scritto da Mariano Avagliano - 26 Febbraio 2018 12:00

Lettera breve sull’Europa e per gli euroscettici

Parlamento europeo

È distante, come assente. Eppur esiste, silente, su ogni nostro passo e azione. Giorno per giorno ma, strano a dirsi, è come se la ignorassimo.

Non parlo di null’altro se non di Europa. Lasciamo per un attimo la favola di Giove e pensiamoci un secondo su: che significa oggi essere europei?

Ci avviciniamo alla tornata elettorale e la domanda diventa ancora più complicata, all’apparenza. Sgombriamo un attimo il campo da chi la vuole cotta e cruda e pensiamoci su. Che significa?

Penso alla fine di due conflitti mondiali, il secondo molto più atroce e distruttivo del primo tanto da portare addirittura a diventare esistenzialisti. Penso all’idea di un gruppo di giovani confinati sull’isola di Ventotene, penso a tutto quello che oggi abbiamo e che, molto probabilmente, se non ci fosse non avremmo.

Penso al nostro grande e Bel Paese che, addirittura, sarebbe anche peggio di come lo dipingono coloro che amano disfare più che creare.

Penso a tante cose semplici che in un attimo mi bastano a dare il senso e a capire il significato semplice dell’essere europei e italiani o italiani e poi europei, fate voi. Importante è che alla fine non perdiamo il senso semplice del da dove veniamo. Se ne sentono tante, dal fuori dall’euro oppure del no europa, del riprendiamoci la sovranità (si ma poi per farne cosa?). Il peccato è di dimenticanza: tralasciamo un frammento importante della nostra storia e della costruzione che ci ha portato oggi a essere parte del progetto sovranazionale che è l’Unione Europea. Non è un processo perfetto, come ogni fenomeno umano, ma tuttavia sempre perfettibile purchè ci sia la volontà, piuttosto che la polemica, di far procedere le cose in modo differente.

Piuttosto che lamentarsi e distruggere, cosa sempre più semplice di tutto, sembra sia sempre filosoficamente più giusto dare il meglio per cambiare e riformare le cose che non vanno come vorremmo. L’Unione Europea siamo noi e nessun altro. A noi la scelta se la bilancia penderà verso l’Indifferenza oppure verso la Consapevolezza del Cambiamento.

Ha iniziato a scrivere poesie da adolescente, come per gioco con cui leggere, attraverso lenti differenti, il mondo che scorre. Ha studiato Scienze Politiche all’Università LUISS di Roma e dopo diverse esperienze professionali in Italie e all’estero (Stati Uniti, Marocco, Armenia), vive a Roma e lavora per ItaliaCamp, realtà impegnata nella promozione delle migliori esperienze di innovazione esistenti nel Paese, di cui è tra i fondatori. Appassionato di filosofia, autore di articoli e post, ha pubblicato le raccolte di poesie “Brivido Pensoso” (Edizioni Ripostes, 2003), “Esperienze di Vuoto” (AKEA Edizioni, 2017).

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