scritto da Redazione Ulisseonline - 29 Settembre 2018 11:53

INTERVISTA SULLA CITTA’ Franca Masi: “Cava ha quanto occorre per fare di più”

la dirigente scolastica Franca Masi

Quest’oggi Ulisse on line, nel suo viaggio con le interviste sulla città metelliana, incontra una non cavese. Si tratta di una donna colta, intelligente, dinamica e volitiva. Stiamo parlando della professoressa Franca Masi, da alcuni anni dirigente scolastica dell’Istituto di Istruzione Superiore “Della Corte – Vanvitelli” di Cava de’ Tirreni. Nata a Lavello, antica cittadina del potentino, dopo un breve periodo vissuto nel paese lucano, si trasferisce a Salerno dove conduce il suo percorso di studi culminato con la laurea con lode in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Salerno nel 1981.

Nel 1987 inizia l’esperienza lavorativa nel campo dell’insegnamento che partendo dalla scuola dell’infanzia giunge fino alla scuola secondaria di secondo grado e nel 2009 approda alla dirigenza scolastica, ruolo attualmente ricoperto tra l’apprezzamento e la stima di tutti: docenti, collaboratori, studenti, famiglie e autorità.

Quali sono a suo avviso i punti di forza della città?

Cava dei Tirreni è, tra le cittadine della provincia di Salerno, una delle più apprezzate e questo per diversi motivi: per il fascino del suo centro storico, per i suoi portici che raccontano secoli di storia e che creano, insieme ad altre attrazioni, itinerari di visita incantevoli. Ritengo si possa affermare che questa aria che si respira nella città fatta di storia e cultura si rifletta, poi, sulla vita quotidiana della cittadina che risulta ricca di manifestazioni rievocative, di iniziative culturali, di mostre e premi letterari, tutte cose che incentivano nelle persone un forte ed appassionato senso di appartenenza.

 E i punti deboli?

E’ doveroso, credo, premettere che il mio punto di vista sulla città di Cava risulta necessariamente parziale poiché io, risiedendo a Salerno, non vivo “appieno” le problematiche della città metelliana. Posso però riferire di aver percepito,dal mio particolare osservatorio, una certa debolezza dell’attività dei servizi sociali che dovrebbero arginare ed intervenire sulla marginalità giovanile, marginalità che spesso provoca dispersione scolastica e, dunque, altrettanto spesso, marginalità sociale. Una città che voglia migliorarsi e guardare al futuro ha l’obbligo, a mio avviso, di porsi seriamente l’obiettivo dell’inclusione e di saper scegliere le strategie più adatte per conseguirlo.

In prospettiva cosa serve alla città per crescere?

Io credo fortemente che per la crescita di qualunque comunità civica ci sia bisogno di cultura che mi appare quale unico antidoto adatto a curare quella diffusa carenza di educazione e senso civico che affligge, in modo più o meno marcato, le città del nostro territorio e ne compromette uno sviluppo pieno ed armonico. In questo senso è fondamentale il ruolo della scuola, di una scuola che sappia orientare, convincere e formare personalità attente e responsabili, una scuola aperta al territorio ed attiva sul territorio e che sappia collegarsi alle realtà virtuose del territorio: biblioteche, teatri, iniziative culturali, così come luoghi di lavoro, negozi, fabbriche, aziende, studi professionali.

Una cosa che su tutto lei ritiene sia per la città una piaga da curare, un male da debellare?

Rispondo a questa domanda richiamando quanto detto nella precedente risposta: la diffusa carenza di senso civico che purtroppo è “il” male delle nostre città, ne rallenta lo sviluppo e ne compromette la piacevolezza e la vivibilità.

Guardando oggi la città, cosa vorrebbe che tornasse dal passato?

Premetto che il mio carattere non mi induce alla nostalgia; ciò non significa che io non guardi al passato ma, in via generale, guardare al passato penso debba servire prevalentemente a capire e migliorare il presente e il futuro più che a vagheggiare di ritorni quasi sempre anacronistici e impossibili.

E del presente cosa salverebbe?

Del presente io apprezzo in particolare quelle energie positive di amministratori locali, associazioni del territorio, enti e persone che si impegnano per evolvere e migliorare se stessi, la società in cui vivono e la propria città.

Cosa invece butterebbe del passato e anche del presente?

Butterei la mancanza di una visione sociale e politica lungimirante ed attenta alla condivisione e all’inclusione.

Ad un politico che si accingesse a governare Cava lei quale consiglio, suggerimento, indicazione darebbe?

L’unico consiglio che mi sentirei di dare è quello di ascoltare le persone e stare tra le persone, ma non per assecondarle -oggi si direbbe per parlare alla loro pancia- bensì per capirne esigenze, problemi e aspirazioni: compito della politica è partire da lì e poi programmare obiettivi e strategie.

E agli attuali amministratori comunali quale consiglio, suggerimento, indicazione si sentirebbe di dare?

Ripeterei fondamentalmente quanto già detto: il compito dei politici è quello di partire dai bisogni veri delle persone, approntare soluzioni, preparare il futuro; per fare tutto questo occorre dedizione e intransigenza e capacità nella scelta dei collaboratori.

In una stagione politica senza partiti ideologici, ha ancora senso dirsi di destra, di centro o di sinistra? Se sì, cosa significa per lei essere di sinistra, di centro e di destra?

Io non credo che esistano partiti senza ideologia, forse dire senza ideologia dichiarata sarebbe più corretto. In politica si fanno sempre scelte e quando si sceglie si deve decidere da quale parte stare: dalla parte dei forti o dei deboli, dei ricchi o dei poveri, dei primi o degli ultimi.

In un’epoca come questa in politica contano più gli uomini o i programmi e le idee?

Io direi che contano le persone che hanno buone idee e che siano capaci di fare e realizzare programmi nell’interesse della collettività.

Un’ultima domanda. Per definire Cava quali sono l’aggettivo qualificativo e/o il sostantivo che utilizzerebbe? E perché?

Io userei il sostantivo “potenzialità” poiché, avendo spesso la nostra scuola collaborato con giovani cavesi per diverse iniziative che abbiamo realizzato mi è sembrato di cogliere, nella città, la presenza di un complesso di talenti, di doti e di attitudini che non hanno ancora trovato il giusto spazio o la giusta dimensione per poter pienamente esprimersi o essere messe in atto. Penso, in sostanza, che questa città abbia quanto occorre per fare di più: ha storia, ha bellezza ed ha talenti, si tratta ora di saperli mettere convenientemente a frutto.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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