Prima l’Emilia-Romagna, ora Valencia: dove altro vedremo alluvioni?
Le immagini che arrivano da Valencia sono terribili. Una città (quasi completamente) sott'acqua in seguito al fenomeno Dana, che non ha lasciato scampo ai residenti
Le immagini che arrivano da Valencia sono terribili. Una città (quasi completamente) sott’acqua in seguito al fenomeno Dana, che non ha lasciato scampo ai residenti. Il fenomeno meteorologico, dovuto a una massa d’aria fredda che va a scontrarsi con una d’aria calda, ha causato precipitazioni senza precedenti: basta considerare che nell’arco di otto ore è caduta la quantità di pioggia di un anno solare! Ciò ha causato distruzione nel capoluogo della Comunità e nei dintorni, tanto che si contano finora 95 morti. Una cifra destinata a salire.
Proprio com’è accaduto qualche tempo fa in Emilia-Romagna, la popolazione si è mobilitata affinché possa essere d’aiuto alle unità di soccorso già presenti sul posto. Un piccolo aiuto da parte di chiunque che permette indubbiamente di accelerare i tempi di aiuto in un momento così critico.
Al terrore delle immagini e dei video, ci si può anche commuovere: le impavide gesta dei soccorritori, che nel fango riescono a salvare vite, non possono che provocare buone sensazioni. E soprattutto fiducia nel genere umano: in un momento così difficile si va oltre alle frivolezze, che attanagliano in maniera tossica i nostri pensieri quotidiani, e si lascia spazio a ciò che veramente conta.
Quest’emergenza nasconde una problematica tanto discussa quanto suscettibile: il cambiamento climatico. Sebbene sia oggetto di critica a causa delle politiche di sostenibilità adottate recentemente, l’innalzamento delle temperature sta causando sempre di più fenomeni estremi.
“Non ci sono più le mezze stagioni”, si ascolta questa frase sempre più spesso. Si rimane increduli – ma gradualmente consapevoli di quello che realmente sta succedendo – dinanzi a giornate calde in pieno autunno o anche in inverno. E improvvisamente ci si ritrova dentro calamità che dovrebbero capitare raramente, però sono oramai parte della vita quotidiana. L’assenza di piogge, al posto di suscitare sollievo, deve essere un chiaro allarme di come il nostro pianeta e le nostre abitudini stanno cambiando. Perché non si può considerare normale una grandinata che distrugge autovetture o non si può considerare normale un terreno che, per l’assenza di pioggia, “perda” la sua permeabilità e sia un fattore di distruzione di interi villaggi o città in caso di temporali forti. Prima l’Emilia, ora Valencia: dove altro vedremo alluvioni?