Confesso che non amo, e si è capito, il M5S e i grillini, i quali, peraltro, non fanno gran che per farsi amare dai tanti che pure riconoscono fondate talune iniziative e proposte da essi avanzate.
Probabilmente, da questo punto di vista il M5S paga il fio della boriosa tracotanza del suo fondatore, il comico Beppe che si è inventato leader politico, non avendone le basi né l’intenzione di crearsele.
Una delle negatività che viene addebitata al M5S è che sia una delle fonti delle “bufale” divulgate via internet, e da questo punto di vista il sistema informatico dei Grillini sembra una delle poche cose funzionanti di quel movimento; e l’ultima falsa notizia divulgata è quella riguardante la possibilità, dal 1° luglio 2017, del pignoramento da parte di Equitalia (ora “Agenzia delle Entrate-Riscossione”) di somme direttamente dal conto corrente del contribuente per omesso versamento di imposte, tasse e tributi, senza che prima ci sia stato il pronunciamento del Giudice dell’esecuzione.
E non è a cuor leggero che attribuisco al M5S la paternità di tale infondata notizia, giacché sul mio smart il primo messaggio in tal senso è pervenuto proprio dal sito del M5S che, bontà sua, quotidianamente mi sommerge di notizie sui successi, sulle bravure, sulle conquiste di Grillo, Di Maio, Di Battista e compagnia bella.
Ma chi ha scritto l’articolo sembra conoscere poco la legge sulla riscossione esattoriale: il fisco, o meglio l’Agente della riscossione, ha sempre potuto pignorare il conto corrente del contribuente (mediante la procedura speciale della riscossione esattoriale «presso terzi») senza bisogno dell’udienza davanti al giudice dell’esecuzione.
Vediamo, comunque, cosa c’è di vero in tutto ciò.
Con la conversione del D.L. 193/2016, collegato alla manovra di bilancio 2017, vennero aggiornate diverse disposizioni in materia di riscossione delle imposte, prima affidata ad Equitalia, che ora è soppressa con l’istituzione dell’ “Agenzia delle entrate – Riscossione”, in pratica un’appendice dell’ Agenzia delle entrate, che entra in funzione il 1° luglio 2017.
Ovviamente da tale data la riscossione delle imposte passa alla nuova Agenzia, la quale beneficia delle medesime prerogativa precedentemente concesse ad Equitalia.
Nel rapporto con i contribuenti, il nuovo ente si dovrebbe conformare ai princìpi dello statuto dei diritti del contribuente, con particolare riferimento a quelli di trasparenza, leale collaborazione e tutela dell’affidamento e della buona fede, nonché agli obiettivi di cooperazione rafforzata fisco-contribuente, riduzione degli adempimenti, assistenza e tutoraggio del contribuente: uso il condizionale in quanto difficilmente, in questo Paese, vengono messi sullo stesso piano il cittadino e l’Ente pubblico, che assume sempre una posizione dominante, prepotente; comunque il principio esiste, salvo che nessuno lo rispetta (e nessuno lo fa rispettare).
Orbene già precedentemente ad Equitalia era attribuito il potere di pignorare direttamente sul c/c del contribuente insolvente le somme dovute, previa comunicazione tramite lettera inviata non prima di 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento e non oltre un anno (se decorre l’anno è necessaria la notifica di una nuova diffida, detta «intimazione di pagamento»).
Tale comunicazione sostituisce l’atto di pignoramento vero e proprio e viene indirizzata sia alla banca che al debitore; con essa l’Agenzia delle Entrate comunica che il conto è pignorato e dà 60 giorni di tempo per versare il dovuto o chiedere la rateazione: in tal caso, il pignoramento cessa.
La norma ha una sua logica, inquadrata nella sburocratizzazione che è stato uno dei temi dominanti dell’ex Governo Renzi, e che quello attuale non sembra aver abbandonato. Se il contribuente è insolvente per una tassa non corrisposta, ma dovuta ed alla quale non si è opposto, non sembra tanto “strampalato” il sistema di avvertirlo che, dopo 60 giorni, le somme non versate verranno addebitate sul suo conto corrente, a meno che egli non provveda prima a versarle oppure ne chieda la rateizzazione, nel qual caso la procedura esecutiva si blocca.
Quindi nulla cambia rispetto al passato, ma Grillo e il M5S sembrano aver scoperto ora questa procedura, e hanno lanciato ora l’allarme, generando, con la complicità di una parte della stampa disinformata, un ingiustificato panico.
Ignoranza? Non credo. Strategia mirata a mettere in cattiva luce il Governo? Forse si. Comunque non è un modo corretto di fare politica, sia pure di opposizione.