Il film Figli, di recente uscita al cinema, con protagonisti Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, è una moderna commedia italiana che racconta la difficoltà di essere genitori al giorno di oggi per chi vive nel Bel Paese, ma è anche un omaggio corale allo sceneggiatore romano Mattia Torre scomparso lo scorso luglio.
Come non ricordare quindi quest’autore di programmi e serie TV, come Parla con me, e Boris, di film come Ogni maledetto Natale, nonché di opere teatrali e romanzi che in questo suo ultimo lavoro sembra quasi dare, per il tramite dei suoi colleghi, amici ed attori, un caloroso saluto al pubblico.
Il film, suddiviso in capitoli, è molto interessante ed ha trovate spassose, su tutte quella di sostituire il pianto del bambino con la “patetica” di Beethoven, ma degne di nota sono anche le scene nella “camera bianca” ed il cammeo di Oscar Farinetti.
L’opera fa ridere e fa riflettere sulle difficoltà dei genitori di oggi nelle grandi città, fa critica sociale, politica ed intergenerazionale, ha un’ottima ed appropriata colonna sonora, ma sostanzialmente non ha un vero finale.
La crisi della coppia di genitori, molto bene interpretati, dal sempre impeccabile Valerio Mastandrea, e da una Paola Cortellesi, sempre più a suo agio sul grande schermo, travolge la famiglia dal terzo mese di vita del secondo figlio e non ha via d’uscita. La coppia, infatti, non si sfascia, ma neanche si ricompone, i figli non crescono, insomma la narrazione interessante, godibile e ben costruita purtroppo non ha una svolta o un epilogo. La crisi della famiglia diventa, nel disegno finale della prima figlia della coppia, strutturale; sul piano della narrazione, dunque, il film rimane monco, ma resta un’opera valida, interessante e degna di nota.
Insomma questo film, che vede alla sua seconda prova alla regia Giuseppe Bonito, merita di esser visto ed è un necessario e doveroso omaggio ad un importante autore degli anni duemila prematuramente scomparso.