Fabio Siani: “Chi verrà dopo Servalli partirà da zero, dovrà arare prima di seminare”
Continua il viaggio di Ulisse online tra i protagonisti della scena politica cittadina e, probabilmente, anche candidati a sindaco nelle elezioni amministrative del 2020. Questa settimana abbiamo incontrato Fabio Siani, portavoce cittadino di Fratelli d’Italia e commissario liquidatore del Consorzio di Bacino Salerno 1.
Si vocifera da più parti che lei potrebbe essere il candidato sindaco del centrodestra. Conferma?
Non smentisco. Il mio partito (Fratelli d’Italia) mi ha chiesto la disponibilità e io, doverosamente e con senso di responsabilità, l’ho data. Fermo restando che l’obiettivo principale non è la mia candidatura, ma porre in campo una valida alternativa alla presente Amministrazione,la più ampia e unita possibile, affinché possa garantire un governo stabile della città. Laddove si arrivasse a convergere su un nome condiviso da tutto il centrodestra, e questo nome non fosse il mio, sarei immediatamente pronto a fare un passo indietro.
Ad oggi non si è vista incisività dell’opposizione in Consiglio comunale. Indice di una scarsa omogeneità e compattezza? Ha qualche mea culpa da fare in merito?
Stiamo ancora pagando gli strascichi dell’Amministrazione di Marco Galdi. Un’esperienza spiacevole che ha lasciato un sacco di postumi. Basti ricordare i travagli che hanno caratterizzato l’andamento amministrativo, gli strappi e i rammendi che, però, non sono bastati a tenere unite le forze alleate. E’ stata un’esperienza devastante che sul piano politico ha lasciato molte cicatrici e non è stato facile rimettere insieme tutti i cocci.
In cosa si è rivelata maggiormente insufficiente l’Amministrazione Servalli?
E’ un’Amministrazione priva di programmazione che non semina per il futuro, ma sta raccogliendo quanto fatto dalle precedenti. Le inaugurazioni delle opere che chiamano “incompiute” sono semplicemente il proseguimento di un lavoro cominciato da altri. Sono ben noti i tempi della burocrazia in Italia, quanto occorre per far approvare un progetto e renderlo esecutivo. Ci sono dei tempi tecnici da rispettare. Se Marco Galdi non avesse dato mandato per fare il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato per la bretella che collega la Tengana con via Gravagnuolo, oggi Servalli non sarebbe andato lì ad inaugurarla indossando la fascia tricolore. Giro la domanda sulle opere incompiute agli attuali amministratori: loro che progetti lasceranno a chi li succederà? La verità è che chi verrà dopo avrà difficoltà perché dovrà ripartire da zero, dovrà arare prima di seminare. Senza contare i problemi inerenti la sicurezza. Continui furti nelle abitazioni, sia al centro che nelle frazioni, ma anche di auto. Non si tratta di “percezione” come sono soliti dire, ma è un problema reale e tangibile. La sicurezza porta, inevitabilmente, a parlare di Polizia Locale. Il Natale appena passato è stato la cartina di tornasole della situazione: una città asfissiata dal traffico e senza vigili. Per non parlare delle gare andate a vuoto per l’affidamento del Palazzo dello Sport e del Monastero di San Giovanni. Sono un fallimento, non lo si può chiamare in altro modo. In particolare, per il Complesso di San Giovanni ho accompagnato io personalmente dei grandi nomi che erano interessati alla struttura, ma tutti hanno poi lasciato perdere perché non ci sono le condizioni per un importante investimento. Cava è una città che ha perso identità.
Quale sarebbe l’identità di Cava secondo lei?
Cava deve essere una città turistica, nel senso completo della parola. Quindi deve offrire servizi ai turisti e alla limitrofa Costiera amalfitana che, per connotazione del territorio, ne è sprovvista. A cominciare dalla raccolta dei rifiuti: la Costiera non ha spazio neanche per parcheggiare i mezzi che effettuano il servizio. Bisogna intercettare i flussi turistici che ci girano intorno, ma non si fermano da noi. Come farlo? Affidando il compito a chi fa questo di professione. E’ inutile avere una giunta con tanti assessori, ma scarsi risultati. Meglio pochi, ma selezionati, tra le professionalità per portare avanti specifici progetti. Cava non può più permettersi di vivere sulla “rendita di posizione”, è un dato di fatto. La città deve essere rilanciata e bisogna chiedere alle migliori risorse umane di cui disponiamo (e ci sono) di dare un supporto. Il grande e grave problema di Enzo Servalli è che non ha saputo creare una valida squadra di governo che lo supportasse e lo consigliasse.
Si riferisce a qualche episodio in particolare?
Penso, ad esempio, quando a settembre il Sindaco azzerò la Giunta comunale in seguito all’inchiesta messa a segno dalla procura di Salerno e l’arresto nella cittadina metelliana di 14 persone per estorsione e usura, salvo poi ricomporla con gli stessi assessori di prima eccetto il dimissionario Enrico Polichetti. Quello era il momento di una rivoluzione e riorganizzazione dell’assetto politico e invece ha fatto una Giunta fotocopia. E’ stata una grande occasione che Servalli ha perso.
Come valuterebbe un’alleanza con componenti del centrosinistra per le elezioni? Accetterebbe di farne parte?
Se tra i cittadini cavesi si riuscisse a individuare una persona che la pensa diversamente da me, vota altri partiti, ma ha delle indubbie capacità non vedo il motivo per cui non ci si possa sedere a un tavolo e discutere. Parlare di centrodestra e centrosinistra è anacronistico, viviamo in un’epoca post-ideologica.
Si vocifera di diversi soggetti, anche nel centrodestra, che aspirano alla candidatura a sindaco. C’è il rischio di una spaccatura?
Siamo in una fase embrionale. Alla fine si farà una sintesi ed esprimeremo un candidato unitario che sarà non del centrodestra, ma della coalizione alternativa all’Amministrazione Servalli. Qualora qualcuno prendesse decisioni diverse, si assumerebbe una grande responsabilità. E’ terminato il tempo delle “prime donne”.
Se diventasse sindaco, quali sarebbero i primi tre provvedimenti che adotterebbe per la città? E cosa farebbe per non incappare negli errori dell’attuale Amministrazione?
La prima cosa, in assoluto, che farei sarebbe mettere la macchina amministrativa in condizioni tali che possa correre per cinque anni in maniera spedita e fluida. Quindi mettere mano alla pianta organica del Comune di Cava, catechizzare i dipendenti, evitare che dirigenti e funzionari assumano posizioni prevalenti rispetto a quella del politico. L’indirizzo politico deve rimanere di competenza esclusiva dei politici, quindi del Sindaco e della Giunta e, sicuramente, non dei dirigenti. La prima fase sarebbe volta alla riorganizzazione della macchina amministrativa. Una volta fatto ciò, si penserà agli obiettivi da raggiungere: innanzitutto ridare identità alla città con un programma sostenibile, investire sulla sicurezza e sulle professionalità. Scegliere un assessore soltanto perché ha ottenuto 600/700 voti e dargli, magari, deleghe importanti è sbagliato. Gli assessori non dovrebbero essere nominati tra i Consiglieri comunali e dovrebbero svolgere il loro compito solo per amore della città, quindi gratis et amore dei. Chi vuole salire al Comune per interesse è meglio che resti a casa. Le risorse che il Comune annualmente investe per la Giunta, e non sono poche, devono essere devolute su quelle professionalità, su quei tecnici che daranno valore aggiunto all’attività amministrativa. Impossibile? Io credo di no, e sicuramente ci toglieremmo di torno tante mezze cartucce.