scritto da Eugenio Ciancimino - 03 Dicembre 2019 08:27

“Utili idioti”… se politicamente corretti o scorretti?

foto tratta da profilo Fb

Populismo, sovranismo e nazionalismo: bandiere della destra, svalutate dalla sinistra

Nel tempio del politicamente corretto non è fuori luogo l’uso della matita rossoblu per sanzionare o cassare aggettivi o sostantivi corrosivi per la credibilità delle élite di potere. Può rientrare nella casistica delle correzioni delle sciatterie fatte circolare, da destra e da sinistra, nei canali di comunicazione di massa.

Altra cosa è la pretesa dei “maestri” di corte di stilare pagelle sul modo di vivere, raccogliere e rappresentare fatti ed opinioni da parte di voci alternative. E’ stato ed è il vizietto di tutte le oligarchie culturali e politiche comprimere la discussione pubblica nel recinto di un vocabolario formattizzato nel quale gli stereotipi prevalgono sulle analisi. Per cui, disattendendo la metafora di Umberto Eco sull’uso differenziato del vocabolario e dell’enciclopedia, non stupisce sentire dire da un giornalista di alto profilo culturale, come Corrado Augias, che l’uomo di destra segue “gli istinti e non il ragionamento”, mentre l’uomo di sinistra, di cui egli si ritiene espressione, “gioca sul terreno della conoscenza degli argomenti”.

Non è da escludere che tali affermazioni siano un inciampo per eccesso di supponenza. Nella sua ricca biblioteca certamente non manca un classico della saggistica politica di Norberto Bobbio sulla differenza “destra e sinistra” ragionata e storicamente testata sulla rivendicazione di valori fondanti: la libertà per la destra e l’uguaglianza per la sinistra.

Al di là degli inciampi, contribuisce ad alimentare il lavoro dei “maestri del tempio” e ad avvelenare il clima politico la semplificazione del linguaggio del social. Se ne comprendono le ragioni di bottega elettorale ma non il travisamento del senso delle parole identificative di una parte politica fino a demonizzarne l’esistenza.

Per i “politicamente corretti” sono sotto le lenti di ingrandimento espressioni e derivati riferibili a populismo, sovranismo e nazionalismo. Bandiere della destra, svalutate dalla sinistra, sono al centro di uno scontro epocale per concezioni e visioni rispetto agli attuali assetti globalizzanti dominanti nelle democrazie occidentali.

Allora è legittimo chiedersi che vuol dire “populismo”: modalità demagogica di affrontare i problemi o è un “termine labile”, secondo il politologo olandese Cas Mudde, che indica “rifiuto a farsi governare dalle élite e ostilità per l’establishment”?

Se “nazionalismo” vuol dire razzismo e xenofobia o rivendicazione di indipendenza e del diritto all’identità ed  all’autoderminazione di ogni popolo?

Se “sovranismo”, ritenuto sinonimo di nazionalismo, vuol dire isolazionismo fuori dai contesti delle relazioni internazionali, o riscatto dalle tecnocrazie che, amministrando l’economia al di fuori di ogni legittimazione democratica, favoriscono attività predatorie da parte delle multinazionali della finanza?

Di fronte a queste problematiche vissute nella quotidianità al di fuori del funzionamento della democrazia rappresentativa, si comprendono le mobilitazioni di piazza di uomini e donne con la voglia di fare politica partecipando e non su input di qualcuno che indichi cosa fare e cosa non fare.

Sul punto si distinguono le moltitudini che in questi giorni riempiono le piazze italiane: quelle  leghiste che manifestano contro le politiche delle élite al potere del Paese e dell’Eu e quelle senza bandiere delle “sardine” che le contestano il modo di narrare l’attualità dei temi della politica italiana.

Non si capisce quale delle due piazze reciti la rivoluzione o la reazione.

Immaginando una seduta spiritica viene da chiedersi a chi Lenin attribuirebbe il titolo di “utili idioti”. Ai politicamente corretti o agli scorretti? Può essere un busillis per la sinistra italiana confluita nel Pd da cui proviene l’attuale élite di potere.

E, mutuando  parole dal “Manifesto per una buona destra” del giornalista Filippo Rossi, non mancano motivi di riflessione anche per Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, il cui sodalizio oscilla tra “il rispettabile dottor Jekyl ed il temibile Mister Hyde”.

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