Alcuni anni fa in un’intervista televisiva Robin Williams raccontò, a proposito dell’enorme successo riscosso da “L’attimo fuggente”, di aver incontrato, per strada, dopo alcuni anni, un uomo a lui sconosciuto che l’abbracciò, lo ringraziò e gli disse di aver cambiato la propria vita dopo aver visto il film licenziandosi, divorziando e cambiando città.
Come non credere al compianto attore, infatti, il Cinema, la settima e più profonda forma d’arte, è un mezzo d’espressione capace di sintetizzare le arti dello spazio e del tempo; la musica con la letteratura e le immagini; le parole con le note musicali, la luce e i colori, avvolgendo e coinvolgendo lo spettatore sotto il profilo emotivo, attraverso la vista, l’udito, la mente di ciascuno suscitando reazioni anche molto diverse da persona a persona.
Il risultato delle produzioni cinematografiche è potente, anzi potentissimo, e la reazione di quell’uomo ad un film come “L’attimo fuggente” è quanto mai comprensibile, non può meravigliare; così come non può sorprendere, oggi, la rievocazione storica intorno alla figura di Bettino Craxi, dirompente in questo mese di gennaio, proprio a seguito dell’uscita nei cinema del film Hammamet.
Non possono, poi, destare stupore le polemiche su “Tolo Tolo” di qualche giorno fa in Italia e quelle in America su “Richard Jewell”, che torna a far interrogare gli U.S.A., su una pagina storica tormentata, e troppo presto dimenticata, come quella del terrorismo interno. Non può sorprendere, ancora, come alla prossima cerimonia degli Oscar sia “Jojo Rabbit”, nuovamente un film sulla Germania nazista e l’olocausto, ad aver fatto incetta di nomination, tornando su un tema già più volte premiato ad Hollywood, con “Schindler’s List” e “La vita è bella”.
Benché vissute sulla propria pelle, infatti, la Storia e le vite di ognuno, quando finiscono sul grande schermo, rivivono, le ferite tornano a sanguinare, le polemiche tornano a montare, le menti a ragionare, gli umori ad indignarsi; è la potenza del cinema come arte sociale, facilmente accessibile e alla portata di tutti. Oggi, poi, nell’era dei social media il potere del cinema diventa quanto mai dirompente, divisivo, evocativo, considerando l’effetto moltiplicatore di quell’enorme grancassa a disposizione di ciascuno rappresentata dai social network.
Quindi, ancora in questo gennaio 2020, alba di un nuovo decennio, andare al cinema continua ad essere appuntamento fondamentale per avvicinare l’uomo all’arte e farlo migliore per cultura, intelletto e senso del bello, nonché per elevare il proprio spirito: il potere dell’arte, da non confondere col potere al servizio dell’arte, sua squallida degenerazione.