COMUNALI 2020 Marco Senatore: “Basta con i libri dei sogni, occorre concretezza e realismo”
“Il buon governo è messo in crisi non solo dalla poca chiarezza nella definizione dei ruoli, ma dalla mancanza di conoscenza e rispetto delle regole della politica”
Con sguardo alle prossime comunali quest’oggi Ulisse incontra l’ avv. Marco Senatore, già amministratore comunale nelle due precedenti consiliature e attuale presidente dell’associazione politico-culturale CIVITAS 2.0, sebbene oggi molto ai margini della vita politica cittadina preso com’è dagli impegni professionali.
Tenendo presente alcune linee guida, come il pragmatismo, la necessità del buon governo e della buona politica, da dove si deve partire per costruire una proposta politica alternativa all’attuale governo municipale?
Chiunque voglia presentarsi con una proposta alternativa all’attuale Governo della Città, non può che non partire dal pragmatismo. Occorre essere pratici, concreti e realistici. Un progetto politico serio deve necessariamente essere semplice e realizzabile. Basta costruire libri dei sogni che non si riusciranno mai ad attuare, sia per incapacità politica degli amministratori, sia per la mancanza di risorse e tempo.
Rinnovamento, cambiamento, discontinuità e poi, da ultimo, anche la svolta buona dopo essere passati per rottura e rottamazione, sono parole ormai abusate ed logore, forse perfino fuorvianti se non prive di senso. Allora, una nuova proposta politica come la possiamo connotare?
Sono d’accordo nel ritenere prive di senso e pleonastiche le parole rinnovamento, cambiamento, discontinuità. Tutti fanno uso, anzi abuso, di tali termini per dimostrare, a chiacchiere, all’opinione pubblica di rappresentare l’alternativa rispetto alle amministrazioni precedenti. Nei fatti, invero, nulla cambia e si continuano ad applicare le vecchie logiche politiche clientelari che consentono alla nuova amministrazione di sopravvivere, più che vivere. Quindi come vede, ritorna il concetto di concretezza e realismo che devono caratterizzare la nuova proposta politica. Non ho mai sopportato e non sopporto coloro che parlano di rottamazione di una intera classe politica per un mero dato anagrafico. L’esperienza, la competenza si maturano con gli anni e con la pratica, non viceversa dalla sera alla mattina. Diversamente si rischierebbe di buttare il bambino insieme all’acqua sporca.
Partiamo dalla scelta degli uomini. Quali sono i requisiti ideali per essere candidato a sindaco? E come si arriva alla scelta di un candidato sindaco?
Un buon candidato a sindaco deve avere una grande capacità di ascolto, umiltà, equilibrio, esperienza, competenza e soprattutto determinazione nelle scelte da operare. In buona sostanza un candidato a sindaco, come qualsiasi carica pubblica e ruolo che richieda responsabilità nei confronti degli altri, deve essere scelto secondo criteri di merito e non di appartenenza lobbistica, familiare o di costo economica. Solo seguendo questa logica si potrà avere il migliore candidato alla guida della Città.
E per i candidati a consigliere comunale? C’è qualche controindicazione, in altre parole qualche ragione ostativa all’ingresso in lista di un candidato?
Quanto detto in precedenza vale anche per i candidati a consigliere comunale. Mi sono sempre chiesto il perché il candidato a Consiglio Comunale non debba munirsi di un titolo obbligatorio per potersi candidare, rilasciatogli dopo aver seguito un corso e fatto un minimo di pratica in Consiglio Comunale. Ciò è previsto per gli amministratori di condominio professionali e non per gli amministratori pubblici!!! Se il requisito dell’abilitazione lo si rendesse obbligatorio si eviterebbero candidature di facciate e dell’ultima ora che servono solo per disperdere voti a tutto discapito della preparazione e meritocrazia.
Partiti, movimenti civici, associazioni politiche: come si mettono insieme in un progetto politico? Formando una lista unitaria o più liste, distinte tra partiti e civici?
In qualsiasi democrazia esiste il pluralismo di idee che determina la presenza di più partiti. Attualmente la sfiducia nei partiti e nella politica in generale spinge, soprattutto a livello amministrativo, questo ultimi a presentarsi con le vesti della civicità.
Molte liste in competizione portano più partecipazione e voti o solo confusione, polverizzazione e soprattutto abbassamento del livello qualitativo del personale politico?
Il problema non è se formare una lista unitaria o più liste distinte, il problema è trovare i candidati giusti che condividono il progetto politico. In poche parole bisogna trovare l’amalgama politico che consente la fusione di elementi eterogenei o contrastanti in un unica entità, con l’unico obiettivo, il Buon Governo della Città. Come già detto in precedenza la presenza di più liste e di conseguenza di più candidati crea solo confusione, dispersione del voto e soprattutto un abbassamento della qualità della classe politica. Non sempre, anzi quasi mai, il migliore e più competente ha anche consenso elettorale.
E la Giunta, quali dovrebbero essere i criteri di selezione degli assessori e quali i requisiti che devono possedere?
Anche per gli assessori, così come per il candidato a Sindaco, devono valere gli stessi criteri di selezione e devono avere sostanzialmente le stesse caratteristiche. Basta con la logica esclusivamente politica della scelta degli assessori tra i consiglieri che hanno preso più voti. Non sempre chi prende più voti è colui che merita di fare l’assessore. Anzi le dico di più chi viene eletto consigliere deve restare in Consiglio Comunale e non cercare a tutti i costi più voti solo per andare a svolgere il ruolo di Assessore.
I componenti della Giunta vanno indicati prima delle elezioni?
Ho sempre sostenuto che la legge elettorale dovrebbe prevedere che ogni candidato a Sindaco è obbligato a depositare non solo, come ora, il programma elettorale, ma anche l’indicazione dei componenti della propria Giunta con tanto di firma di accettazione dell’incarico. Le sembra mai possibile realizzare il programma elettorale, che già viene definito il “libro dei sogni”, con assessori non competenti, inesperti, ma che hanno preso molti voti?
Il buon governo spesso viene messo in discussione dalla mancanza di chiarezza nella definizione dei ruoli, dei poteri e dei rapporti che devono intercorrere tra sindaco, assessori e consiglieri. Insomma, gli equilibri sono molto difficili da raggiungere e tenere tra le varie componenti della maggioranza. Qual è il modo migliore per ovviare a questa oggettiva difficoltà?
Qualsiasi buon Governo viene messo in crisi non solo e non tanto dalla mancanza di chiarezza nella definizione dei ruoli, dei poteri e dei rapporti tra le varie componenti politiche, quanto piuttosto dalla mancanza di conoscenza e quindi di rispetto delle regole della politica. Non puoi giocare al calcio seguendo le regole del rugby, non ci sarebbe gioco e la partita finirebbe in rissa. L’unico modo per ovviare alla oggettiva difficoltà di raggiungere l’equilibrio politico tra le varie componenti della maggioranza è che ognuna di esse deve essere consapevole di far parte di un meccanismo complesso che può andare avanti e funzionare solo se si agisce in perfetta sintonia. In buona sostanza nessuno deve prevaricare sugli altri o pensare di essere superiore. Ma per arrivare a tali conclusioni e risultati occorre intelligenza, umiltà, conoscenza e rispetto delle regole e degli organigrammi. Se si agisce per proprio conto, pensando solo a coltivare il proprio orticello politico, non si andrà da nessuna parte e non ci sarà mai buon Governo.
Veniamo al programma. Innanzi tutto, come si procede alla sua stesura? E quali i punti, diciamo almeno cinque, più qualificanti a suo avviso?
Qualsiasi programma elettorale deve tenere conto del territorio, delle sue problematiche, delle sue necessità da realizzare nel breve, medio e lungo termine. Occorre ascoltare, confrontarsi e dialogare con i cittadini e con le varie categorie economiche e sociali per poi redigere un programma semplice, ma soprattutto attuabile nei tempi programmati. Meglio fare piccoli passi, ma costanti, per arrivare in cima, che correre velocemente, ma fermarsi dopo pochi metri. Senza voler apparire populista e demagogico un programma elettorale serio non può prescindere da alcuni punti fondamentali : Sicurezza, Sviluppo Economico in tutte le sue componenti, Valorizzazione Turistica del Territorio, Tutela dell’ambiente e della salute dei Cittadini. Occorre essere veri, trasparenti, propositivi e soprattutto dare esecuzione al programma elettorale con il quale ci si è presentati alle elezioni, che deve rappresentare nei 5 anni di mandato la Bibbia del Sindaco e della sua Amministrazione.
Su alcune questioni, come ad esempio l’abusivismo edilizio, l’organizzazione comunale, la gestione dei rifiuti, la lotta agli sprechi e la revisione della spesa, la sicurezza e la mobilità urbana, è necessario un linguaggio di verità. Quali le parole giuste?
Basta con le promesse non realizzabili e le bugie elettorali solo per raccattare più voti, occorre parlare alla gente come fa il buon padre di famiglia: con onestà, trasparenza e con dei NO educativi. Questo l’unico linguaggio che un Sindaco deve usare per poter essere credibile e affidabile.
Uno slogan per la campagna elettorale nel quale i cavesi potrebbero riconoscersi?
Uno slogan della campagna elettorale “Con noi finalmente Cava e i cavesi al centro di tutto”.