scritto da Nino Maiorino - 28 Aprile 2018 08:58

CINEMA Il Berlusconi di “Loro 1”

È ancora presto per commentare compiutamente l’ultimo film di Paolo Sorrentino, dal titolo “Loro 1”, il primo dei due film che il regista napoletano ha girato su Silvio Berlusconi, appena uscito nelle sale cinematografiche italiane, e che riguarda uno spaccato della vita dell’ex Cavaliere e della nostra società dal 2006 al 2010.

Presto anche perché il film, come i precedenti di Sorrentino, alla prima visione ti frastorna, ti confonde le idee, e questo più degli altri; e poi perché il film non conclude, non ha un epilogo, che probabilmente il regista si riserva nel secondo filmato, “Loro 2” in uscita il prossimo 10 maggio.

Già il titolo,  “Loro 1”, ti frastorna e ti chiedi subito: ma Loro chi? Loro perché; poi scena dopo scena intuisci: Loro in contrapposizione a Lui, la plebe contrapposta al Regnante, la plebaglia in antitesi al Principe: anche questo è Sorrentino.

Una cosa però è subito certa: dopo la visione del film capisci che parecchie cose non saranno più le stesse, a cominciare dall’immagine  di Berlusconi, che da ora avrà solo le sembianze che il duo Sorrentino/Servillo hanno creato e che, rispetto all’ originale, è certamente più simpatica e direi umana, probabilmente più aderente al vero personaggio del quale in verità dipendenti e collaboratori, pure ex, mai hanno parlato men che bene, segno che il Berlusconi uomo e politico probabilmente sa come farsi benvolere e tenerli legati a se; sorriso perennemente stampato sulla faccia, capelli tirati a lucido come con la crema da scarpe, diplomatico oltre ogni dire, pure nei momenti più scabrosi del rapporto con la moglie o con gli ex collaboratori e qualche traditore.

E tra faccendieri ambiziosi, imprenditori rampanti, politici corrotti, giullari, acrobate, “vergini” tutt’altro che candide si snoda il circo che sta intorno a Silvio Berlusconi che, pure nella rielaborazione e reinterpretazione per fini artistici messa in scena da Sorrentino, non si discosta più di tanto dalla realtà.

Sulla bravura camaleontica di Servillo  non è il caso di parlare, sarebbe una inutile ripetizione di sperticati elogi; forse è il caso di fare un apprezzamento su quella di Riccardo Scamarcio che giganteggia in tutta la prima parte del film, a volte anche al limite del porno, tra e sue odalische delle quali si serve per “agevolare” contatti, creare e consolidare rapporti, e che con l’ex cavaliere tenta il colpo di fortuna della sua vita, portando nelle dorati magioni delle stesso, non solo romane,  frotte di ragazze, tutte belle pure se in qualche caso non tanto appariscenti, le quali bene assolvono al loro ruolo di collante tra uomini e affari.

Problemi morali? Manco a pensarci, in quel (questo) mondo, in quella (questa) società la morale è totalmente assente, vale solo il risultato e il giro vorticoso di quattrini, laddove si pensi che le varie odalische sono disponibili a tutto, purché gli assegni non abbiano meno di quattro zero e giri tanta, ma veramente tanta, cocaina.

E nel mentre durante la prima parte del film la figura di Berlusconi, pure se incombente, non compare mai, essa giganteggia per tutta la seconda parte, durante la quale Sorrentino ci risparmia le parti più scabrose delle goderecce vicende berlusconiane,  soffermandosi piuttosto sul rapporto con la moglie Veronica, interpretata da una stupenda Elena Sofia Ricci, della quale è ancora innamorato, pure se a lei oramai comincia a pesare la doppia o tripla o quadrupla vita del marito dalla quale scaturirà poco dopo la plateale separazione.

Indubbiamente è un film opulento, in tutti i sensi, ma volutamente inconcludente giacché sarebbe stato eccessivamente lungo se il regista avesse voluto, in un solo film, tirare anche le conclusioni: per le quali aspettiamo il seguito con “Loro2” in uscita tra qualche giorno.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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