INTERVISTA SULLA CITTA’ Monica Bisogno: “Cava è una nobile affascinante, la più bella città del Sud”
Prosegue il viaggio di Ulisse con le interviste sulla città metelliana. Questa volta tocca ad una bella e giovane donna, Monica Bisogno, cavese doc, che vanta numerose esperienze lavorative, spaziando in campi molto diversi tra loro, ma tutti estremamente affascinanti. “Il mondo del cinema -racconta- è stato il primo e grande amore, nel lontano ‘94 ho iniziato a lavorare per la filiale Italiana di una delle Major Americane più importanti, Universal Pictures, nella distribuzione dei loro film in Dvd e Blu Ray, in seguito con Warner Bros”. Il secondo amore è stata l’azienda di famiglia che produce pavimenti e rivestimenti. “La passione degli ultimi anni -spiega- che mi da grandi soddisfazioni, è il mio B&B a Salerno, prossimi altri due, un altro a Salerno e uno a Cava”. Ha ricoperto negli anni passati ruoli di Presidente e Consigliere in Consorzi e Associazioni. Nel 2010 è iniziato il suo impegno politico in Città Democratica, associazione politica civica Cavese, con l’intenzione di dar voce alla società civile, lottare per la propria città. Nel 2015 è stata candidata al Consiglio Regionale della Campania nella lista Civica “Campania Libera” . “Mi ha fatto svelare -confessa- fatti e persone, mi ha fatto smettere di sognare una politica di ideali e mi ha riportato con i piedi per terra. Felicissima e grata per aver fatto quell’esperienza unica, tornando indietro la rifarei, ovviamente in altro modo”.
Quali sono a suo avviso i punti di forza della città?
Il punto di forza di Cava è senza dubbio la posizione geografica, immersa tra i Monti Lattari a pochissimi chilometri dal mare, a pochi passi dalle bellezze naturali della Costiera amalfitana a pochi chilometri dai siti archeologici di Pompei, Ercolano e Paestum e di fatto attaccata al nostro capoluogo di Provincia. Ha un corso unico con i suoi portici suggestivi, una naturale vocazione al commercio, una splendida abbazia. Solo questo sarebbe sufficiente a sviluppare tante offerte turistiche, culturali e di benessere.
E i punti deboli?
Gli stessi dei punti di forza. Seppur la seconda città della provincia è troppo vicina a Salerno per cui non abbiamo di fatto un ospedale, un tribunale come qualsiasi ufficio delle amministrazioni statali. Le potenzialità della nostra città se non sfruttate bene rischiano di soffocarci per la crescita delle altre città a noi vicine. Non abbiamo una grande ricettività alberghiera, non sfruttiamo il cosiddetto turismo lento, né i monti che ci circondano creando una serie di sentieri e di percorsi fatti per gli amanti del trekking. Un esempio su tutti: il parco di Diecimare che con l’aiuto di volontari offriva comunque una serie di attività ricreative e didattiche per i ragazzi, oramai non esiste più, lasciato abbandonato
In prospettiva cosa serve alla città per crescere?
Sembra banale a dirsi, menti giovani fresche e capaci, uomini ostinati che credono nelle loro idee e che perseguano progetti nel medio e lungo termine. Maggiore senso civico e rispetto e una serie di attività culturali di spessore e che crescano nel tempo. Inutile fare degli spot. Quelli sono spreco di denaro pubblico. Una città cresce se si cerca di trasformare le risorse in economia, le idee nuove in innovazioni, le grandi menti in cultura.
Una cosa che su tutto lei ritiene sia per la città una piaga da curare, un male da debellare?
Il problema abitativo, l’occupazione. quando si ha la certezza di una dignità economica e un tetto sulla testa, tutto si può affrontare. Una piaga morale? L’indifferenza, la spocchia e la presunzione, sì siamo un paese di snob.
Guardando oggi la città, cosa vorrebbe che tornasse dal passato?
Vorrei che il commercio l’industria e l’artigianato di Cava ritornassero ad essere quelli di prima. Vorrei rivedere sul corso botteghe di artigiani, vorrei vedere aziende che crescono e assumono i nostri giovani vorrei rivedere fabbri falegnami intarsiatori… vorrei rivedere gente rispettosa che vivesse dei valori oggi un po’ dimenticati, vorrei che una stretta di mano, una parola data, avessero ancora il loro valore. Ovviamente vale per tutti non solo per la mia città.
E del presente cosa salverebbe?
La partecipazione… grazie ai social (non sempre rappresentano qualcosa di negativo) mi pare che oggi ci sia più partecipazione alla vita pubblica, maggior attenzione da parte dei cittadini a comprendere le dinamiche politiche, (a volte, è vero, solo per lamentarsi), però io noto che sia a casa che per strada c’è più interesse per la politica. Pertanto, salvo l’interesse e la partecipazione.
Cosa invece butterebbe del passato e anche del presente?
La maniera clientelare di fare politica, purtroppo, appartenente al passato e al presente.
Ad un politico che si accingesse a governare Cava lei quale consiglio, suggerimento, indicazione darebbe?
Gli farei innanzitutto un grande in bocca al lupo e mi congratulerei per l’enorme coraggio. Non sono tempi facili per i nostri amministratori. Gli consiglierei di scegliere gli uomini migliori senza guardare alla tessera di partito che hanno o per quale partito hanno simpatia, gli consiglierei di evitare le accozzaglie per vincere. La gente è stanca, delusa e non crede più a nulla. Basta sentir dire “per il bene della Citta”. Se un politico ha il coraggio di mettersi in gioco, deve avere anche il coraggio di portare avanti le sue idee il suo programma anche se nel breve gli porterà perdita di consenso.
E agli attuali amministratori comunali quale consiglio, suggerimento, indicazione si sentirebbe di dare?
Ad un anno e mezzo dalle prossime elezioni, credo sia un po’ tardi poter dare consigli o suggerimenti. Oramai quel che è fatto è fatto, i risultati del buon o del cattivo operato lo vedremo a marzo 2020.
In una stagione politica senza partiti ideologici, ha ancora senso dirsi di destra, di centro o di sinistra? Se sì, cosa significa per lei essere di sinistra, di centro e di destra?
Secondo me è la peggior stagione politica, già da tanto oramai, non mi riferisco al governo nazionale, ma alla politica in genere, oggi di grande confusione, dove l’unico sentimento che prevale è l’odio. Non ci sono più riferimenti reali, né per la cosiddetta destra né per la cosiddetta sinistra. Idee, sentimenti e valori che credevo appartenessero alla sinistra, hanno lasciato orfani milioni di persone. In sintesi, cose che ti aspettavi dalla destra, nel passato recente sono state fatte dalla sinistra… insomma abbiamo una forte crisi di identità politica.
In un’epoca come questa in politica contano più gli uomini o i programmi e le idee?
Di certo le idee.. se le idee sono valide si troveranno sempre uomini in grado di perseguirle.
Un’ultima domanda. Per definire Cava quali sono l’aggettivo qualificativo e/o il sostantivo che utilizzerebbe? E perché?
Nonostante tutto, nonostante le contraddizioni e un po’ di decadenza, rimane sempre una nobile affascinante: la bellezza indiscussa, la storia e la sua cultura che io rafforzerei nelle sue tradizioni. Forse, è il cuore che parla, per me è la cittadina più bella del Sud.