Silvio Berlusconi ha dato sostanzialmente il via libera all’intesa della Lega con il Movimento Cinque Stelle. In altre parole, non si frappone alla nascita di un governo definito giallo-verde (rispettivamente i colori dei pentastellati e dei leghisti).
Se così sarà, almeno eviteremo di andare a votare nei prossimi mesi e finalmente partirà questa legislatura. Non è molto, ma è già qualcosa.
Restano molti punti interrogativi.
Il primo riguarda la base programmatica su cui nascerà quello che i pentastellati chiamano contratto di governo. Le aspettative degli elettori che hanno votato questa inedita maggioranza sono molte, diverse e soprattutto onerose, a cominciare dal redditto di cittadinanza per finire con l’abolizione della legge Fornero sulle pensioni. Non tutto e subito potrà essere messo in cantiere, ma qualche segnale di radicale cambiamento al Paese va dato, diversamente gli italiani potevano tenersi il Pd. Vedremo cosa saranno capaci di fare il duo Salvini-Di Maio, di sicuro la posta in gioco è altissima e i traguardi da conseguire sono complicati e difficili, oltre che numerosi.
Il secondo riguarda la durata del prossimo governo e, in generale, sulla legislatura. I dubbi in proposito sono assai forti e consistenti. Tuttavia, meglio non azzardare alcuna previsione, ci vorrebbero capacità divinatorie fuori dal comune.
Per il resto, è il caso di esprimere delle valutazioni quando si conosceranno i contenuti programmatici e chi entrerà a far parte del nuovo governo.
Sin d’ora, però, alcune riflessioni sul centrodestra sembrano doverose.
Almeno da un punto di vista formale, l’alleanza di centrodestra continua ad esistere, nel senso che nelle realtà regionali e comunali dove governa, non ci saranno almeno nell’immediato dei contraccolpi. Qualche dubbio in prospettiva, però, esiste.
La posizione che Forza Italia ha assunto in questa vicenda appare corretta, in pratica, farà un’opposizione morbida, aperta, non pregiudiziale. Tuttavia, sempre opposizione è. Questo vuol dire che la Lega rischia molto e che l’alleanza con i Cinque Stelle è senza rete. Se va male, e la cosa non è proprio da escludere, l’astro di Salvini rischia di oscurarsi prima del tempo.
La scommessa politica di Salvini, insomma, è ad alto rischio, ma forse, ad onor del vero, non aveva alternative.
La politica, purtroppo, è l’arte del possibile e, per questo, è fatta di scelte il più delle volte difficili e finanche contraddittorie.
L’auspicio è che in queste ultime vicende siano state compiute delle scelte tanto giuste quanto obbligate. Per il bene dei protagonisti della politica italiana, ma soprattutto per quello del Paese, che ne ha bisogno. Molto bisogno.