Questa nuova rubrica nasce per esplorare il nostro rapporto con il cibo, il corpo e le emozioni, per rendervi sempre più partecipi, accompagnarvi in un percorso di conoscenza, guidarvi verso scelte alimentari e di stili di vita consapevoli. In definitiva aiutarvi a trasformare l’attuale ossessione per il cibo ed il corpo in una sana attenzione.
I luoghi comuni nella cultura alimentare
La cultura alimentare di oggi è intrisa di inossidabili luoghi comuni e di continue novità che puntualmente sconvolgono le poche certezze del giorno prima e la visione attuale prevalente è senza mezze misure. Esiste il cibo buono e quello cattivo, il cibo che ingrassa e quello che fa dimagrire, che cura o intossica, il biologico o quello industriale, il cibo naturale o quello manipolato. Queste attribuzioni frutto di personali passioni, emozioni, eccessi, attraversano ed inquinano giorno dopo giorno il mondo del cibo. Un mondo che come sostiene Niola “…oggi appare sempre più diviso tra piacere e dovere, estetica e dietetica, gusto e disgusto. Concentrandoci sul cibo, su ciò che ingeriamo, ci illudiamo di controllare ciò che sta fuori di noi, di difenderci dai pericoli esterni”.
L’industria del cibo e della dieta come citavo utilizza tutti gli strumenti, leciti e meno leciti, per fidelizzare il consumatore o paziente. Proviamo a fare un po’ di chiarezza con una riflessione critica su alcuni attuali temi alimentari fra i più dibattuti e in voga e partiamo dagli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) dalle coltivazioni biologiche, dal cibo naturale a chilometri zero e dalle acque minerali. La verità è che mentre ci scanniamo sugli OGM in realtà già mangiamo da anni frutta, verdura e cereali derivati da modificazioni genetiche indotte da radiazioni nucleari.
L’Unione Europea comprende sotto la sigla di OGM soltanto gli organismi che derivano da modificazioni mirate effettuate attraverso a tecnica del DNA ricombinante. Le altre manipolazioni, di gran lunga peggiori, ottenute con le radiazioni nucleari come raggi gamma, raggi X, raggi alfa, raggi beta e fasci di neutroni lenti, non ricadono sotto la sigla OGM ma sono presenti nel cibo che da anni consumiamo sulle nostre tavole.
Il grano Creso, per esempio, negli anni 80 ha rappresentato più del 50% del mercato italiano di semi certificati di grano duro per la produzione di pasta alimentare. Esso rappresenta l’incrocio di un mutante, ottenuto dopo irraggiamento con fasci di neutroni di una varietà chiamata Senatore- Cappelli, con altre varietà di grano. A differenza degli OGM, che sono molto controllati, le piante irraggiate non hanno bisogno di nessuna autorizzazione specifica per essere coltivate! Sembrerebbe una contraddizione. Si è pro o contro gli OGM per partito preso, ed in quest’ultimo caso il principio ispiratore è la convinzione secondo cui ciò che è naturale è sempre buono.
Una visione arcaica e senza fondamento scientifico che distingue due categorie assolute: il naturale e l’artificiale. Il 99,99% delle sostanze chimiche che ingeriamo sono naturali! La certificazione per una coltura biologica, ad esempio, non è richiesta sul prodotto finale, al consumo, ma solo sul metodo di produzione e le colture biologiche non sono sottoposte a livelli più restrittivi di pesticidi rispetto alle comuni colture. Quindi i controlli effettivamente vengono effettuati in maniera rigida sulla produzione ma non è detto che sostanze non autorizzate non si possano trovare nel prodotto finale.
La legge si occupa quindi solo del metodo di produzione mentre sarebbe più corretto spostare l’attenzione sul prodotto finale obbligando quest’ultimo ad avere determinate caratteristiche. (2 – continua)