SVALUTATION Più rabbia o più orgoglio nel voto per il NO dei giovani del Sud?
Nell’analisi del voto sul referendum scomposto per aree geografiche e per fasce di età pubblicata su “la Repubblica” Ilvio Diamanti evidenzia come le più alte concentrazioni di consensi per il “No” siano state registrate nelle Regioni meridionali e nella fascia giovanile compresa tra i 25 ed i 34 anni.
Un risultato negativo già previsto ma non nelle proporzioni uscite dalle urne.
Su di esso hanno pesato, a suo avviso, ragioni di risentimento non del tutto riconducibili a contrarietà nei confronti del Pd e del renzismo: due motivazioni remote in Campania, chiosa tra parentesi. Come a dire che la diversità di previsioni per la nostra Regione era supportata dalla capacità del suo Governatore di controllare o incanalare flussi elettorali in segno di riconoscimento delle promesse di provvedimenti finanziari del Governo Renzi. Convinzione diffusa sui media nazionali e locali smentita a risultato acquisito, quasi che il 70% dell’elettorato campano abbia voluto dire “No, grazie”.
E’ prevalsa la rabbia o l’orgoglio?
E’ difficile dirlo in un’area dove le delusioni degli adulti si sommano alle inquietudini di una disoccupazione giovanile che tocca la percentuale del 50%. L’aspetto certo del voto espresso è la genuinità del “Si” e del “No” sciolti da vincoli di partito o con persone. Un motivo in più per l’élite politiche locali per riflettere su ciò che fermenta nei pensieri di chi non nutre alcuna aspettativa dalle pratiche assistenziali e preferisce emigrare piuttosto che aspettare con il cappello in mano.
Si tratta di un segnale che sembra avere colpito il nuovo Governo per avere posto il Mezzogiorno tra le sue priorità; ma vale doppio per il Governatore della Campania che ne dovrà dosare i programmi di attuazione e ricominciare con “umiltà” a rivedere le dinamiche del consenso dato per scontato e smentito dalle urne.
Un buon consiglio gli può venire dal detto ripetuto in ogni appuntamento calcistico da Giovanni Trappattoni, coach più titolato in Italia ed in Europa: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”.