Non parlo della dissacrante, spesso sboccata, ma sempre stimolante trasmissione di Giuseppe Cruciani che ogni sera tiene migliaia di radioascoltatori, tra i quali, purtroppo (?!?), il sottoscritto, con le orecchie incollate a Radio-24. Peraltro, il titolo di questa trasmissione è stato voluto proprio da Cruciani per scandalizzare i radioascoltatori, proprio come, nel 1966, l’omonimo giornale del Liceo Parini di Milano, fece.
Mi riferisco, appunto, al giornale studentesco del Liceo Parini di Milano, denominato “LA ZANZARA”, che era stato fondato nel 1945 e nel 1966 era ancora florido e ben seguito e non solo dalla popolazione studentesca.
Nella redazione di quel “giornalino” studentesco ci furono firme importanti, che poi divennero giornalisti di rilievo nazionale; qualcuno, come Walter Tobagi, purtroppo fu anche vittima del terrorismo delle Brigate Rosse.
Era l’anno 1966 allorquando l’Italia fu scossa da un evento che mai i benpensanti dell’epoca avrebbero potuto immaginare accadesse in Italia, un paese sotto il rigido controllo del Vaticano e del Clero, cui si ispiravano anche le leggi nazionali, tutt’altro che permissive e poco inclini ad accogliere, non dico con benevolenza, ma almeno con una dose di spirito di confronto, le novità, le idee dei giovani dai quali vengono la maggior parte degli stimoli verso la modernità e l’adeguamento dei costumi ai tempi.
Non è che oggi in Italia si brilli in questo senso, prova né è il tormentato iter legislativo della recente legge sulla cosiddette “unioni civili”, per la approvazione della quale la Cirinnà, il Governo Renzi e le forze politiche più orientate alla modernizzazione hanno dovuto soffrire le pene dell’inferno e sono stati costretti, alla fine, a prendere atto di alcuni insormontabili veti (posti non solo dalle solite cariatidi della politica politicante, vedi Giovanardi e Co., ma anche da elementi più giovani, vedi Alfano e Co.), stralciando dal testo originario una parte, quella sulla cosiddetta “stepchild adoption” vale a dire la possibilità che una coppia omosessuale possa adottare il figlio di uno dei due membri: dimenticando che tale possibilità già esiste grazie ad altra legge in base alla quale recentemente un giudice ha accolto la richiesta di una coppia gay: ma tant’è, si salva il principio oggi, dimenticandosi sia del passato, sia delle reali esigenze dei cittadini.
Allora, nel 1966, uno degli eventi che scosse la società italiana fu la pubblicazione, sul giornalino studentesco del Liceo Parini di Milano, dal titolo “La Zanzara”, di una indagine, condotta tra gli stessi studenti e studentesse di quell’Istituto, su cosa ne pensassero del problema del sesso.
Il 14 febbraio 1966 la rivista pubblicò un’inchiesta dal titolo “Un dibattito sulla posizione della donna nella nostra società, cercando di esaminare i problemi del matrimonio, del lavoro femminile e del sesso”, a firma di Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano.
L’inchiesta aprì, ovviamente, un dibattito tra i giovani non solo di quel Liceo. Ed emersero opinioni di estrema modernità di alcune studentesse del liceo sulla loro educazione sessuale e sul proprio ruolo nella società. Ma quelle opinioni non erano confacenti all’educazione e alla mentalità dell’epoca, molto rigida sulle regole della sessualità le quali non prevedevano, anzi condannavano dal punto di vista religioso, morale, sociale e legale, esperienze sessuali al di fuori del matrimonio: non potevano, quindi, essere accettate le opinioni di giovani, addirittura di minorenni, secondo le quali “Molti rapporti sono esperienze utili”, come disse una delle intervistate; oppure “Entrambi i sessi hanno diritto ai rapporti prematrimoniali”, come aggiunse un’altra studentessa.
Apriti i cieli; fu uno scandalo nazionale, e l’associazione cattolica Gioventù Studentesca protestò immediatamente per “l’offesa recata alla sensibilità e al costume morale comune” in quanto non solo uno degli argomenti trattati (l’educazione sessuale) veniva considerato osceno, ma anche perché le intervistate erano tutte minorenni.
Le leggi dell’epoca, fra l’altro, che risentivano di condizionamenti dei benpensanti e del clero, configuravano reati oggi inimmaginabili, ma che all’epoca richiedevano addirittura l’intervento della. Il Preside del Liceo Parini venne convocato dal Procuratore della Repubblica, e vennero convocati anche gli studenti responsabili della pubblicazione, tra i quali Marco De Poli, Marco Sassano, Claudia Beltramo.
Il 16 marzo 1966 i tre redattori vennero accompagnati in Questura e denunciati. Il giudice Pasquale Carcasio invitò i tre studenti, seguendo una legge del 1934, a spogliarsi “per verificare la presenza di tare fisiche e psicologiche”. I due ragazzi acconsentirono, invece Claudia Beltramo fece resistenza e in seguito rese noto quanto era accaduto.
Gli studenti “responsabili” del reato vennero rinviati a giudizio e processati.
Il processo si celebrò il 30 marzo 1966, ma il 23 precedente migliaia di studenti scesero in piazza in segno di protesta, a seguito delle quali il processo si concluse con l’assoluzione dei giovani imputati; . Il 2 aprile 1966 la sentenza assolse i tre studenti dall’accusa di stampa oscena e corruzione di minorenni.
La rilevanza del caso fu tale che al processo parteciparono oltre 400 giornalisti, molti dei quali provenienti dall’estero.
Si preparava così la rivoluzione studentesca del 1968, che all’epoca sembrò una grande conquista di civiltà, ma che ebbe come conseguenza la consegna della scuola italiana ad un periodo di mediocrità dalla quale ancora oggi stentiamo a venir fuori; benché non fosse colpa de La Zanzara, quel caso spinse le masse studentesche, forti del successo ottenuto dalla protesta a favore dei redattori del giornale, a pretendere ed ottenere ciò che una scuola veramente meritocratica (termine abusato in passato e ancora oggi, spesso citato a casaccio) non avrebbe mai potuto dare.
Negli anni La Zanzara lentamente si spense, ma nel maggio 2008, per celebrare il quarantennale del sessantotto, Marco De Poli e altri suoi ex compagni di classe presero contatti con la redazione del nuovo giornalino del Parini, lo “Zabaione”, per concordare l’uscita di un nuovo numero de La Zanzara, che riprendesse l’inchiesta che aveva destato scalpore negli anni 60.
L’edizione del 2008 venne incentrata sul tema dell’omosessualità: il numero speciale de La Zanzara (contenente anche l’articolo del 1966) uscì come inserto del Corriere della Sera di Milano il 28 maggio 2008, e come inserto dell’edizione nazionale dello stesso Corriere della Sera il 6 giugno. (foto Michele Mari)