Riparare le buche stradali, da oggi in poi ci penserà il cittadino?
Finalmente il Davide, semplice e anonimo cittadino che ha a cuore il decoro della sua città, ha avuto ragione contro il Comune paragonato a Golia, il quale, nonostante segnalazioni e diffide, non si è preoccupato di aderire alle richieste di un cittadino che, oltre al decoro della sua città, temeva anche per la incolumità sua e di altri, visto che tanti, per quelle buche trascurate, rischiavano infortuni e fratture.
Bene ha fatto a segnalarlo, in data 7 febbraio, il Direttore Petrillo nella quotidiana rubrica “Cornetto e caffè”, possiamo mettere a frutto la notizia.
I fatti, che hanno per tanti versi dell’incredibile, sono di estrema semplicità.
La città è Barlassina, provincia di Monza.
Il cittadino volenteroso è Claudio Trenta, che aveva invano segnalato al Comune la presenza di una buca pericolosa su una via pubblica.
Visto che il Comune, nonostante le segnalazioni, le buche non le riparava, il cittadino si è armato, oltre che di santa pazienza, anche di cemento, cardarella e cazzuola e si è messo a farlo lui.
Al Comune è scattato l’allarme: ma com’è che costui si è permesso di sostituirci, chi crede di essere? L’obbligo di garantire la sicurezza dei cittadini ripristinando correttamente il manto stradale è solo nostro e nessuno ce lo può togliere, pure se ad esso non ottemperiamo, sembra abbia detto il Comune.
E anziché di lodare il cittadino volenteroso, o quanto meno far finta di niente e andare a riparare le altre buche, il Comune si è armato di codici e regolamenti, ed ha contestato all’improvvisato muratore di essere intervenuto, comminandogli pure una sanzione di 800 neuro.
Il solerte cittadino non ha potuto fare altro se non opporsi al verbale ed alla multa, anche per una questione di principio.
Il Giudice di pace gli ha dato ragione. Giudice intelligente.
Ovviamente non è detto che la vicenda si fermi qui: il Comune ha 45 giorni di tempo per impugnare la sentenza.
E pure se ci si augura che non lo faccia, la farraginosità delle norme di questo paese non dà molte alternative in quanto gli attuali amministratori potrebbero incorrere nella scure della Corte dei Conti per aver accolto la sentenza, e rischiare di pagare di tasca propria la sanzione comminata al cittadino.
E, inoltre, in caso di mancato appello, si rischia anche di creare un precedente in base al quale, venendo meno l’interessamento del Comune per gli interventi di manutenzione spicciola delle pubbliche strade, qualsiasi cittadino potrà intervenire “sua sponte” come dicono i giuristi.
Come concludere?
Se la politica italiana non avvierà un processo di razionalizzazione delle numerosissime leggi in vigore, spesso contraddittorie, il nostro paese rischia di annegare per le numerose e pesanti biglie metalliche legate alle caviglie.
Per decenni è stato invocato tale intervento, e per tanto tempo si è proceduto proprio in senso contrario, sovrapponendo leggi e decreti ai tantissimi già in essere: invece di risolvere i problemi razionalizzando le norme si è preferito fare tante leggine per risolvere i singoli problemi, aggravando il tutto.
Riusciremo, tra qualche decennio, a venire a capo della decennale questione?
Ce lo auguriamo.
Frattanto armiamoci di santa pazienza, di cardarelle, cazzuole e quant’altro, e scendiamo nelle strade anche della nostra città che, in quanto a mancata manutenzione, non hanno nulla da invidiare alle altre, specialmente nelle zone periferiche; probabilmente il nostro Sindaco tacerà, perché l’intervento dei cittadini di buona volontà contribuirà a risolvere anche i problemi di bilancio.