scritto da Nino Maiorino - 09 Dicembre 2016 14:23

Pressioni su Renzi

Lo scenario che si sta delineando, dopo la cocente sconfitta del Si nel referendum confermativo che ha cancellato la riforma della costituzione preparata da Renzi, è quanto mai incerto.

Le dimissioni di Renzi, preannunciate in caso di vittoria del No, sembrano aver ridato centralità proprio al dimissionario, che, a parte i partiti estremisti, nessuno sembra volere mollare, non solo per senso di responsabilità, da parte di alcuni, ma anche per chiare motivazioni politiche, da parte di altri.

C’è chi spinge affinché Renzi rimanga e cerchi di portare a termine la legislatura, nella convinzione che proseguire in una situazione di “crisi al buio”, nessuno potrebbe prevederne gli sviluppi e le conseguenze: Renzi e il PD renziano hanno, tutto sommato, ancora la maggioranza in Parlamento, e ciò costringe il Presidente Mattarella a muoversi cautamente, cercando di affidare un incarico esplorativo proprio allo stesso dimissionario che rimane comunque l’elemento di spicco del governo e non è facilmente sostituibile da altri.

Personaggi pure di rilievo di questo Governo, come Padoan, o Franceschini, o Gentiloni, non hanno il carisma di Renzi, né la determinazione e la testardaggine con le quale Renzi si muove, e potrebbero fallire.

C’è, dall’altro lato, chi “spinge” per il reincarico a Renzi con solo scopo di fiaccarlo ulteriormente.

Nel primo caso, però, il discorso è chiaramente costruttivo, e bene fa il Presidente Mattarella a insistere con Renzi affinché, nella delicata fase il paese che attraversa, non si sottragga alle sue responsabilità e non consegni la politica ad uno scenario ancora più incerto di quello attuale, atteso che, se dovessero fallire ora tutti i tentativi di affidamento di incarico, ci troveremmo in una situazione nella quale non sapremmo nemmeno con quale legge elettorale andare a votare: e di ciò dobbiamo ringraziare prima di tutto i “vecchi” governanti che hanno determinato questa situazione, dal “porcellum” in avanti.

Nell’altro caso è chiarissima la strategia dei sostenitori – denigratori di Renzi che sperano in una nuova sconfitta di Renzi che lo faccia definitivamente uscire dalla scena politica nazionale.

A nostro avviso, e nell’interesse del paese, Renzi non deve intestardirsi ulteriormente: con le sue dimissioni ha ottenuto il risultato che prefigurava, vale a dire dimostrare che, nonostante la sconfitta, rimane ancora l’elemento determinante per il futuro del paese, e non deve dare ulteriore spazio ai suoi detrattori, interni ed esterni al suo partito, anche orientandosi su un governo con sostegno molto ampio da parte di partiti di centro, destra e sinistra, cosa che rientra nella sua strategia di sempre.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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