scritto da Luigi Gravagnuolo - 06 Novembre 2019 11:26

Se io fossi un grillino

foto tratta dal profilo Fb

Grillino io? Non lo sono, né lo sarò. È molto improbabile, per non dire impossibile, che ci incontreremo in questo mondo. Bisogna solo capire se si estinguerà prima il Movimento5Stelle o se vi saluterò prima io. Nel mio piccolo, tuttavia, da anni cerco di capire e di osservare l’evoluzione del M5S.

I pentastellati saranno della partita nelle elezioni amministrative di primavera 2020? Se sì, con quali progetti e con quante speranze? Sarà possibile che ripetano exploit come quelli che li portarono ad eleggere i sindaci di Roma e di Torino? Per darmi delle risposte mi sono chiesto: ‘alla luce del vistoso crollo dei consensi del Movimento, specie nelle competizioni elettorali locali, se io fossi un grillino, cosa farei?

Certamente non mi azzarderei a riesumare le velleità palingenetiche delle origini del movimento, le rabbie anti-sistema e le parole d’ordine immaginifiche. A proposito di queste ultime, ricordo quella dei ‘rifiuti zero’: chiederne notizie alla sindaca Raggi. O quella sul governo degli onesti, che avrebbe mandato all’ergastolo tutti i ladri, salvo poi governare prima con Salvini, poi con Renzi, ai loro occhi non proprio dei puri e casti. Riguardo infine alla rabbia anti-sistema ed anti-casta, è oggi un po’ difficile per il M5S intercettarla, dal momento che ormai è esso stesso parte integrante del sistema e della casta.

Eppure il Movimento ha avuto meriti storici inconfutabili, che non possono essere offuscati dalle difficoltà attuali; anzi, che vanno salvaguardati.

Innanzitutto, il rinnovamento della classe dirigente del Paese. Grillo con la furia di un ariete è riuscito a sfondare le porte blindate della casta ed a farvi entrare forze nuove e giovani, che senza la sua forza d’urto non avrebbero avuto altra speranza che auto-emarginarsi dalla vita politica o ridursi a fare lecchinaggio presso i potenti dei partiti. Fosse solo per questo, già avrebbe un senso non buttare a mare tutto.

Ma il Movimento ha avuto anche altri meriti. Penso all’imposizione nel dibattito pubblico del tema dell’insostenibilità della crescita così come essa si sta storicamente evolvendo nel mondo contemporaneo. Diciamocela tutta, oggi tra i giovani di Greta Thunberg spirano gli stessi sentimenti che ispirarono le coscienze del Movimento nei suoi anni eroici. Come pure all’intuizione delle straordinarie potenzialità democratiche offerte dal web, se solo lo si voglia usare per garantire la partecipazione non delegata dei cittadini alle scelte politiche ed amministrative.

Sarebbe un vero peccato se tutto questo si disperdesse o si convertisse in rabbia reazionaria, aggressiva, nazional-sovranista.

Ed allora, sul piano locale, se io fossi un grillino, uscirei dalle autoreferenziali stanze settarie e mi aprirei al civismo. Non passivamente però, bensì assumendo l’iniziativa politica.

Per la sua cultura olivettiana – mi riferisco all’Adriano Olivetti della Democrazia senza partiti e dell’Ordine politico delle comunità – per la sua forza nazionale e parlamentare, per lo spirito militante di tanti suoi attivisti, per la sua cautela nei confronti dei politici riciclati, il M5S ha tutta la credibilità per chiamare città per città i movimenti civici già presenti a tavoli di concertazione, finalizzati a mettere in piedi proposte amministrative civiche fondate su tre assi: programmi ecosostenibili; rinnovamento delle classi dirigenti; partecipazione permanente dei cittadini, facilitata dal web.

Sarebbe insieme una sfida appassionante e credo anche vincente. Soprattutto, garantirebbe alle energie del Movimento di non svaporare mestamente tra le livorose invettive sul web.

Luigi Gravagnuolo, giornalista, scrittore, docente ed esperto di comunicazione. E' stato Sindaco di Cava de’ Tirreni dal 2006 al gennaio del 2010, quando si dimise per andare al voto con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato.

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