scritto da Nino Maiorino - 16 Aprile 2019 08:29

Quei “bravi ragazzi” stupratori e i loro genitori

foto Angelo Tortorella

Una delle cose più vergognose emerse nel corso delle vicende che hanno caratterizzato l’inqualificabile violenza alla quale tre giovanissime belve umane, età tra diciotto e venti anni, hanno sottoposto una giovane donna nell’ascensore della stazione di San Giorgio a Cremano della circumvesuviana di Napoli nel pomeriggio di martedì 5 marzo scorso, è l’ancora più inqualificabile comportamento dei genitori i quali, allorquando i tre “bravi ragazzi” sono stati scarcerati su decisione dei giudici del Tribunale del Riesame  di Napoli, hanno pensato bene di applaudirli: incredibile!

Io non so chi siano questi genitori, quale cultura abbiano, quale religione professino, quali attività svolgano, a quale fascia sociale appartengano, quale sia la loro condizione economica.

Conoscendo tali elementi si potrebbero individuare i meccanismi mentali di questi personaggi i quali, se fossero appartenuti al genere umano, invece di accogliere i loro pargoli stupratori con gli applausi, avrebbero dovuto quanto meno prenderli a randellate.

Se invece hanno fatto ciò che la cronaca ha riferito, questi genitori sono ancora più belve dei loro figli che si sono macchiati di quel delitto; vien da dire tali genitori, tali figli.

Viene pure da chiedersi se questi genitori abbiano anche delle figlie femmine e quali comportamenti avrebbero avuto se una analoga violenza fosse stata inferta ad una delle loro figlie.

Non è cattiveria la mia, né sete di vendetta, né sentimento di bieco giustizialismo, ma solo la constatazione che le belve umane si annidano non solo in giovani individui, i quali probabilmente “a posteriori” hanno compreso il crimine commesso, ma anche, probabilmente ancor più, nei loro stolti genitori che, all’uscita dal carcere, li hanno pure applauditi: e non perché non abbiano commesso il crimine, ma solo perché le nostre leggi, a volte assurdamente garantiste, prevedono che in mancanza del pericolo di immediata reiterazione del reato, fino a quando non sia stato emesso un verdetto di colpevolezza è ammessa la “restrizione domiciliare”, alla quale, quindi, i tre sono stati momentaneamente destinati

Cosa volessero significare quegli assurdi applausi stento a comprenderlo; se quei “pargoli” avessero fatto qualche azione meritoria, probabilmente i loro genitori non avrebbero pensato di applaudirli, o almeno non l’avrebbero fatto in pubblico; l’hanno fatto sol perché sono stati momentaneamente scarcerati, quasi a dire pubblicamente: bravi, avete fatto bene, potete ripetere la “scappatella”, avendo comunque l’accortezza di scegliere la preda giusta, magari un’altra femmina con qualche problema psichico da utilizzare per il vostro spasso, per il vostro gratuito godimento; se invece con i loro applausi volessero dire qualcos’altro, dovrebbero chiarirlo ai comuni mortali la cui intelligenza e sensibilità evidentemente è di gran lunga inferiore alla loro.

Il reato di “stupro”, termine che alle persone normali fa male solo a pronunciare, e al quale preferisco quello grammaticalmente meno invasivo di “violenza carnale”, è uno dei più orrendi che si possa immaginare, pari alla tortura, giacché chi lo subisce viene torturato sia fisicamente, sia psicologicamente, e come per la tortura, da tale trauma difficilmente si potrà riavere.

Tutti noi conosciamo persone torturate nei campi di concentramento nazisti o stalinisti, e sappiamo che da quelle violenze tanti non si sono più ripresi.

Chi ha il compito di insegnare ai giovani come comportarsi con l’altro sesso, dovrebbe anche educarli a fermarsi in tempo dal compiere atti così gravi e che, se pure la donna inizialmente sembra consenziente, debbono ben valutare le condizioni fisiche e psichiche della stessa e fermarsi in tempo: da veri uomini, non da mandrilli; e che mai si infierisce in gruppo, quasi che dall’altra parte vi fosse una bambola di gomma.

Come possiamo immaginare che una donna violentata, specialmente se di giovane età, specialmente se già psicologicamente fragile, possa riprendersi, possa dimenticare?

E i genitori li hanno pure applauditi!

Per me questi genitori sono molto peggiori e maggiormente colpevoli dei loro colpevoli figli!

Ma in quale mondo stiamo vivendo? dove è finita la umana pietà?

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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