Ci sono quei pochi minuti che precedono l’ingresso verso il seggio elettorale che, solitamente, mi invitano ad una sana riflessione.
Riflessione indirizzata alla mia città, Napoli, ma soprattutto alla mia regione, la Campania, verso le quali provo un senso di fiduciosa speranza. Parlo di quella fiduciosa speranza che sorge dalla considerazione che quando si è arrivati sul fondo di un abisso non si può che risalire.
La storia conferma che spesso il nostro territorio ha avuto momenti cupi ma con tenacia, concretezza, creatività e lungimiranza è riuscito sempre a ritornare in superficie raggiungendo traguardi impensabili.
L’esperienza pandemica che abbiamo vissuto nei mesi scorsi ha lasciato solchi profondi, non solo negli affetti delle persone ma anche nell’economia.
Per ben due periodi si è fermato il Paese, si sono abbassate tutte le saracinesche produttive, i luoghi sono diventati silenziosi e le nostre esistenze si sono dilatate in un tempo irreale, protette dalle abitazioni di ognuno di noi.
Dall’esperienza vissuta, però, una cosa si è capita in modo molto chiaro, che le uniche realtà da tutelare e valorizzare sono le nostre specificità. E da questo auspicio elettorale che vorrei che ripartisse la Campania, con leggerezza e determinazione.
È scoccata l’ora di indicare il giusto percorso da intraprendere. Ed è per questo motivo che quando entreremo nella cabina elettorale a scegliere il nostro candidato o il partito, dobbiamo delineare immediatamente nelle nostre coscienze le parole etica, formazione, ricerca e innovazione ma, soprattutto, bellezza, ovvero la vera peculiarità del territorio, come punta di partenza per il rilancio e la riqualificazione della nostra economia.
Una nuova carta d’identità per il mondo produttivo, inserita in una visione complessiva di medio e lungo termine, sostenibile ed ecosistemica.
Una bellezza data dall’incontro tra l’aspetto naturale del territorio e la biodiversità, all’interno del quale si è formato un popolo operoso e creativo, una creatività che nasce dall’incontro tra l’armonia fisica e lo spessore della cultura e che rappresenta la base, antropologicamente parlando, dell’ibridazione millenaria della nostra terra.
Ecco perché appare oculato e necessaria la scelta politica che opereremo, facendo diventare imperativo iniziare da questo assioma quel percorso selezionato per godere appieno della ricchezza della nostra terra, fitto di eccellenze umane ed economiche che hanno la forza e la determinazione per esprimersi. Una regione che ha fondato i suoi successi sulla consapevolezza delle proprie origini e sulla forza dei propri valori.
Valori che oggi la rendono una realtà pronta a scommettere sulle nuove sfide che il futuro pone all’orizzonte, perché questa gente concreta e solidale ha costruito la propria storia sull’ingegno, la solidarietà e la determinazione.
Scriveva Luciano De Crescenzo in “Così parlò Bellavista”: «Napoli per me non è solo una città, ma una componente dell’animo umano che si può trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no».
Praticamente una Napoli d’amore e di libertà.
E certamente cade in errore chi crede che il fascino della Campania si esaurisca con le sue perle più conosciute, come Capri o Positano, mete storiche del turismo estivo. Al contrario, una delle peculiarità di questo territorio è avere anche tante piccole realtà urbane, tutte diverse tra loro tuttavia accomunate dalla sensazione di un profondo e intimo legame col territorio, la sua cultura, la tradizione e, soprattutto, la memoria.