Parecchi decenni sono trascorsi da quando le previsioni meteorologiche trasmesse agli albori della televisione italiana, quella di Stato, che aveva solo 2 canali, in bianco e nero, si concludevano inesorabilmente con la frase “nebbia in val padana”, dopo di che partiva la sigla di “Carosello”.
Quella “nebbia in val padana”, quella vera, fatta di tante goccioline invisibili che si trasformano in una traditrice coltre ovattata, ha cambiato zona, è scesa verso il sud, e da vera si è trasformata in metaforica e si è fermata su Roma, e su questa città incombe più che nebbia un nebbione.
Nebbione metaforico che a Roma, tra la “Sindaca”, il suo raggio magico, il “direttorio” che sembra guidarla (e se lo fa, lo fa pure male), gli amici e… gli amici degli amici, ha trovato ottima accoglienza e ha attecchito abbastanza bene.
Altro che nebbia!
Non che a Roma, com’è sempre stato, metaforicamente il bel tempo si sia mai veramente avuto, ma un nebbione così fitto, sia pure metaforico, come quello attuale, non s’era mai visto.
Le cose che la “Sindaca” è riuscita a fare nei sei mesi di governo (?!) sono state bene elencate in tante trasmissioni televisive, ultima quella durante una lunga intervista di Mentana su “La7” di qualche giorno addietro. Ovviamente sembra abbia fatto di tutto, fuorché amministrare la città che non pare interessare più di tanto alla “Sindaca”, tutta presa dalla spasmodica ricerca di pessimi collaboratori, assessori, dirigenti, consiglieri e consigliori.
Peggiori sono, meglio è, tanto c’è sempre tempo di cambiarli, degradarli, bocciarli; un balletto di nomine, promozioni, aumenti di stipendi e prebende, revoche, degradazioni, riduzioni economiche…
Un minuetto amministrativo di tale portata che non solo non si era mai visto, e non solo a Roma, ma che nemmeno la mente più diabolica avrebbe saputo architettare: la “Sindaca” è riuscita a fare un “vero capolavoro”.
Ma la “Sindaca”, come continuamente ripete, ha la “barra dritta”, va per la sua strada e va avanti a “governare” per il bene della città (?!). E, a proposito di barra dritta e di timone, speriamo che non si sia ispirata a tale Francesco Schettino, che, in quanto capitano di una lussuosa nave, tragicamente arenatasi su uno scoglio a qualche metro dall’isola del Giglio, di timoni e barre dritte era uno specialista, se ne intendeva, tanto che combinò quel po’ po’ di tragico disastro.
E, alla luce di quella esperienza, forse la “Sindaca” dovrebbe riflettere; se la smettesse di avere la barra dritta e mollasse il timone della città, certamente farebbe un gran favore a Roma, ai romani, a se stessa e soprattutto a Grillo e al M5S che, nonostante le rigidità emerse proprio nella gestione della consiliatura Raggi, (parliamo di quella sorta di “impresa” il cui timone, questo si, è saldamente nella mani di Grillo e Casaleggio, che ne dispongono con contratti e carte bollate) tutto sommato a qualcosa di buono pure aspiravano e perciò avevano intercettato tanto elettorato ricavandone tanto consenso.
Dalla vicenda romana della “Sindaca” esce sconfitto tutto il M5S, che sembra confinato nell’angolo di un ring virtuale nel quale, giorno dopo giorno, riceve sempre più sberle e sembra stare ancora in piedi proprio grazie alle corde alle quali disperatamente si aggrappa per non crollare definitivamente sul tappeto.
E, a dire il vero, lo stesso Grillo ci fa anche un tantino di tenerezza, visto che il guaio della “Sindaca” lo ha voluto lui, senz’altro in buona fede: avrebbe mai potuto immaginare che questa “Sindaca” procurasse tanti guai e tale cataclisma? E da quel guaio non sembra poter venire fuori, se non sconfessando la “Sindaca” e, implicitamente, se stesso.
Poveretto: lui “povero” comico, trasformatosi da piazzista (nel senso di incantatore di piazze), abituato tutt’al più a cambiare una “spalla” durante uno spettacolo, in capopopolo e poi raccoglitore di consensi e di voti, e poi leader di un partito non partito (appunto “movimento”).
Ora Grillo si rende conto che una cosa è cambiare una spalla durante uno spettacolo di varietà, altra cosa è cambiare la “Sindaca”, che è pure testarda, e a quella barra che vuole tenere dritta sembra che si sia legata con le catene, e che non vuole sentire ragioni, nemmeno quando si scopre che qualcuno, da lei beneficiato, le ha intestato delle polizze delle quali lei non sapeva nulla.
D’altra parte, episodi del genere in questo Paese si sono già verificati: chi non ricorda, ad esempio, l’ex Ministro Scajola, che si trovò proprietario di un appartamento al centro di Roma del quale, appunto, non sapeva nulla (?!), tanto da essere persino assolto da questa infamante accusa.
Di chi la colpa di tutto ciò? Ma, della nebbia, che non fa vedere ad un palmo dal naso e che isola il cervello dalla mano nel momento in cui questa firma un contratto di acquisto.
Tutto sommato, se questa nebbia scendesse un tantino più al sud, probabilmente anche qualche altro potrebbe beneficiare di qualche analoga fortuna. O no?