Intervista a Enzo Maraio: “I socialisti sono radice e non cespuglio della sinistra”
Nato a Polla nel 1978, cresciuto a Salerno, dove si è laureato in giurisprudenza per poi diventare avvocato, sposato, il consigliere regionale della Campania Enzo Maraio è impegnato in politica da sempre, sin da giovanissimo, sulle orme del padre Angelo, storico dirigente del Psi. Nel 2001, infatti, è eletto segretario provinciale dei Giovani Socialisti di Salerno, carica che lo porta alla segreteria nazionale giovanile del partito. Entra a far parte della Giunta di Vincenzo De Luca e vi rimane dal 2006 al 2015. Nella prima consiliatura quale Assessore al Turismo, Beni culturali e Portualità turistica; nella seconda, invece, oltre al Turismo ottiene anche la delega allo Sport.
A livello nazionale nel partito è Responsabile per il Mezzogiorno prima e Coordinatore della Consulta degli Enti Locali poi. Attualmente è componente nella Segreteria Nazionale, vicino all’attuale segretario nazionale Riccardo Nencini. Dal 2015 è consigliere regionale.
Lo incontriamo nella sede del Partito Socialista, affollata da giovani e meno giovani, dove si respira il “profumo” dei partiti di un tempo.
Al consigliere regionale Maraio chiediamo della sua proposta di una nuova normativa sui bed&breakfast, frutto anche della sua esperienza come assessore al Comune di Salerno e del costante confronto con gli operatori.
“Questa settimana presentiamo un disegno di legge per aumentare i limiti che riguardano i B&B perché abbiamo verificato che nella nostra regione funziona molto la ricettività extra alberghiera, soprattutto in un momento molto fecondo per il turismo. Vogliamo superare i limiti previsti dall’attuale normativa della regione Campania, mantenendo l’impalcatura base della legge, cioè di attività non professionale, ma consentendo di portare da tre a quattro camere e da sei ad otto posti i parametri per impiantare tali attività”.
Quali sono i vantaggi di questa riforma?
“Primo, noi consentiamo alle famiglie di avere un’economia senza spendere risorse, perché una camera in più c’è già; la seconda, la legge diventa uno strumento con il quale pensiamo ci sarà l’emersione di una fetta di economia in nero”.
Oltre ai B&B esistono le strutture alberghiere…
“Certo, parallelamente stiamo intervenendo anche su queste strutture che forniscono lo stato di salute di una località turistica. Per non creare concorrenza tra i due settori stiamo lavorando ad un altro disegno di legge -frutto di incontri con albergatori e sigle associative- per risolvere il problema di destagionalizzazione il settore. La chiusura a fine estate con la riapertura in primavera, per consentire il contenimento dei costi, può avere riflessi negativi perché si perdono fette di mercato che scelgono altre destinazioni”.
Come intervenire, allora?
“Mettendo in pratica misure adottate da altre regioni, come l’istituzione di un fondo di garanzia per gli investimenti fatti in bassa stagione, un credito di imposta spinto e rivedendo la tassazione rendendola modulare”.
Per esempio?
“La tassa su rifiuti che ha come parametro la metratura potrà essere calcolata in base alle presenze di ospiti negli alberghi. Stagionalizzare, non a chiacchiere si può e a Salerno con le Luci d’artista lo abbiamo fatto”.
Questo è un segmento, ma sul turismo c’è molto ancora da fare?
“Certamente sì. Noi abbiamo ereditato la normativa approvata dalla Giunta Caldoro nel 2014, non ancora resa operativa. Il presidente De Luca vuole promuovere un testo unico sul turismo perché negli ultimi anni non vi è stata una governance su questa materia ed è questa una forte richiesta che viene dagli operatori ed è ora di invertire la rotta. Non tutto però fa capo alla Regione, ad esempio gli incentivi all’occupazione e la formazione sono di competenza del Governo. Su questo mi sono impegnato con gli operatori, ad esempio per la questione dei lavoratori stagionali, a sollecitare i riferimenti del partito a livello parlamentare”.
Riguardo all’applicazione della legge n° 18 approvata nel 2014, cioè la normativa regionale sul Turismo, c’è molta preoccupazione sulla nascita dei Poli Turistici Locali, costituiti da enti ed operatori locali perché si teme che con il coordinamento dell’Agenzia Regionale del Turismo (Aretur) si finisca in un’area vasta e che le piccole iniziative di promozione locale siano dimenticate…
“Questo è un rischio che può essere sventato creando le sinergie giuste, evitando il centralismo che porta nelle periferie l’assoluta assenza di iniziative. Veniamo da un’esperienza che non ha certamente visto di buon occhio il Napolicentrismo, ma crediamo fortemente nel turismo che pone al centro le aree interne e le fasce costiere, nessuno potrà essere tenuto in secondaria importanza. Il lavoro da fare è proprio a livello locale con gli operatori e noi non ci sottrarremo. Abbiamo dati turistici forti, abbiamo invertito la rotta, dobbiamo lavorare oggi per guardare al prossimo anno con la giusta programmazione per aggredire i mercati. Oggi si tratta di mettere al centro dell’attenzione il lavoro degli operatori turistici”.
La destagionalizzazione tocca, in particolare, il Cilento e Paestum, quale ruolo può giocare l’area archeologica ed il suo nuovo giovane e dinamico direttore Gabriel Zuchtrieghel?
“A breve avrò un incontro con il Consorzio degli albergatori di Paestum, con il presidente Giuseppe Greco ed altri operatori alberghieri, per ascoltare le loro esigenze. Ho avuto modo di incontrare i collaboratori del nuovo direttore dell’area archeologica che porta con se un’esperienza europea. Paestum ha un’importanza mondiale, come Pompei ed Ercolano, e rispetto alle enormi potenzialità dobbiamo crescere anche con le presenze turistiche. Con De Luca sarà accantonata la ricaduta a pioggia dei Fondi europei, valorizzando invece gli eventi di spessore, definendo oggi un calendario di eventi con una programmazione almeno ad un anno”.
Da esponente socialista tra suoi obiettivi quello di mettere insieme tutte le anime socialiste, anche quelle andate con Caldoro, a che punto è questo lavoro?
“Intanto, con la giovane segreteria guidata da Silvano Del Duca, il partito socialista di Riccardo Nencini, legato alla storica tradizione di sinistra, ha visto un risultato elettorale del 6% che ci colloca quale seconda forza della coalizione nella Regione Campania. Questo ci consente di registrare molte adesioni al nostro partito. Ora inizia la seconda fase: mettere insieme le varie anime socialiste. Debbo dire che c’è una responsabilità dei gruppi dirigenti socialisti che nell’ultimo ventennio hanno fatto prevalere i loro interessi e non hanno favorito questa riunificazione, preferendo prendersi una parte della casa socialista caduta con tangentopoli. Il nostro dinamismo in regione vede il ritorno di tanti amministratori vecchi e tanti giovani si avvicinano al nostro partito”.
Quale elemento manca oggi, più di tutti?
“Oggi c’è bisogno della centralità dei partiti per sconfiggere il populismo e la demagogia dei movimenti che nascono oggi e spero finiscano presto perché dove amministrano dimostrano tutti i loro limiti. Io parto dal presupposto che i socialisti sono radice e non cespuglio della sinistra italiana, A mio giudizio non c’è possibilità di collocare il socialismo fuori da questo alveo naturale. Chi ha coltivato esperienze diverse, le ha coltivate male e va verso altri lidi. Non mi prendo il diritto di dare la patente del socialismo a nessuno, ma nessuno può impedirmi di dire la mia. Il Partito Socialista costituisce l’anima riformista del centrosinistra. Credo che presto scriveremo pagine diverse. In questi giorni il gruppo parlamentare al Senato ed alla Camera ha presentato disegni di legge per modificare la legge elettorale voluta da Renzi per dare il premio di maggioranza non al partito più forte, ma alla coalizione. In questo senso rivendichiamo la nostra autonomia ed identità intransigentemente a sinistra”.
Allora Salerno avrà un sindaco socialista, visto che il sindaco uscente facente funzioni è Enzo Napoli, esponente del PD ma di origine socialista?
“Ovviamente al Partito democratico spetta l’onere di affidare al tavolo di discussione la proposta sul candidato sindaco di Salerno. Se il nome sarà quello di Enzo Napoli, noi siamo pronti a sostenerlo convintamente, perché ne abbiamo sempre tessuto le lodi. In un momento difficile del post De Luca non era semplice lavorare con grade sobrietà e capacità. Enzo Napoli sarebbe un ottimo candidato sindaco per Salerno”.
Lei è stato responsabile del Mezzogiorno per il suo partito, il Sud resta abbandonato a se stesso…
“Qui c’è da fare qualche critica a Renzi anche se ora qualche attenzione in più c’è, nel passato non vi è stata proprio alcuna attenzione, Una critica va fatta soprattutto alle classi dirigenti del Sud che si sono succedute perché la ripresa del mezzogiorno è la chiave di volta per la ripresa dell’Italia. Se il Sud viene visto con la palla al piede dell’Italia è un errore, se il Mezzogiorno non cresce non cresce neppure il Nord del Paese. Con Caldoro dal 2009 in avanti la Regione poteva beneficiare dei Fondi cooperazione dall’Europa per tutta l’area del Tirreno con la Campania quale fulcro. Non si parlava dell’area orientale, delle regioni adriatiche che però grazie alla lungimiranza del presidente delle Marche hanno beneficiato di questi fondi europei che interessano temi quali la pesca, la gestione delle acque e così via. Oltre al Governo devono svegliarsi anche le classi dirigenti regionali e credo che con il presidente De Luca si possa cambiare rotta”.
Dopo il superamento della vicenda giudiziaria, il governatore De Luca non è più un’anatra zoppa, ma può volare da leader assoluto. C’è da immaginare ora una giunta regionale più politica e meno tecnica?
“Dopo dieci anni trascorsi con De Luca al Comune di Salerno non ho mai messo in dubbio la liceità degli atti e la trasparenza con la quale è stata svolta l’azione amministrativa, e oggi voglio dirlo a maggior ragione. Questa sentenza libera la possibilità di agire politicamente ed istituzionalmente, non che De Luca si sia mai fermato un momento, ma certo ora ha maggiore serenità per lavorare. Questo mette in evidenza la necessità di rivedere l’impianto della legge Severino, una norma, che da avvocato, devo dire viene disapplicata dalla stessa magistratura. La sospensione della sospensione prima del Tar e poi della magistratura dimostra il principio, caro ai socialisti, di attendere il terzo grado di giudizio. Non so se il presidente De Luca cambierà qualcosa, l’attuale Giunta regionale sta andando bene, se vorrà valorizzare anche eccellenze politiche, lo farà”.
Cosa c’è dietro l’angolo per Enzo Maraio?
“C’è da portare avanti questo ruolo legislativo che è diverso dal lavoro gestionale e politico che ho svolto da assessore al Comune di Salerno sul turismo. Oggi mi alletta molto, alla mia età, occuparmi di programmazione, di bandi europei, di opportunità di cambiare il territorio. Insomma, continuare questo percorso”.