A colloquio con Renato Aliberti candidato sindaco solo di Fratelli d’Italia… per ora
L’accordo con Città Democratica non è ancora saltato. E’ quanto, tutto sommato, ci dichiara Renato Aliberti, candidato a sindaco per ora di Fratelli d’Italia ma in prospettiva, almeno questo è il tentativo politico che si sta ancora portando avanti, di un’aggregazione civica molto più ampia che potrebbe comprendere ma non si esaurirsi con Città Democratica.
Imprenditore di successo, cavese, prossimo a compiere i sessant’anni ma con aspetto ancora giovanile, attualmente nel Consiglio dell’ASI, Renato Aliberti ha avuto da sempre il pallino della politica, tanto che questa sua candidatura sorprende i più, ma molto meno chi da tempo lo conosce.
Cominciamo la nostra chiacchierata chiedendo a bruciapelo: perché lei ha deciso di candidarsi a sindaco alle prossime elezioni a Cava?
Sono stato spinto a farlo con spirito di servizio dal mondo imprenditoriale cavese, che chiede maggiore efficienza e scelte più adeguate allo sviluppo di un territorio che sta pagando, come il resto del Paese, una crisi economica e produttiva senza precedenti. Confesso che la scelta di impegnarmi in maniera diretta deriva anche da una constatazione di fatto che ho realizzato in questi ultimi anni. Per ragioni di lavoro vado spesso all’estero: ebbene fino a qualche anno fa, confrontando molte realtà estere con quella della nostra città, mi compiacevo del nostro livello economico e sociale. Purtroppo, negli ultimi tempi ho dovuto constatare che l’Italia sta gradualmente regredendo mentre quelle stesse realtà hanno fatto dei passi in avanti giganteschi. E’ giunto il tempo, non solo per me, ma per chiunque ami la nostra città, di rimboccarsi le maniche e darsi da fare per ridare un futuro di sviluppo alla Città.
Intanto è in discussione l’accordo con Città Democratica per un’alleanza alle prossime comunali.
C’è un’ampia condivisione programmatica con Città Democratica e con il Mo altra forza civica, ma più in generale con tutti quei movimenti civici che intendono perseguire il vero cambiamento.
È naturale che un accordo tra un partito politico e un movimento civico non sia facile di per sé, pur tuttavia stiamo profondendo ogni possibile sforzo, vista la più che naturale convergenza registrata sui punti cruciali del programma. Vado oltre: auspico che questo accordo possa allargarsi ad altre forze siano esse civiche o politiche, l’importante che condividano un percorso teso unicamente al bene e al rilancio della nostra Città.
Devo con onestà ammettere che nel corso dei cinque anni della amministrazione Galdi, spesso i consiglieri di Fratelli d’Italia e Città Democratica hanno trovato piena condivisione, da ultimo il voto sul possibile trasferimento delle competenze dal Consorzio alla Metellia, messo tra l’altro, in discussione dal collegio dei revisori dei conti dello stesso comune ovvero alla richiesta di ordine del giorno teso ad evitare che una società privata possa gestire, in luogo dell’attuale gestore, il servizio idrico sul territorio comunale.
Al di là delle chiacchiere e della facile ironia, l’accordo tra forze oneste, competenti e soprattutto animate da grande spirito di servizio, rappresenterebbe il valore aggiunto per l’amministrazione della Città ed eleverebbe sicuramente il livello di un campagna elettorale che a dire il vero si profila come la peggiore di sempre, visto lo spessore dei competitor.
A questo punto, chi saranno i candidati che andranno al ballottaggio?
Lo vedremo l’11 maggio! Ad ogni modo ritengo di poter giocare la partita fino in fondo, visto il supporto che sto avendo dal mondo dell’impresa, del commercio, della cultura e perché no dal mondo politico.
Non va poi sottovalutata la forza del partito che ha dimostrate di aver al suo interno persone capaci e volenterose, che sin dal primo momento mi hanno sostenuto in questa scelta.
A riguardo devo ringraziare soprattutto i consiglieri comunali e gli ex assessori che hanno intesto affiancarmi in questa sfida senza alcuna perplessità, nonostante non fossi uomo di partito ma più vicino alla cosiddetta società civile.
Fare previsioni mi risulta oggettivamente difficile, considerato lo scenario politico metelliano che presenta una frammentazione mai registrata prima.
Andrà da solo fino in fondo?
Come detto e ripetuto siamo aperti ad ogni forma di aggregazione che si fondi sulla chiarezza, sulla lealtà e sulla condivisione programmatica. Lo abbiamo già dimostrato con Città Democratica e continueremo a farlo nella convinzione.
In ogni caso, gli elettori sono sfiduciati a prescindere. Come si può riaccendere la speranza e la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica?
E’ vero, i cittadini sono sfiduciati. Io posso solo dire che mi approccio a questa competizione con l’umiltà di chi ha lavorato solo per la propria azienda, facendola crescere, sviluppare ed affermare in campo nazionale ed internazionale. Da parte mia, cercherò, pur con le differenze che il caso richiede, di applicare le logiche di gestione aziendale all’“azienda” Comune, sebbene le finalità siano ben altre, non il profitto, quindi, ma il benessere dei cittadini. Dialogare con i politici, con l’organizzazione comunale nella sua complessa articolazione, con le categorie sociali e professionali e con i cittadini, per poter poi operare le scelte più giuste. Con me il Palazzo deve essere aperto, trasparente ma soprattutto laborioso. I dipendenti comunali dovranno dare risposte ai cittadini nel rispetto di quanto dispone la legge e su questo avranno tutto il mio sostegno. La politica ha un senso se tutti possono partecipare e dare il proprio contributo alle scelte da compiere nell’interesse della città. Certo, ognuno ha un ruolo ed una responsabilità diversa e precisa, ma tutti devo avere accesso ai processi decisionali che riguardano la cosa comune. Ai cittadini dico solo che da sindaco detterò le linee guide e che questo viale cavese dissestato possa diventare un’autostrada verso il futuro.
Un sindaco a termine?
No, sindaco per il tempo necessario a fare bene. Chi rimane attaccato alle poltrone non rende un buon servizio alla città.
Qual è il suo giudizio sull’amministrazione Galdi?
Ritengo che la mia candidatura a sindaco sia già una risposta sufficientemente chiara ed esaustiva.
In ogni caso, non è mio costume parlar male dei miei competitor. Anche nel mio lavoro, ho cercato di far apprezzare il mio prodotto, non certo criticando o disprezzando quello altrui. Saranno gli elettori a valutare.
Le auguriamo di diventare sindaco. In questo caso, come sceglierà gli assessori?
Cercando di scegliere il meglio per qualità e competenza. In ogni caso, penso che alla fine nominerò meno assessori di quanto la norma consenta.
A chi si rivolge il candidato sindaco Renato Aliberti?
A quanti hanno a cuore lo sviluppo della città nella legalità e nella libertà di iniziativa. Mi rivolgo ai cavesi, nessuno escluso, perché di fronte al lavoro che non c’è e alle difficoltà di tanti di arrivare a fine mese, non possiamo fare differenze speciose, siamo tutti nella stessa barca e insieme dobbiamo remare per arrivare ad un approdo sicuro.
Se vincesse le elezioni quali sarebbero i suoi primi tre provvedimenti?
Riorganizzare gli uffici per valorizzare le professionalità esistenti a tutti i livelli, a cominciare dai dirigenti. Poi, lavorare subito per combattere gli sprechi in qualsiasi piega del bilancio e dell’organizzazione comunali essi si annidano. Il terzo contenere e qualificare le spese per ridurre il carico fiscale su famiglie ed imprese.
07.03.2015 – By Nino Maiorino – Conosco personalmente Renato Aliberti, del quale ho stima, e rispetto la sua scelta di “correre” per quello schieramento politico, anche se io mi sarei aspettato qualcosa di diverso.
Ma indipendentemente da ciò, non posso non riflettere sulla circostanza che, da candidato Sindaco per quello schieramento, oggi accetti che quella candidatura si metta in discussione per non si sa bene quali motivi. Da un imprenditore, di successo, come Aliberti, ci si aspetta che non partecipi ai “minuetti” della politica politicante, chi è abituato a realizzare nel privato deve, ancora più nel pubblico, mostrare la stessa determinazione prima per indicare il programma, poi per realizzarlo; altrimenti è tutto inutile.