Cava, il sindaco Servalli: “Voglio una città migliore di quella che abbiamo trovato”
Sono ormai passati ben più dei primi cento giorni di governo del sindaco Vincenzo Servalli. E’ tempo, quindi, di chiedere al primo cittadino cavese un primo, anche se ovviamente assai parziale bilancio di questi ultimi mesi a Palazzo di Città.
Come ci si trova nei panni di sindaco? Era come se lo aspettava, oppure è molto diverso?
Mi trovo a mio agio. Non voglio apparire presuntuoso, ma l’idea che sarebbe potuto accadere ciò era dentro di me sin da ragazzo. Certamente le questioni da affrontare sono molto complesse, fare il sindaco è difficile, ma è un grande onore poter rappresentare la propria città. C’è stato dentro di me un lungo periodo di preparazione a questo ruolo, non sono uno che si è improvvisato e non mi trovo dove sono per qualche caso fortuito della vita, ma è un risultato preparato nel tempo.
Un’altra curiosità: cosa le piace di più nel ruolo di sindaco?
Più che il senso del piacere, a prevalere è il senso del dovere. C’è l’orgoglio di rappresentare la propria città, ma in questa fase sta prevalendo in me soprattutto un grande senso di responsabilità. Questo è sicuramente un onore, ma anche un onere. Noi stiamo portando avanti una battaglia per combattere il degrado urbano, per il recupero della fruizione degli spazi pubblici e per la sicurezza della città. Questi sono i primi obiettivi che ci siamo posti e stiamo lavorando con molta forza e determinazione. Se ad oggi il 50% dei cittadini cavesi manchevoli conferisse correttamente i rifiuti, non parcheggiasse in un stallo destinato a un disabile o in seconda e terza fila, non sporcasse un parco pubblico magari appena sistemato o non compisse atti vandalici e così via, si avrebbe un miglioramento straordinario della qualità della vita della città. Ecco perché senza l’aiuto dei cittadini è molto più difficile ottenere degli obiettivi. E’ per questo che chiedo a tutta la città di collaborare perché ciascuno di noi, nel suo piccolo, con il proprio comportamento, può determinare un miglioramento della nostra città.
Insomma, eravamo messi proprio così male?
Quello che ci siamo trovati ad affrontare è un ritardo, un mancato interesse sulle questioni del degrado urbano, della qualità degli spazi pubblici, ossia attenzione alle scuole, alle palestre, alle ville. Siamo stati criticati da qualche predecessore perché stiamo facendo riparare fontane abbandonate da anni e ci è stato detto di pensare a questioni più serie, ma queste sono faccende serie. Personalmente a casa mia faccio aggiustare un rubinetto che perde. Il giorno in cui è scattato l’aumento della sanzione per il non corretto deposito dei rifiuti a 500,00 euro, la Metellia Servizi mi ha segnalato code di persone andate a chiedere il calendario del conferimento, finanche ottanta persone al giorno! Questa è la dimostrazione che il messaggio è passato, ma anche che prima vigeva un lassismo enorme. Noi abbiamo avvertito il bisogno di riprendere per mano la città e ripartire da qui e per farlo c’è bisogno dell’aiuto di tutti. C’è un sindaco che lo chiede con grande umiltà, necessita che tutta la sua squadra di collaboratori (assessori, consiglieri, dirigenti, impiegati) faccia la propria parte, non ultima, la città. Se si realizza questa comune volontà, i risultati verranno. I primi passi che stiamo muovendo, nel frattempo, sono positivi.
Cosa rimpiange di non poter far o di non poter fare con la stessa intensità e frequenza di prima?
Sicuramente pago un prezzo molto severo con il mio lavoro, a cui sono molto legato e che mi piace molto. Sono entrato nel settore appena dopo la laurea, quasi per caso, e sono trascorsi ormai vent’anni di attività. E ovviamente lo scarso tempo da dedicare alla famiglia e a qualche hobby, mentre si accumulano i libri dal leggere.
Quali sono gli hobby del sindaco?
Avere un libro in mano e leggerlo mi è sempre piaciuto. Ho trovato davvero interessante il libro di Michele Marziani vincitore del Premio letterario Città di Cava de’ Tirreni, si intitola “Umberto Dei -biografia non autorizzata di una bicicletta” e affronta il tema dell’immigrazione in maniera leggera, partendo dal racconto della storia di una bicicletta.
Cento giorni di governo sono passati. Tracciamo un bilancio: cosa si era proposto di fare e cosa è riuscito a fare di quanto programmato?
Avevo assunto un impegno durante la campagna elettorale relativo al rafforzamento della garanzia dell’acqua come bene pubblico. Siamo riusciti a fare al riguardo in pochi mesi quello che non si era fatto in due anni: una delibera di giunta consiliare con la quale abbiamo avviato il percorso di trasformazione dell’Ausino S.p.A. in azienda consortile speciale. Il comune di Cava de’ Tirreni è firmatario della Carta di Napoli della Rete Europea per l’Acqua Bene Comune, documento che arriverà anche a Papa Francesco. Questo aspetto della nostra attività è stato poco enfatizzato ma era uno degli obiettivi che ci eravamo impegnati a sostenere e che abbiamo realizzato. Un altro impegno, che potrebbe apparire marginale, ma in un contesto del quale ragioneremo in futuro non lo è, è l’inizio del procedimento di revoca della delibera che prevedeva l’utilizzo di locali nella parte antica della Manifattura Tabacchi per un incubatore d’impresa. Anche questo era un impegno assunto in campagna elettorale e che è stato mantenuto.
Torniamo a questi primi mesi di amministrazione. Quella della legalità e della sicurezza è una questione che avete preso di petto.
Abbiamo cominciato un lavoro molto importante per la qualità della vita dei cittadini. I cardini sono, come già accennato prima, la lotta al degrado urbano, il recupero della vivibilità e la sicurezza della città. A tal proposito, ci tengo a ricordare che la scorsa settimana abbiamo ripreso a fare qualcosa che era stato dimenticato da anni, un’operazione congiunta delle forze dell’ordine (Polizia Locale, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri) con importanti risultati e che ripeteremo grazie alla disponibilità delle forze dell’ordine. La stessa visita al comune di Cava del sottosegretario agli interni Gianpiero Bocci e delle massime cariche dell’autorità giudiziaria, sono un messaggio forte sul fronte della sicurezza a Cava de’ Tirreni. Grande attenzione viene poi data al quotidiano. Qualcuno ha detto che questa Amministrazione difetta di programmazione, io invece ribadisco che abbiamo un’idea chiarissima di quello che deve essere la nostra città e che parte da alcune cose fondamentali. Stiamo lavorando per ottenere i finanziamenti per il completamento del sottovia veicolare che oggi, con l’attuale uscita all’altezza di via Atenolfi, è solo un’anatra zoppa di estrema pericolosità, una sorta di pista per go-kart. Stiamo lavorando poi sul progetto di metropolitana leggera, perché il futuro della città è il trasporto su rotaie. Ci stiamo adoperando per il Palaeventi al posto di quello che è l’incompiuto palazzetto dello sport, infine, per la realizzazione di una cittadella dello sport nell’area dell’ex velodromo. La nostra visione è quella di una città che si muoverà prevalentemente con la metropolitana leggera, che abbia il sottovia veicolare completato, superare cioè la stazione ferroviaria, e che quindi possa così fungere da strada alternativa a corso Mazzini e via Veneto, e, infine, con contenitori per eventi musicali e teatrali e un ampio spazio attrezzato per lo sport.
Sono fattibili questi progetti?
Assolutamente fattibili. Per il palaeventi siamo già a buon punto, rientrerà nella programmazione dei PIU Europa 2014-2020. Per l’ex velodromo c’è già un progetto di massima che prevede tra le altre cose una pista di atletica leggera. Per quel che riguarda le altre grandi opere infrastrutturali è aperto un canale di collegamento con la Regione Campania. Per il medio periodo è previsto un programma di ristrutturazione di scuole e palestre. In realtà, già abbiamo cominciato con una manutenzione importante alla scuola di S. Lucia, mentre sono stati completati i lavori alla scuola “Simonetta Lamberti” a Pregiato. Quando diciamo che vogliamo ridare dignità agli spazi pubblici intendiamo anche questo poiché il ragionamento di fondo da fare è questo: un bambino ha il suo primo impatto con le istituzioni proprio quando va a scuola o in un parco o un campetto a giocare,se vi trova incuria, come è stato per anni al Parco Schwerte, se trova degrado nella scuola si sentirà autorizzato a sua volta a “maltrattare”, a non rispettare luoghi e strutture.
Quindi, riassumendo?
Riassumendo, il piano è questo: nel breve periodo lotta al degrado urbano, vivibilità degli spazi pubblici e sicurezza; nel medio periodo, opere di infrastrutturazione medio-piccole (scuole, palestre, luoghi pubblici), nel lungo periodo metropolitana e completamento del sottovia veicolare. Questi sono i canovacci intorno ai quali vi è una serie di obiettivi a latere altrettanto importanti. E siamo partiti piuttosto bene, con il primo tratto di percorso.
Il suo principale competitore, l’ex sindaco Galdi, imputa la sua sconfitta a se stesso piuttosto che ai suoi meriti, accusandola di avere un progetto politico povero d’idee di sviluppo per la città. Come ribatte a quest’affermazione?
La campagna elettorale è finita e Marco Galdi ha perso. Ogni volta che fa l’elenco delle cose che Servalli non risolve è come se le stesse dicendo a se stesso, come nel caso in cui afferma che non sono stati spesi i fondi europei. Siamo andati in Regione con estrema umiltà e consapevoli di essere uno dei comuni che meno ha realizzato per i fondi PIU, ma stiamo ora cercando di dare un’accelerata. L’affermazione più ridicola sentita dire da Galdi è che voleva cominciare i lavori di piazza San Francesco due mesi fa, quando poi dovranno essere rendicontati entro il prossimo 31 dicembre. Ripeto,ogni volta che l’ex sindaco imputa un ritardo all’attuale Amministrazione in realtà sta solo facendo autocritica.
I membri che compongono la sua giunta hanno origini molto variegate: penso a veterani della politica locale come Nunzio Senatore o Enrico Polichetti e a tecnici esterni ed estranei alla vita politica fino al momento della nomina come Giovanna Minieri. Come riesce a far convivere queste diversità di esperienze oltre che di competenze?
Gli assessori politici, ossia Enrico Polichetti e Nunzio Senatore, hanno avuto un consenso straordinario essendo rispettivamente il primo e il secondo degli eletti più votati a Cava de’ Tirreni. Sono uomini di consenso, e che concepiscono la loro attività politica nel rapporto con l’opinione pubblica. Dico questo nell’accezione più positiva del termine. Sono persone che vivono quotidianamente nella città, in mezzo ai cittadini e sono in grado di dare risposte quotidiane ai bisogni della comunità, che vengono rappresentati in primis a loro. Gli altri assessori, quelli non squisitamente politici, svolgono dei compiti che io ho affidato loro. L’assessore all’Urbanistica Minieri, ad esempio ha il compito di riprendere il percorso del PUC. E’ un assessorato tecnico a progetto. In questi anni, infatti, il Piano Urbanistico Comunale è stato messo in un cassetto e dimenticato. Abbiamo fatto i primi passi con l’architetto Minieri e con il dirigente del Settore comunale all’Urbanistica, incontrato l’estensore del PUC, il professor Gasparini, siamo andati in Provincia e in Regione per capire a quale stadio della procedura i PUC si era fermato e da dove dobbiamo ripartire.
C’è armonia dunque tra i membri della sua giunta?
Gli assessorati politici stanno funzionando molto bene e gli assessorati tecnici stanno lavorando senza sentire il bisogno della ribalta pubblica. Questa miscela è assolutamente positiva. Tanto la Minieri, quanto la Avagliano e la Moschillo, stanno lavorando bene. La sintesi sta nel fatto che i tecnici fanno i tecnici e lavorano per obiettivi e i politici fanno un lavoro congeniale al loro ruolo.
Quando dice per obiettivi intende a termine?
No, nel senso che raggiunti gli obiettivi prefissati posso darne altri, nello stesso tempo non escludo un’Amministrazione a due fasi.
La “luna di miele” con la città continua ed è una cosa a dir poco inusuale. Merito vostro o demerito dell’opposizione? O Cava ha meno problemi di quanto si pensi?
Sono convinto che la nostra luna di miele con Cava de’ Tirreni non finirà mai, durerà cioè fino a quando i cittadini avranno la percezione e la consapevolezza che noi lavoriamo dalla mattina alla sera con passione, serietà e grande correttezza personale. Mi auguro che il rapporto di confronto con la città prosegua, d’altro canto in questi mesi non siamo stati esenti da critiche, ma anche le osservazioni ci sono state fatte riconoscendoci buona fede. Ovviamente, sono consapevole che, con il tempo, questo rapporto con l’opinione pubblica sarà sempre più condizionato dai risultati concreti che l’Amministrazione avrà portato a compimento. Ma sono convinto che di volta in volta, step by step per dirla all’inglese, otterremo dei piccoli, medi e importanti risultati amministrativi. Per quanto riguarda l’opposizione, voglio lanciare un messaggio di speranza: quando perdemmo le elezioni nel 2010 tra di noi serpeggiava forte l’idea che ci sarebbe voluto parecchio tempo per poter plasmare un nuovo modello di centrosinistra. Invece, ci siamo poi riusciti in un tempo relativamente breve. Mi auguro che anche l’opposizione che oggi sembra in grande difficoltà possa rapidamente ricostruirsi per operare in maniera corretta, così come abbiamo fatto noi nei passati cinque anni. Auspico di avere di fronte un’opposizione che abbia lo stile di comportamento che abbiamo avuto noi e che tra cinque anni possa tornare in campo con una proposta credibile. La politica è anche rinnovamento, cambiamento, alternanza, e non mi piace pensare a un blocco di unanimismo.
La spending review è stata un suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale, ma al momento non pare essere uno dei punti qualificanti della sua Amministrazione, nel senso che il “Cottarelli di Cava” se c’è lavora molto sottocoperta, insomma, non si vede ancora niente.
Il “Cottarelli cavese” c’è e si chiama Alfonso Cesaro. Ha concorso alla realizzazione di buona parte del programma elettorale sui temi della spending review, sta svolgendo un lavoro straordinario sotto traccia.Proprio stamane abbiamo visionato insieme trentadue slide, che in seguito saranno rese note alla città. Il lavoro è in fase avanzata e dopo la presentazione delle linee di mandato fra qualche giorno, un riassetto significativo degli uffici e la ridefinizione di alcune deleghe di giunta, presenteremo all’opinione pubblica il progetto di spending review proposto dal dottor Alfonso Cesaro così come il piano di bonifica e messa in sicurezza della discarica Cannetiello. La spending review è una filosofia e si sta facendo un lavoro davvero eccezionale in silenzio, con un profilo volutamente basso.
Co.Fi.Ma. e area ASI sono due gatte da pelare, due eredità di non facile gestione. Qual è lo stato dell’arte delle questioni?
Con ormai è noto è nostra ferma intenzione inserire la Co.Fi.Ma. nel piano delle alienazioni. Un modo per risolvere il più grande errore politico amministrativo della storia degli ultimi trent’anni di vita cittadina. Siccome sull’area esistono una serie di contenziosi, dobbiamo acclarare il quadro giuridico pendente su di essa.Il nostro augurio è quello di poterlo inserire nel piano delle alienazioni per il 2016. L’idea che a Cava possa sorgere un nuovo ospedale è pura e semplice utopia. Chi non lo vorrebbe? La realtà è ben altra, quindi resta nella nostra prospettiva la vendita della Co.Fi.Ma. e il recupero dei soldi spesi per estinguere il debito. Per quanto riguarda l’ASI, c’era in discussione in Provincia da due anni, nell’ambito della Conferenza di Servizi, per le nuove norme di attuazione a cui è stato finalmente dato parere favorevole. La mediazione si è ottenuta sulla nostra proposta, ovvero che il 49% di un’area industriale può essere destinata al servizio e il 51% alle attività imprenditoriali. E’ stata finalmente trovata un’intesa. Anche questo è stato un grande risultato passato mediaticamente sotto tono.
E per quanto riguarda il recupero dei capannoni abbandonati?
Dobbiamo mettere in campo sinergie pubbliche e private, solo così si otterranno le risorse per rimettere in piedi attività produttive .
Le amministrazioni di sinistra si caratterizzano anche per una particolare attenzione alle politiche sociali e per la cultura. È così anche per la Giunta Servalli? Ci può indicare in proposito quali saranno le linee guida?
Per quanto riguarda le politiche culturali abbiamo fatto una ricognizione sulle molte attività svolte nel nostro territorio, ricco di un grande fermento culturale. Nel nostro programma sono previsti una serie di obiettivi, tra questi quello di dare maggiore rilevanza la figura di Mamma Lucia con un museo, un luogo dedicato alla memoria, così come di vedere realizzato un mio vecchio sogno, che è quello di far diventare Cava de’ Tirreni per un periodo dell’anno il luogo di confronto e sperimentazione dell’editoria meridionale. Senza contare, inoltre, che dovremmo avere a breve pronto il teatro che si sta costruendo a San Giovanni, con tutto quello che ne deriverà per rafforzare l’offerta culturale cittadina.Per quanto riguarda le politiche sociali abbiamo ripetuto durante la campagna elettorale che per noi era “il tema dei temi” e così è ancora. Stiamo lavorando molto, con grande attenzione, per avere a disposizione quante più risorse disponibili per rispondere ai tanti bisogni. Nonostante sia già arrivata dal governo centrale la mannaia di un taglio di ottocentomila euro da aggiungere a quelli ancor più corposi degli anni precedenti, abbiamo mantenuto inalterate le prestazioni alle persone.
Sulla questione dell’abusivismo edilizio l’ex sindaco l’ha accusato tout court che lei “non ha competenze”, quasi a dire che si nasconde dietro le promesse di intervento del Presidente della Regione, ma non c’è, in realtà, volontà di risolvere il problema perseguendo la direzione dell’ “abuso di necessità”. Vogliamo fare un po’ di chiarezza al riguardo?
Ha ragione Galdi. Un’Amministrazione comunale non è competente in materia di legislazione concerne l’abusivismo. La tutela del territorio è una competenza normativa del Parlamento e del Governo. Io non dirò mai, perché mi vergogno a farlo, come invece ha detto il mio predecessore, che ci sarebbe stato un condono cavese, soprattutto quando questo viene scritto su un programma elettorale con il chiaro intento di prendere voti. Sostenere la tesi che ci può essere un condono a Cava de’ Tirreni è pura illusione. Noi ci siamo attestati su una posizione molto chiara: l’idea di una sanatoria dalla quale però siano esclusi tre tipi di abusi, quelli in zona ad altro rischio idrogeologico, quelli in aree sottoposte a vincolo di inedificabilità assoluta e quelli di speculazione.
E allora?
Stiamo lavorando con la Regione Campania per sanare tutto il sanabile, sempre partendo dal presupposto che questa possibilità ci deve essere data da una legislazione nazionale e, poi, regionale. Per cui,quando Galdi afferma che Servalli non è competente dice la verità. Il problema sorge quando dice che lui è competente perché dice semplicemente una “balla” per illudere le persone. Però, se la prima volta ci hanno creduto, Galdi nel 2010 costruì una campagna elettorale contro Gravagnuolo sull’abusivismo edilizio, la seconda non è stato così. In cinque anni, non ha fatto nulla di quanto promesso, perché niente poteva fare ed i cittadini, anche quelli investiti dal problema, si sono orientati su una posizione più realistica e credibile come quella assunta dal Presidente Vincenzo De Luca e che noi abbiamo condiviso. Guardando poi oltre, la mia Amministrazione è fermamente convinta che occorra una rivisitazione del vincolo paesaggistico esistente nella nostra città; il Decreto Ministeriale del 1967 ha considerato quasi tutta la città zona sottoposta a tale vincolo, ma già allora i nostri amministratori erano consapevoli che la norma non teneva conto della nuova realtà di Cava de’ Tirreni. E’ un vincolo vecchio che va rivisitato, lavoreremo a questo e spingeremo per la nuova legge paesaggistica della Regione Campania che possa dare risposte ai problemi del territorio.
Attraverso il nostro giornale qual è il messaggio che vuole lanciare ai cavesi?
Il mio obiettivo è di riportare ordine nel marasma che ho trovato e fare delle scelte che siano coerenti con i concreti bisogni della città. Cercheremo di compiere le scelte amministrative deideologizzandole. Noi vogliamo un’Amministrazione che sia strettamente collegata ai bisogni dei cittadini, e sono sicuro che quando tra cinque anni presenteremo il rendiconto, ci sarà una città migliore di quella che abbiamo trovato. Chiedo solo un po’ di pazienza.