Intervista a Cettina Capuano: “Vorrei che fra i miei giovani uscisse la futura sindaca”
Cettina Capuano è stata candidata alla carica di sindaco alle ultime comunali a Cava de’ Tirreni, sfiorando la carica di consigliere per una manciata di voti. Ora continua nel suo attivismo, contestando le politiche renziane, tanto da essere tra i massimi promotori del Comitato per il “no” in vista del futuro referendum costituzionale, e cercando di accrescere la cultura politica dei giovani del suo raggruppamento politico, sperando magari che fra di loro possa nascere la futura classe dirigente cavese. Ci spiega quelle che a suo modo di vedere sono le priorità da affrontare per l’Amministrazione Servalli e delle future prospettive della sinistra a livello locale e nazionale.
A Cettina Capuano chiediamo innanzi tutto se il risultato elettorale è per lei risultato un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
“Per me il bicchiere è mezzo pieno, perché è stata una bella esperienza, a cui tante persone hanno dato sostegno. Certo, appresi i risultati definitivi, sul momento c’era un po’ di delusione perché eravamo convinti di avercela fatta, tuttavia, ritengo che quella manciata di voti mancanti sia dovuta in parte alla disorganizzazione e soprattutto all’inesperienza, detto ciò, rimango felice di questa avventura”.
A livello nazionale stanno nascendo vari movimenti politici di sinistra, secondo lei questo è un bene o si rischia di disperdere i voti dell’elettorato?
“Onestamente ritengo sia un danno, ma ciò è il prezzo che dobbiamo pagare per costruire una sinistra che venga incontro ai problemi della gente semplice che al momento non si sente rappresentata, in virtù di un leader come Renzi, che io ho sempre contestato, tanto da uscire dal Pd, che non fa una politica di sinistra. Certamente la nostra fortuna è che il centrodestra sta trovando varie difficoltà nel compattarsi”.
Facendo una battuta, Renzi si è rivelato sinistro per la sinistra italiana?
“Esatto, è ciò che sostengo da tempo, e sono rimasta coerente. Infatti, ero nel direttivo del Pd cavese, probabilmente avrei potuto avere un ruolo importante anche in questa Amministrazione comunale se fossi rimasta nel partito, ma ciò non sarebbe stato conforme al mio modo di pensare. Io ho questa concezione della politica, che chi non si trova d’accordo con il proprio partito debba fare un passo indietro rispetto a quest’ultimo, e da fuori si può contestare portando avanti la propria linea politica”.
Lei ha voluto fortemente che a Cava si costituisse il “Comitato per il no”, per opporsi alle riforme costituzionali di Renzi; partendo dalla legge elettorale, l’Italicum, quali sono i motivi che vi fanno sostenere la necessità della sua abrogazione?
“L’Italicum di Renzi non si distacca molto dal “Porcellum” di Berlusconi, ragion per cui se la Corte Costituzionale ha bocciato il “Porcellum” probabilmente la stessa sorte toccherà alla nuova legge elettorale. E’ evidente poi che, riguardo alla riforma della Costituzione portata avanti da Renzi, vengono a cadere dei principi fondamentali stabiliti dai Padri Costituenti. Stiamo buttando giù un pezzo di storia dell’Italia che contraddistingue il nostro Paese e la nostra democrazia. Tutto questo può diventare addirittura pericoloso secondo me. Infatti, c’è il rischio di mettere l’Italia in mano ad un uomo solo, con ampi poteri, controllando in casa di vittoria elettorale con un forte premio di maggioranza la sola Camera dei Deputati, dopo aver cancellato di fatto il Senato. E’ in atto un attentato alla Costituzione e alla nostra democrazia”.
Non le imbarazza, lei che è di sinistra, dire su questa questione le stesse cose che sostiene Berlusconi?
“Oddio, confesso che essere d’accordo con Berlusconi un po’ mi preoccupa. Tuttavia, c’è da dire che quella che si sta giocando sulle riforme costituzionali è una partita importantissima per noi e per quella parte dell’Italia che non vuole queste riforme sbagliate, ma è altrettanto importante per Renzi che se perde il referendum costituzionale è politicamente finito”.
E se Renzi la spunta?
“Speriamo di no”.
Certo è che voi della sinistra sembrate caduti dalla padella alla brace, dopo aver combattuto per anni invano Berlusconi ora vi ritrovate Renzi che, tutto sommato, fa più o meno le stesse cose se non addirittura peggio secondo il vostro punto di vista politico.
“E’ vero, quasi non c’è differenza tra i due. E’ singolare che contro Berlusconi scendevamo tutti in piazza, ora invece… forse con Berlusconi, a prescindere dal merito delle questioni, ci arrabbiavamo per la persona e per quel che rappresentava”.
Ad ogni modo, per quanto riguarda le modifiche apportate al Senato, lei non crede che possano risultare funzionali a rendere meno farraginoso il procedimento legislativo nel nostro paese?
“L’Italia ha bisogno di uno snellimento di tutte le procedure e della burocrazia, ma non è questo il modo di approcciarsi alle riforme costituzionali, modificando sensibilmente quanto stabilito dai padri costituenti, con una riforma inconcludente e fatta male, come quella delle province, d’altronde, che solo formalmente porta risultati, ma che nel concreto va a perpetuare gli sprechi, dando poi una ulteriore carica ai consiglieri regionali”.
Veniamo alle cose domestiche. Qual è la sua valutazione sull’operato dell’Amministrazione Servalli in questi primi mesi di attività?
“Questa Amministrazione è piena di buona volontà, le cose si stanno vedendo, ma siamo ancora sul terreno dell’ordinario. Ci interessa, invece, vedere come si comporterà con le serie problematiche della città, quali, per citarne alcune, l’ex Manifattura, la Cofima, la zona ASI, i rifiuti, l’acqua pubblica, il rompicapo dell’abusivismo, ed ovviamente la questione dell’ospedale, anche se su quest’ultimo punto, ritengo la partita bisognava giocarla molto tempo addietro. Mi aspetto proposte e decisioni costruttive su queste tematiche. Ad ogni modo, hanno iniziato da poco, quindi, diamo loro il tempo necessario e fra un anno ne parliamo”.
In prospettiva, c’e’ la possibilità di una vostra collaborazione con l’Amministrazione Servalli in determinati settori?
“Noi e l’Amministrazione abbiamo il medesimo fine: il bene della città. Da questo punto di vista, siamo aperti ad un confronto che possa portare risultati, ed a riprova di ciò ho già avuto modo di sentirmi con alcuni assessori ai quali ho messo a disposizione quel po’ di esperienza, anche professionale, per il bene della città”.
Quali i suoi progetti futuri a livello politico?
“Sinceramente non credo di ripresentarmi alle prossime elezioni, ma quello che voglio fare è continuare a lavorare come ho sempre fatto, aiutando le persone in difficoltà e sperando che fra i ragazzi che mi seguono, un domani, possa uscire un sindaco che faccia il bene della nostra città, magari una donna, perché ritengo che le donne hanno una sensibilità particolare, unita ad una capacità di svolgere i tanti compiti che la quotidianità mette loro davanti. Queste sono le ragioni del mio impegno politico nei prossimi anni” .