A colloquio con l’assessore regionale Valeria Fascione
Lo spettro incombente del Coronavirus mette in serissima difficoltà non solo l’economia mondiale ma anche l’ultimo legame strategico tra la nostra regione -la Campania- e la Cina, soprattutto nei settori della salute, dei beni culturali, e dell’agricoltura.
Legame cementatosi alla fine del novembre scorso all’Italy China Innovation Week, in cui l’assessore regionale Valeria Fascione, con delega alle Startup, Innovazione e Internazionalizzazione della Regione Campania, ha guidato la relativa delegazione campana, attirandosi l’attenzione dei membri cinesi con il SIEE (SINO-Italian Exchange Event), la piattaforma regionale di cooperazione in ambito R&I, che da tredici anni consolida i rapporti di collaborazione tra istituzioni universitarie, imprese e startup dei due Paesi.
Abbiamo chiesto all’assessore Fascione perché un’impresa italiana dovrebbe partecipare alla China-Italy Week?
“Perché è la più grande piattaforma governativa bilaterale a livello europeo dedicata all’internazionalizzazione e allo scambio scientifico, tecnologico e commerciale con la Cina, alla quale partecipano tutti i player dell’ecosistema italiano della ricerca e dell’innovazione. Grazie a questo programma è possibile costruire partenariati con alcune delle più importanti realtà cinesi operanti in ambito scientifico e tecnologico, attraverso attività di networking e di business matching in cui scambiarsi informazioni, presentare le proprie tecnologie e promuovere progetti congiunti”
Quali vantaggi offre l’apertura alla cooperazione scientifica e tecnologica con la Cina per il sistema regionale campano?
“Il programma di cooperazione con la Cina rappresenta un tassello importante della strategia di apertura internazionale che la Regione sta portando avanti per favorire la creazione e l’attrazione di imprese e fondi di investimento in Campania. Puntiamo a implementare e consolidare il canale di cooperazione con la Cina, favorendo l’incontro tra università, centri ricerca e imprese innovative dei due Paesi, per realizzare concretamente nuovi business e progetti di attrazione degli investimenti”.
Oltre ad aver già messo in ginocchio il settore turistico, punto nevralgico dell’economia italiana, solo 2 mesi fa la delegazione campana si era incontrata in Cina per annunciare grandi aspettative per il 2020 quale anno della cultura e del turismo.
In quell’occasione era stato annunciato un fitto calendario di iniziative, manifestazioni e attività di promozione volte a stimolare e potenziare lo scambio turistico tra i due Paesi. E in questo senso va osservato che per la nostra regione il mercato cinese è tra i più importanti per dimensione e capacità di spesa, mentre la paura legata alla propagazione del virus rischia di generare una serie di ripercussioni economiche su tutto l’indotto.