Mattarella e la spocchia dei francesi
Mattarella e la spocchia dei francesi
“L’Italia sa badare a sé stessa”. E’ la risposta piccata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla ministra degli affari europei del governo francese, Laurence Boone. In una intervista a “Repubblica”, infatti, ha dichiarato che la Francia vigilerà “sul rispetto dei diritti e delle libertà”.
Tipica spocchia francese. Un grande popolo, ma la cui superbia e presunzione supera in altezza la Torre Eiffel.
Il presidente francese Macron è corso subito ai ripari. Ha ribadito l’amicizia e il rispetto per il nostro Paese. E poi ha chiarito che il pensiero della sua ministra è stato eccessivamente semplificato. In altre parole, a “Repubblica” non hanno saputo tradurre. Al solito, colpa dei giornalisti. Sempre approssimativi e superficiali.
Non crediamo che sia andata proprio così.
Ad ogni modo, sul tema qualche riflessione è doverosa.
La prima, è che qualcuno dovrebbe far sapere a “Repubblica” che la campagna elettorale è terminata e quindi tanta affannosa militanza può essere quantomeno mitigata.
La seconda, è che non si tratta di difendere la Meloni da certe ingerenze esterne così grossolane, ma il nostro Paese, la sua dignità di paese sovrano. Ha fatto benissimo il presidente Mattarella a bacchettare la ministra francese. E altrettanto bene ha fatto Draghi, chiarendo che in Europa non c’è nessun timore rispetto al nuovo governo.
La terza, il nostro Paese ha i necessari anticorpi per contrastare eventuali derive autoritarie e gli assai improbabili arretramenti dei nostri diritti civili. Non abbiamo affatto bisogno di tutoraggio democratico esterno. Anche per questo, non prestiamo allora il fianco alle critiche per nulla disinteressate che provengono dall’estero.
La quarta, il centrodestra nel suo insieme mai come ora farebbe bene a concentrarsi sulle questioni socio-economiche. Sono questi i veri problemi che attanagliano il nostro Paese in questa delicatissima congiuntura internazionale. Lasci perdere, qualora davvero ne avesse voglia, eventuali iniziative volte ad avviare delle riforme su alcuni rilevanti aspetti della nostra vita civile. Le priorità sono altre.
In conclusione, lasciamo nascere e lavorare il nuovo governo di centrodestra. I problemi sul tappeto sono tanti e anche assai ostici da affrontare. Allo stesso tempo, i dubbi sulla capacità del nuovo esecutivo sono legittimi, ma valutiamolo sui fatti e non aprioristicamente sulla base di pregiudizi e timori.