A colloquio con l’ex sindaco Marco Galdi: “Servalli non ha una strategia di sviluppo”
Dopo aver dato il giusto spazio al sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli per consentirgli di tracciare un bilancio dei primi sei mesi di amministrazione, facciamo altrettanto con il leader dell’opposizione, l’ex sindaco ed attuale consigliere comunale Marco Galdi, per mettere a fuoco il punto di vista della minoranza.
Al professore Galdi chiediamo innanzi tutto cosa ha apprezzato e porterebbe avanti e cosa invece casserebbe?
Si percepisce ancora un clima di attesa e di sostegno in città rispetto all’azione dell’Amministrazione, com’è normale che sia ad appena 6 mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione.
In positivo colgo l’impegno sul verde pubblico e il programma per il periodo natalizio, che è stato gestito con intelligenza; in particolare ho apprezzato la chiusura al traffico del tratto fino al Parco Beethoven per la Notte Bianca che ha sicuramente favorito un maggiore coinvolgimento di commercianti cavesi che operano in quel tratto. Un’altra nota positiva che mi sento di segnalare è il lavoro con l’ASI e la Provincia per la modifica delle Norme tecniche di attuazione del piano ASI, che ha portato un risultato importante quale il riconoscimento della possibilità di utilizzare il 49% dei capannoni vuoti anche per attività di artigianato, terziario e logistica. Invero noi avevamo avviato il procedimento chiedendo che la trasformazione delle N.T.A. potesse riguardare il 100% delle strutture in area ASI… ma comunque il risultato conseguito va salutato favorevolmente e sarà importante per il rilancio dell’occupazione in città. Purtroppo però, dopo sei mesi, le note negative si sono evidenziate in maniera ancora più netta.
Vale a dire?
Faccio alcuni esempi. Il primo, sbagliata la scelta di non iniziare i lavori in piazza San Francesco che di fatto ha determinato la perdita di un finanziamento di tre milioni di euro. Secondo, in generale, l’impegno dell’Amministrazione Servalli nel settore delle opere pubbliche, in vista della scadenza del 31/12/21015, è stato blando, tant’è che alla fine poco più del 50% delle opere cantierate sono state portate a compimento: si poteva fare certamente di più… Terzo, Ritengo profondamente sbagliata la scelta di rinunciare alla transazione con la Manifattura Sigaro Toscano: era un’opportunità unica per far restituire alla Città l’antico plesso di Viale Crispi e realizzare alle sue spalle due piazze, mille posti auto, housing sociale… Anche qui si sono buttati a mare diverse centinaia di opportunità di lavoro… Quarto, un altro dato che reputo molto negativo è che si sono ottenuti solo 14 milioni di euro a fronte dei 20 milioni di finanziamenti per i cosiddetti “fondi retrospettivi” che la mia Amministrazione aveva già ottenuto in Regione nel luglio 2014. Devo riconoscere, però, che Servali ha saputo vendere all’opinione pubblica come positivo un risultato assolutamente deludente… Quindo, al di là del momentaneo risultato, allo stato solo formale, dell’ordinanza del Presidente del TAR Salerno “ante causam” che riapre il reparto di Ginecologia e Ostetricia, è stata assolutamente deludente il modo con cui Servalli ha condotto la battaglia per il futuro dell’Ospedale: le recenti dichiarazioni pubbliche del Presidente De Luca, che condannano il nostro Plesso dopo 500 anni di storia gloriosa, la dicono lunga sul peso politico di Servalli in Regione Campania.
Ma la critica è sostanziale: dando una lettura complessiva dei primi mesi di amministrazione, devo constatare che, pur in presenza di qualche nota positiva, manchi del tutto una visione strategica per lo sviluppo futuro della nostra Città…
Il suo giudizio d’insieme è negativo dunque.
Sostanzialmente sì. Le cose che non vanno sono molto pesanti a fronte di cose belle ma effimere come può essere il verde pubblico ben curato o un’apprezzabile illuminazione natalizia….
E’ appena terminato il periodo dei festeggiamenti natalizi accolto con entusiasmo, dobbiamo ammetterlo, da parte dei cittadini per quanto approntato. Il cosiddetto “effimero” con la progettualità e l’ambizione di rispolverare i fasti di Cava. E dobbiamo dire che l’operazione ha avuto successo e riscontri economici e turistici. Il paragone col passato è stato inevitabile. Cosa secondo Lei, facendo un po’ di autocritica, è mancato a voi per creare lo stesso pathos?
Il Natale è stato condotto bene e l’ho anche pubblicamente apprezzato con un post su Facebook, però non lo enfatizzerei più di tanto. L’incremento del trend turistico si sta registrando da circa cinque anni. Quando io sono diventato sindaco nel 2010, l’anno prima erano state registrate venticinquemila presenze turistiche e nel 2014 abbiamo superato le settantamila presenze turistiche complessivamente in città. C’è un trend in crescita, frutto soprattutto del lavoro della precedente amministrazione, a partire dall’apertura dei nuovi parcheggi sul Trincerone, che certamente hanno fatto la differenza. E’ mancata qualche iniziativa culturale di respiro: nei miei anni del nostro governo della Città ci sono state mostre importanti, come quella sul paesaggio o le mostre organizzate in occasione del Millennio dell’Abbazia Benedettina, la mostra con l’autoritratto di Leonardo Da Vinci, quella delle Ceramiste di Pandora o quella sul barocco meridionale. E’ stato un Natale molto “popolare”, ben accolto nel clima di luna di miele con l’elettorato, che ha creato un riscontro indubbiamente positivo in Città.
Manutenzione degli edifici pubblici e fondi PIU Europa, due temi sempre molto presenti nel suo agire. C’è stata una possente virata da parte dell’Amministrazione comunale con una riprogrammazione dei fondi. Ora si parla di Pala Eventi piuttosto che di frazione per il fatto che, ci ha spiegato il sindaco, esse non sono contemplate all’interno dell’area obiettivo per la riqualificazione urbana e quindi i famosi 20 milioni di euro non erano utilizzabili. Cosa ribatte?
Non è vero. I 20 Milioni che la mia Amministrazione ha ottenuto nel luglio 2014 ci sono stati dati perché abbiamo saputo rendicontare, secondo la metodologia dei fondi comunitari, opere già realizzate presso il comune di Cava con fondi di provenienza non comunitaria. Poiché erano già stati rendicontati, appunto, questi soldi sono arrivati in Regione Campania e potevano essere tranquillamente spesi senza un vincolo di destinazione, tantomeno al perimetro del PIU Europa, che com’è noto riguarda solo il centro cittadino. In Regione hanno comunque ritenuto di dover vincolare queste somme al perimetro del centro, semplicemente perché l’organizzazione amministrativa regionale che erogava questi fondi era la stessa che ha gestito il PIU Europa ed hanno proceduto per inerzia… quindi nulla avrebbe impedito di utilizzare quei 20 Milioni per le nostre Frazioni. La verità è che Servalli non si è battuto perché questi soldi senza vincolo di destinazione fossero impiegati per le frazioni di Cava e per le periferie, né si è mosso minimamente sul piano politico per raggiungere questo obiettivo, cosa che noi avremmo certamente fatto. Da Sindaco sono stato accusato di aver fatto costruire la cosiddetta “scacchiera” in piazza Abbro: oggi tutti vedono che era una mera riqualificazione urbana; ma quelli sì che erano fondi vincolati al centro! Questi quattordici milioni di oggi, invece (sei sono stati persi!), non erano certo vincolati, perché già rendicontati…
Co.Fi.Ma.. Lei ha sempre sostenuto fortemente il progetto di un nuovo ospedale nell’area, il Sindaco attuale invece dichiara l’idea utopica perché in Regione Campania mai è stato dato un seguito anche solo per ipotesi al progetto. Con la drammatica situazione che sta vivendo l’ospedale cavese a causa dei tagli voluti dalla legge, si sente ancora di perorare tale idea? Cosa fare intanto per mettere in salvo l’ospedale?
L’unico futuro per il nostro ospedale è la realizzazione di un nuovo plesso. Ovviamente De Luca è il meno adatto a fare ciò, perché il suo progetto fin dal 2009 è stato quello di edificare un ospedale da 900 posti letto al posto del San Leonardo con un costo di trecento milioni di euro, che è già nella programmazione regionale. Basterebbe investire sull’area della Co.Fi.Ma. un terzo della somma per realizzare il nuovo ospedale a Cava da trecento posti e impegnare poche decine di milioni di euro per adeguare il San Leonardo con i 600 posti attuali. Se si realizza il progetto di De Luca non ci sarà più posto per il S. M. dell’Olmo. Vale ancora la pena parlarne? Sì, perché io ritengo che sia l’unica strada nel medio periodo per salvare l’ospedale. Peraltro, la vicenda della Co.Fi.Ma. è ancora legata al giudizio pendente dinanzi al Consiglio di Stato, che si definirà per la prossima primavera: se il Consiglio di Stato dovesse ritenere esserci stata una “lottizzazione abusiva” nella ex proprietà Califano e Panico (il fronte strada che si vede all’uscita dell’Autostrada), come contestato dai Tecnici comunali e appurato dal TAR nella Sentenza di primo grado, il Comune acquisterebbe a titolo originario altri dodicimila metri quadrati che, sommandosi ai 18.000 della Cofima gli darebbero una disponibilità complessiva di trentamila metri quadrati, tali da giustificare un’operazione di completo riassetto urbanistico della porta nord di Cava, dove potrebbe trovare posto anche il nuovo ospedale. In tal caso sarebbe assurdo vendere quell’area, destinata a diventare il biglietto da visita della Città. Quanto al breve periodo, le recenti esternazioni di De Luca sul nostro reparto di Ginecologia ed Ostetricia dimostrano due cose: che nel prossimo futuro questo reparto sarà fortemente ridimensionato; che tanti cittadini di Cava, in buona fede, hanno votato per De Luca e Servalli, che li hanno solo preso in giro.
Nella sua ottica s’intravedono sogni molto diversi da quelli dell’attuale Sindaco per la città. Ma sono realizzabili?
Qualcuno dice che l’orizzonte è come l’utopia: se fai un passo avanti pare che l’orizzonte si allontani… ma ti dà lo stimolo per camminare.
Cosa fare intanto per mettere in salvo l’ospedale?
La partita è soltanto politica. Servalli ha scelto la strada del ricorso al TAR, io avrei optato per un’ordinanza sindacale che avrebbe consentito al Direttore Generale di derogare alla legge n. 161/2014… E’ stato preferito un altro tipo di percorso che per ora ha dato il suo frutto perché c’è stato un decreto presidenziale emesso “ante causam” e il 3 febbraio si andrà a discutere l’istanza cautelare presentata dalla nostra avvocatura. In questi venti giorni si dovrà giocare la partita politica. Il Presidente della Regione avrebbe potuto intervenire sul direttore Viggiani e chiedergli di mantenere il reparto di ginecologia-ostetricia a Cava. Quello di Cava è qualificato nell’atto aziendale presentato dal dott. Viggiani in Regione come “Ospedale della donna e del bambino”: se non nascono più bambini e chiudono ginecologia si snatura l’idea stessa del plesso. Ma ho la sensazione, dopo aver ascoltato cosa ha detto De Luca per televisione (sulla rete impazza il video), che la sorte del reparto di Ginecologia ed Ostetricia sia segnata… e questo, francamente, è un pessimo segnale anche rispetto al futuro dell’intero complesso ospedaliero.
Abusivismo edilizio: l’attuale Amministrazione rigetta l’idea da lei pedissequamente portata avanti della famosa delibera di consiglio n.99 del dicembre 2014 che permetterebbe al Comune l’acquisto degli immobili abusivi per poi, nel caso ci siano i requisiti, rivenderli ai proprietari. L’ha ritenuta una trovata propedeutica alla campagna elettorale ed ha intenzione di seguire altri sentieri, pur non avendola soppressa, ma avendo apportato una modifica nella procedura: l’intervento della Commissione Consiliare e del Consiglio comunale vengono a valle di tutta la procedura. Ritiene utile tale operazione?
La modifica apportata alla delibera n.99 dalla nuova maggioranza può sembrare marginale ma così non è. Con la delibera 99 del dicembre 2014, voluta dalla mia Amministrazione, prima di tutto si avviava la procedura di acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile abusivo, e solo dopo che c’era stata la pronuncia della Commissione Urbanistica Comunale, il vaglio da parte degli uffici, il passaggio nella Commissione locale del Paesaggio, una delibera di giunta di proposta al Consiglio, si andava alla Sovrintendenza per chiedere il dovuto parere. Invece, la modifica introdotta ha previsto che prima bisogna chiedere il parere alla Sovrintendenza e poi, ove sia positivo, si avvii l’iter per l’attuazione della Legge regionale n.5 del 2013. Poiché sappiamo che la Sovrintendenza ha un atteggiamento di chiusura rispetto a questa procedura, possiamo già dare per scontato che il giudizio sarà negativo e che la procedura di acquisizione non avrà inizio. La modifica pare solo procedurale ma è invece profondamente sostanziale: blocca sul nascere le procedure di acquisizione e di conseguenza gli abbattimenti programmati dalla Procura faranno normalmente il loro corso, così privando della casa anche chi ha commesso un “abuso di necessità”, non disponendo, come dice la legge regionale n. 5 del 2013, di “altra idonea soluzione abitativa”.
Cosa direbbe a chi rischia la demolizione della propria abitazione, oggi nelle vesti di ex sindaco che ha già affrontato il problema?
So che la nuova amministrazione sta studiando un nuovo regolamento, affidandosi ad un legale esterno. La speranza deve essere sempre l’ultima a morire… Io personalmente avrei continuato a dare attuazione alla delibera n.99 così com’era. Mi auguro che la nuova strategia dell’amministrazione Servalli sia realizzata e che porti dei risultati: lungi da me augurarmi il male della popolazione. De Luca è venuto in campagna elettorale a promettere un condono edilizio che non è di sua competenza. Da cittadino mi auguro che la nuova amministrazione riesca a dare risposte sia per l’ospedale che per l’abusivismo. Ma poiché su questi temi si è giocata la campagna elettorale, ove non riuscisse a dare le risposte attese, io credo che non ci siano alternative che il ritorno alle urne.
Facciamo un gioco e diamo un voto ai singoli membri della Giunta e un giudizio complessivo. Promossi e bocciati.
Parliamo di persone, e non mi sento di fare graduatorie che potrebbero in qualche modo mortificare. Mi permetto di esprimere un gradimento sulle donne presenti in giunta. Giovanna Minieri sta portando avanti il lavoro che avevamo già impostato rispetto alla riperimetrazione dell’ASI che è la premessa dell’attuazione del PUC. Paola Moschillo è competente, presente, un valido elemento dell’amministrazione, come anche Autilia Avagliano. Insomma, viva le donne!
Come “capo in pectore” dell’opposizione come intende portare avanti questo ruolo?
Quello di capo dell’opposizione è un attributo che mi è stato dato dai giornalisti che, personalmente, non condivido. Il capo dell’opposizione unisce tutte le forze di minoranza e le guida. Noi siamo un’opposizione collegiale; peraltro che ha già perso qualche pezzo, frattanto passato in maggioranza. Nella compagine è presente una quota di centrodestra ed una quota civica; io appartengo alla seconda e, a maggior ragione, non posso considerarmi il capo di nessuno, se non di me stesso…
Ci sono i margini per un ricompattamento del centrodestra?
Francamente, questa domanda andrebbe fatta a chi, a livello locale, milita convintamente nel centrodestra. Personalmente ho la sensazione che il centrodestra stia vivendo una crisi profonda a livello nazionale che riverbera anche sul piano locale. Questa crisi dipende dal fatto che l’attuale Premier stia portando avanti battaglie tipiche del centrodestra (ad esempio, via le tasse dalla prima casa), mentre si trova a tutelare spesso interessi forti (basti vedere i vari salvataggi bancari), che anche Silvio Berlusconi in passato ha spesso contrastato… Vedremo nei prossimi mesi ed anni quale evoluzione ci sarà per la politica nazionale ed allora, forse, anche io avrò le idee più chiare.
Come vede il futuro politico di Cava de’ Tirreni?
Credo che dipenderà molto dalla vicenda dell’ospedale. Se Servalli dimostrerà di avere autorevolezza e un proprio peso politico salvando l’ospedale a partire dal reparto di ginecologia-ostetricia e reggendo sulla tematica dell’abusivismo edilizio, potrà mettere radici profonde e governare per cinque anni. Se questo non dovesse accadere credo che il futuro politico di Cava sarà ancora incerto.
Marco Galdi che ruolo giocherà?
Marco Galdi è un consigliere comunale di opposizione con una certa esperienza politica ed amministrativa. E’ molto probabile che sarà ancora partecipe della vita cittadina, magari con funzioni diverse. Non credo sia importante avere a tutti i costi un ruolo di primo attore; ma dare il proprio contributo alla crescita della Comunità, questo sì, lo reputo importante. (foto Gabriele Durante)
16.01.2016 – By N.M. – Chiacchiere. Meraviglia che l’ex Sindaco Galdi dia lezioni: dei cinque anni di sua amministrazione non si ricorda alcuna seria strategia di sviluppo.