a tutte le fantasie erotiche.
Il tema musicale con il sax di Gato Barbieri riuscì a unire musica e immagini con un risultato di grande potenza e sensualità. Erotismo puro che ancora oggi lascia il segno.